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Visualizzazione dei post da luglio, 2021

Poveri preti, nostri malmenati dei

Avanti cattolici, è arrivato il momento di difendere e sostenere i nostri preti! Tutti noi stiamo soffrendo moltissimo per ciò che sta accadendo nella Chiesa e spesso ci sentiamo costretti a chinare il capo nella vergogna: gli sbagli di tanti consacrati pesano sulle nostre anime e ci coinvolgono in maniera forte, direi insopportabile, scatenando una serie di perché, che restano per lo più senza risposta. Spesso evitiamo di parlarne e ci rifugiamo nella preghiera. Se la sofferenza è giusta e la preghiera sacrosanta, la vergogna non ha però ragioni, perché dimentica le migliaia di sacerdoti santi, che portano avanti il proprio ministero con tenacia e passione, soffrendo mancanze di tutti i tipi e accontentandosi della gioia aspra, sebbene profonda, che viene dal rapporto con Dio e con i fratelli. In un tempo non molto lontano,  i preti, e in particolare i parroci, erano considerati il centro affidabile, amato e venerato di ogni comunità. “L’ha detto il signor curato”: era questa la frase

Chi ha vinto a Wembley?

Ma è proprio vero che a Wembley l'Italia ha vinto? Confesso di non avere mai capito il calcio. Da piccola sentivo i miei parenti discutere animatamente in cortile, difendendo l’ Inter  o la Juve, e dai loro discorsi traevo divertimento per contagio, ma non mi chiedevo chi avesse ragione: semplicemente non mi sembrava sensato schierarsi da una parte o dall’altra… in fondo, vincere o perdere erano fatti loro, dei giocatori, i miei interessi erano altri. Un giorno uno zio, grande tifoso della Juventus , cercò di spiegarmi la bellezza del calcio come spettacolo; non mi convinse per nulla: per me spettacolo erano il teatro, l’opera, i concerti, perfino la lettura, se nutrita di immaginazione, insomma tutto ciò che raccontava una storia. Il calcio invece che cosa narrava? Nulla, a parte corse, corpi sudati, gesti scomposti, passioni immotivate, qualche imprecazione… Molto banalmente mi chiedevo che cosa ci fosse di bello nel riuscire a infilare una sfera di gomma in una specie di arco q

A come amicizia

  Percorso sull'amicizia abbinato alla lettera A, per la classe prima primaria, nell'ambito dell' educazione linguistica, con esempi e offerta di materiale, anche in podcast. All'inizio dell'anno scolastico, i bambini sentono il forte bisogno di socializzare per conoscersi e imparare a fidarsi gli uni degli altri. Il percorso verso l'amicizia è un cammino che richiede tempi adeguati e un certo impegno: le attività che seguono vogliono favorire questo itinerario, senza  però forzarlo né imporlo. N.B. L'educazione relazionale può essere affidata a qualunque docente del team , purché la  programmazione sia collegiale; in questo caso è consegnata all'insegnante dell'area linguistica e quindi abbinata a una lettera dell'alfabeto e ad attività relative alla comprensione e alla logica. Sfondo integratore: L'albero solo non più solo. PRIMA PUNTATA: - La solitudine e l'incontro: nasce l'amicizia ASCOLTO  Una volta, in un cortile deserto, sorg

Se la morte non fa più paura (podcast e testo scritto)

  Che cosa rimane a un genitore che perde un figlio? Rimangono giornate depredate di amore e di vita, ore vuote di senso e pesanti di dolore... P odcast di Elikya  (iniziativa dei missionari comboniani) e commento scritto   al Vangelo di Matteo 9,18-25. Per ascoltare dal podcast cliccare sul cerchietto giallo con una freccia bianca al centro. Dal Vangelo secondo Matteo, capitolo 9, versetti da 18 a 25. Mentre diceva loro queste cose, giunse uno dei capi che gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell'istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo

Storia di una colocoli (testo scritto e video)

Come si acchiappano i sogni? Come si trasformano in progetti? Questa storia fantastica e reale cerca di rispondere, raccontando le vicende della Consulta per la disabilità della diocesi di Milano.  Il racconto, scritto dall'autrice del blog,  è magistralmente narrato con disegni, musiche e animazioni in un video opera di due fratelli straordinari: Stefano, di 12 anni, che ha curato tutta la parte iconica e cinestetica, e Samuele, di 6, che ha pensato alla musica. Due fantastici figli di Dio, di Chiara e di Giorgio, che ringrazio dal profondo del cuore.  C'erano una volta i sogni... Anzi c'erano una volta e ci sono anche adesso. Tutti sanno che i sogni volano perché sono alati, ma pochissimi sanno che, prima di avere le ali, i sogni sono semplici palloncini legati a un filo, come quelli che si comperano nelle fiere dei paesi: per conquistare le ali, i sogni devono essere visti e usati da qualcuno. Tante persone però non alzano mai gli occhi da terra e quindi non li possono