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Visualizzazione dei post da luglio, 2020

Emmaus in chiave MISCE

Rileggiamo la vicenda di Emmaus, ispirandoci ai dipinti di Arcabas, e cercando di vedere che cosa ha da dire al nostro ministero.   Nel dipinto di Arcabas i due discepoli di Emmaus sono in cammino con Gesù, però non lo riconoscono: l’evidenza della sua morte è penetrata così profondamente attraverso i loro sensi, da stringere il cuore nella morsa della certezza che non lo rivedranno mai più. E questa certezza, unita alla sensazione del fallimento di una vicenda nella quale avevano creduto, è così forte e irreversibile da mettere sul volto del Maestro una specie di maschera immaginaria, che gli vela i lineamenti. Il Signore li incontra stanchi e delusi, li lascia parlare, raccoglie le loro confidenze e le loro lacrime, capisce la confusione della loro mente e lo sconvolgimento profondo del loro cuore.  Solo in un secondo momento Egli parla, ma non dice chi è, non li consola, o meglio li consola nell’unico modo possibile: mostra il senso e l’essenza luminosa della croce, articolan

Come lo Spirito trasfigura il malato e il ministro

Invito alla riflessione per scoprire le virtù che rendono bella la persona del MISCE.  Premessa  Parliamo della dimensione personale del ministro straordinario dell’Eucaristia, ponendo l’accento sul suo vissuto spirituale, vissuto che si traduce in una vita moralmente connotata, sul cui percorso fioriscono le virtù cristiane. Il taglio di questa conversazione è quindi di tipo esperienziale; in particolare vorrei parlare di come lo Spirito, attraverso l’esercizio delle virtù, trasfigura l’umano del MISCE e anche dei poveri (poveri di salute, ricchi di anni) a cui porta l’Eucaristia. E questa trasfigurazione altro non è che la conformazione a Cristo. In altre parole, ci troviamo nell’ambito della spiritualità di un cristiano il quale, poiché comprende e gioisce per il dono dell’Eucaristia, si fa tramite, a nome della comunità, della visita di Dio ai suoi poveri: porta Dio ai poveri e i poveri nella Chiesa della quale continuano a far parte. [1] Anche se non dimentichiamo che lo Spirito

Catechisti, è arrivato il Direttorio!

Il nuovo Direttorio per la catechesi letto da una catechista  1 Ricordo molto bene quando, nel 1971, uscì il primo Direttorio per la catechesi, che faceva seguito al Documento di base edito nel '70. Ero ancora minorenne, ma già ero catechista: avevo un gruppetto di sette bambine e nessun catechismo tra le mani, perché “il Pio X” ormai non si usava più e i catechismi nuovi non erano ancora usciti. Così presi una sacra Scrittura e mi lanciai nella narrazione, che immediatamente affascinò le mie piccole ascoltatrici. Poi ricordo che negli anni seguenti costruimmo un quaderno su cui incollavamo articoli con problemi religiosi interessanti e uscivamo spesso per la catechesi all’aperto, nei boschi o in oratorio. I parroci di allora si fidavano delle catechiste: le mandavano ai corsi diocesani, le sorvegliavano con discrezione all’inizio e poi lasciavano loro un’autonomia che accendeva sempre di più la passione. Erano tempi forti quelli. I nostri genitori, i nonni e i loro amici par

Semplificare e schematizzare i testi

E' bene che insegnanti e catechisti di bambini portatori di disabilità imparino a semplificare e schematizzare i testi, in modo da renderli accessibili ai piccoli in difficoltà. Questo articolo mostra come si svolge questo lavoro passo dopo passo. 1. Semplificare i testi  Quando si ha a che fare con dei ragazzi portatori di disabilità cognitiva anche lieve (ma lo stesso discorso vale anche per i bambini di origine straniera), occorre tenere presente che solitamente essi possiedono un vocabolario limitato, una conoscenza della lingua ridotta e un non facile accesso all’astrazione. Con loro quindi non utilizzeremo metafore, numeri, sigle, ma immagini e sagome: l’uso delle sagome per la narrazione e la drammatizzazione ha infatti un grande potere di coinvolgimento, perché mette in atto la capacità visiva e la comunicazione oggettuale.  Con questi bambini è inoltre particolarmente adatto il linguaggio narrativo, ma occorre ricordare che anche testi che a noi sembrano facili, come i