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Visualizzazione dei post da settembre, 2020

Cose nuove e cose vecchie... ma poco usate

La disabilità nel nuovo Direttorio per la catechesi: un commento metaforico, intrecciato con i documenti precedenti e tanti esempi. Da questo contributo è stato tratto un articolo pubblicato nel sito per la disabilità della diocesi di Milano.  Mi è sempre piaciuta l’immagine suggestiva (pur se surreale, per il tempo dell’usa e getta) del padre di famiglia che tira fuori dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie (Mt 13,52). Da piccola mi chiedevo dove avesse trovato il tesoro quel papà e che cosa avrebbe fatto delle cose che tirava fuori: le teneva tutte o ne scartava qualcuna? Forse buttava via quelle vecchie e teneva quelle nuove? La parabola non lo dice. Immaginavo un padre chino su un sacco colmo, un po’ come Babbo Natale, intento a pescare oggetti preziosi e a distribuirli ai suoi bambini: otto bambini come i miei fratelli. Anche mio papà ogni tanto (alla mattina presto perché lavorava di notte) portava a casa un sacco di plastica: dentro c’erano vestiti e giocattoli usati donati da

Prima durante... e dopo?

Spazio estetico e spazio sociale: siamo a una svolta? Conversazione libera  sul futuro. La società della globalizzazione in cui viviamo, che ha trasformato il mondo in un unico villaggio, è chiamata società “del rischio” o “liquida” da sociologi notissimi come Bauman e Taylor, perché in essa, ancor prima del coronavirus , la crisi era diventata la norma. Tento velocemente di dipingerne un affresco, con pochissime pennellate e quindi in estrema sintesi, per delineare a grandi linee la base socio storica sulla quale si è innestato il mostro del covid . Prima La globalizzazione ha sostituito la modernità societaria, nata poco dopo la seconda guerra mondiale, periodo in cui l’identità nazionale era abbastanza forte, lo spazio sociale sufficientemente ampio, i valori normativi normalmente riconosciuti e le istituzioni ancora valide. L’equilibrio pur precario della guerra fredda tra i due blocchi USA - URSS manteneva il mondo in relativa sicurezza.  Una prima scossa alla stabilità delle ist

I triangoli e la canoa

Ecco una riflessione sulla trasformazione del conflitto. I primi cinque paragrafi possono servire a tutti gli educatori, mentre i punti 6,7 e 8 sono dedicati ai catechisti. In appendice riporto uno schema progettuale per dei laboratori da attivare a scuola o, con delle modifiche, all'oratorio estivo. Tutte le attività presentate sono state collaudate e hanno dato ottimi risultati, sia sul piano delle acquisizioni teoriche sia a livello comportamentale. Poiché migliorano le capacità empatiche, i laboratori di educazione relazionale  si sono rivelati particolarmente utili per i gruppi ospitanti bambini in situazioni di conflittualità con fratellini o nonni affetti da disabilità cognitive e/o da disturbi del comportamento.                 1.        Che cos’è il conflitto? Che cos’è un conflitto? Intanto il termine non è sinonimo né di violenza né di guerra, ma indica una situazione di contrapposizione tra più persone o gruppi che intendono raggiungere scopi diversi. Il ricorso alla