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Visualizzazione dei post da dicembre, 2020

La vite e i tralci in catechesi on line

Per una catechesi, on line a "vicinanza di famiglie". Dedicato alle catechiste del quarto anno della catechesi IC. (Terzo e quarto Tempo, prima Tappa, quarto anno del percorso Con Te! della diocesi di Milano) Che cosa ha già scoperto il bambino prima di incominciare questo percorso? (Prerequisiti) Dopo la riappropriazione mistagogica del sacramento della prima Comunione eucaristica recentemente ricevuta, attraverso l’esplorazione dell’incontro di Gesù con Nicodemo (pp. 4-7 del sussidio Con te! Cristiani, della diocesi di Milano, Centro ambrosiano, e pp. 33-34 della guida corrispondente) , il ragazzo ha scoperto il dono dello Spirito Santo come forza divina che genera una vita nuova. Dove vogliamo arrivare? (Obiettivo principale) Vogliamo che il ragazzo, insieme alla sua famiglia, scopra la vita cristiana come vita nuova “in” Cristo: innestati in Lui diventiamo capaci di corrispondere al dono di comunione ricevuto da Dio Padre attraverso il Figlio e di capire il comandamento

Lessico morfologia e sintassi nell'umano e nel divino

Attraverso la parabola conoscitiva e la scalata semantica di una bambina. “Zia, quegli useliti lì volano anche nella nostra curte ?” Questa è la prima frase italiana composta da una bambina di nemmeno tre anni, che viveva in un contesto linguistico occupato esclusivamente dal dialetto, ma che aveva sentito parlare l’italiano, non si sa come né dove, e ne era rimasta affascinata.  Quella stessa bambina andò poi all’asilo infantile e imparò davvero dalle suore a parlare l’italiano, il quale rappresentò però sempre la sua seconda lingua: l’idioma madre rimase il dialetto. In quegli anni (primi ’50), i bambini che arrivavano dal dialetto imparavano molto bene l’italiano, perché la sintassi dell’una e dell’altra lingua sono pressoché identiche. Si trattava di apprendere un lessico diverso, benché spesso simile, e di porre attenzione ad alcune regole morfologiche (tipo i pronomi personali gli e le al dativo e al plurale) le quali, benché presenti in parte anche nel dialetto, potevano creare

Costretti a vivere un Natale santo

Natale 2020, la festa che porta la rivoluzione linguistica negli auguri. Carissime amiche, carissimi amici,  questo è un Natale diverso e per un Natale diverso ci vogliono auguri diversi. Si può dire “Buon Natale” (o "Buone feste natalizie") a chi quest’anno ha perso un famigliare e si troverà a contemplare un posto vuoto, senza nemmeno poterlo occupare con qualcun altro? Si può dire “Buon Natale” a chi ha i pensieri appesi al letto di un famigliare ammalato, o deve spendere ogni minuto di vita a gestire una persona disabile che non capisce e non sopporta la clausura del lockdown? Si può dire “Buone feste natalizie” agli orfani, che non possono avvicinarsi nemmeno ai nonni o alle zie, inadeguati ma desiderati sostituti dei genitori? Si può infine dire buon Natale, o buone feste natalizie, agli stessi nonni e zii costretti a contemplare la loro vecchiaia improvvisamente vuota di presenze e di senso? No che non si può, a meno di essere falsi e menzogneri. Questo per tutti loro

Una sorpresa bella della catechesi IC

I colloqui di discernimento in videochiamata o in presenza,  prima della prima Comunione e della Cresima. Quella che sto per raccontare è una delle più belle storie del mio vissuto da catechista, un’esperienza fiorita inaspettatamente sul terreno duro, quasi impraticabile del lockdown e del coronavirus .  Incomincio dall’inizio. I percorsi della diocesi di Milano prevedono, nell’anno della prima Comunione eucaristica, i colloqui di discernimento familiari: si tratta di incontri tra le catechiste e le famiglie, che possono avvenire in casa del bambino o all’oratorio. Il dialogo comprende tre momenti: la memoria (rivediamo insieme l’itinerario percorso), il ringraziamento (il bambino e i genitori scelgono l’episodio più bello vissuto durante la catechesi e insieme ringraziamo il Signore con una preghiera) e il rilancio (il bambino sceglie un passo da compiere per andare verso Gesù). In questa situazione,  di lockdown in cui i contatti in presenza sono vietati, ho pensato di ricorrere al

2. Dopo la prima Comunione, per capire e vivere il Mistero in CIVF - 2

Per una catechesi dell’IC a vicinanza di famiglie. Dedicato alle catechiste del terzo o quarto anno della catechesi IC. Seconda parte. Questo incontro è la continuazione del primo sullo stesso argomento e sarà seguito da un terzo. Che cosa ha già scoperto il bambino prima di incominciare questo incontro? (Prerequisito) Il bambino con la sua famiglia ha esplorato, nella riflessione rievocativa, nella preghiera e nel gioco, l’esperienza della prima Comunione, approfondendo ciò che ha vissuto e scoprendone gradualmente la Bellezza. Dove vogliamo arrivare? (Obiettivo principale) Vogliamo che il bambino, insieme alla sua famiglia, tragga dall’esperienza della prima Comunione suggerimenti e indicazioni per un futuro di vita piena con Gesù. Attività Vissuto  Prima attività: riflettiamo per camminare più spediti Registriamo un videomessaggio, passando alternativamente dalla p.78 del sussidio al nostro viso: “ (Viso) Dopo aver ricevuto la prima Comunione, ti sei accorto di non essere più come

1. Dopo la prima Comunione, per capire e vivere il Mistero - 1

  Per una catechesi dell’IC a vicinanza di famiglie.  Dedicato alle catechiste del terzo o quarto anno della catechesi IC. Prima parte. Come riprendere il discorso della Prima Comunione da poco ricevuta, perché i bambini penetrino profondamente ciò che hanno vissuto, ne percepiscano la bellezza vitale e sentano l’esigenza di continuare un cammino che riserverà ad ogni passo delle buone sorprese, nei momenti facili e difficili della vita? Il sussidio Con te! Amici della diocesi di Milano presenta uno spezzone di percorso alle pp. 70 e 71, 78 e 79: alla necessità di rendere adatti alle capacità e alle caratteristiche del nostro gruppo i percorsi del sussidio, in questo periodo di secondo lockdown , si aggiunge l’esigenza di una catechesi … a distanza? No! Da remoto? No no, i cristiani non conoscono queste parole, perché nella loro vita non  si praticano distanze: il Battesimo stesso, rendendoli tutti fratelli, le ha eliminate. E allora? E allora si tratta di imparare la CIVF: una Cateche