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Semplificare e schematizzare i testi

E' bene che insegnanti e catechisti di bambini portatori di disabilità imparino a semplificare e schematizzare i testi, in modo da renderli accessibili ai piccoli in difficoltà. Questo articolo mostra come si svolge questo lavoro passo dopo passo.

1. Semplificare i testi 

Quando si ha a che fare con dei ragazzi portatori di disabilità cognitiva anche lieve (ma lo stesso discorso vale anche per i bambini di origine straniera), occorre tenere presente che solitamente essi possiedono un vocabolario limitato, una conoscenza della lingua ridotta e un non facile accesso all’astrazione. Con loro quindi non utilizzeremo metafore, numeri, sigle, ma immagini e sagome: l’uso delle sagome per la narrazione e la drammatizzazione ha infatti un grande potere di coinvolgimento, perché mette in atto la capacità visiva e la comunicazione oggettuale. 
Con questi bambini è inoltre particolarmente adatto il linguaggio narrativo, ma occorre ricordare che anche testi che a noi sembrano facili, come i brani evangelici, per loro potrebbero risultare difficili. Per questo vale la pena imparare ad applicare alcune regole che servono a semplificare i testi, il che non significa solamente accorciarli né tanto meno riassumerli. 

1a. Primo esempio: la favoletta

In particolare cercheremo di apprendere e rispettare i criteri che seguono. Partiamo dalla favoletta della chiocciola e della farfalla. 

La chiocciola e la farfalla 

C’era una volta una chiocciola che si era stancata di camminare piano piano: voleva correre come le lepri o, meglio ancora, volare come le farfalle. Era molto arrabbiata con il suo guscio, perché era lenta per colpa sua. Era così scontenta di se stessa che pensava di essere brutta e non riusciva a vedere le sue buone qualità. Tutto il mondo ormai le sembrava grigio e non le piacevano più nemmeno i petali delle margherite che erano sempre state il suo piatto preferito. 
Un giorno, mentre come sempre era immersa nei suoi tristi pensieri, sentì arrivare da lontano il tuono che annunciava il temporale. Subito si rannicchiò nel suo guscio e aspettò che giungesse la pioggia. Mentre sonnecchiava attendendo il tamburellare dell’acqua, sentì una vocina fievole che chiedeva aiuto. Guardò attentamente e vide una farfallina rossa e lilla che si era riparata sotto una foglia di castagno, ma temeva di essere raggiunta dall’acquazzone: se se si fosse bagnata le ali, non avrebbe più potuto volare. “Presto!” gridò la chiocciola “Vieni da me, farfalla, vieni nella mia casa! Staremo un po’ strette, ma ti salverai!”. 
Senza farselo ripetere, la farfalla corse a rifugiarsi nel guscio della chiocciola e parlò a lungo con l’ospite mentre il temporale poco per volta si allontanava brontolando nel cielo. “Si sta bene qui da te” disse la farfallina. “Sei così bella e colorata” rispose la lumaca. “Davvero?” rispose la farfalla sorpresa: “Io invece ho sempre ammirato i disegni screziati del tuo guscio! Sono bellissimi!”. Parlando parlando, la lumachina imparò grandi cose dall’amica, che vedeva tutto dall’alto e poteva scegliere i fiori più belli, ma con suo grande stupore scoprì che anche lei poteva darle delle bellissime informazioni: ad esempio conosceva i giochi delle cavallette e delle formiche tra le radici degli alberi e il punto in cui l’erba spuntava dalla terra morbida; sapeva dove rifugiarsi a pensare nella pace e com’era bello contemplare le strisce di luce che il sole disegnava sul muschio del sottobosco. Essere lenta in fondo era anche un grande vantaggio! 
Quando la pioggia cessò, le due amiche uscirono a vedere l’arcobaleno e salutarono il sole, che finalmente era ritornato a splendere. “Come ti chiami?” chiese la chiocciola. “Leggera” rispose la farfalla: “E tu?” la lumaca ci pensò un po’ e poi disse fieramente: “Lenta!” e aggiunse: “Il mio guscio mi rende lenta, ma può servire a te quando c’è il temporale e anche di notte, se vuoi ripararti dall’umidità”. “Ci puoi contare” disse l’amica “Ma io che cosa posso fare per te?”. “Potresti volare e cercare i prati di margherite, ma anche vedere dall’alto i pericoli e avvisarmi” rispose la lumaca. “Benissimo” disse la farfalla e da quel giorno le due amiche non si lasciarono mai più: si erano accorte infatti che la loro vita era diventata molto più bella, colorata e luminosa! 

Criteri e loro applicazione (per chiarezza scrivo in corsivo la versione originale della favola, in grassetto la versione modificata.) 

1. Se è necessario, precisiamo il titolo e aggiungiamo delle immagini, usandole come rinforzo per la comprensione del testo. 

La chiocciola e la farfalla 
La chiocciola incontra la farfalla   

Sarebbe bene inserire un disegno

2. Usiamo il presente storico. 
sentì una vocina  
sente una vocina 

3. Utilizziamo solo il vocabolario di base[1] e inseriamo spiegazioni o perifrasi per le parole più difficili. 

sentì una vocina fievole 
sente una vocina leggera (o bassa) 

non riusciva a vedere le sue buone qualità 
La chiocciola non si sente bella e brava. 

4. Ordiniamo le informazioni in senso logico e cronologico, eliminando flash back e anticipazioni. 

Era molto arrabbiata con il suo guscio, perché era lenta per colpa sua. 
La chiocciola ha il guscio. Con il guscio la chiocciola va piano piano. La chiocciola è arrabbiata. 

… se se si fosse bagnata le ali, non avrebbe più potuto volare. 
Elimino l’anticipazione 

“Io invece ho sempre ammirato i disegni screziati del tuo guscio!” 
“I disegni del tuo guscio sono belli!” 

… le due amiche non si lasciarono mai più: si erano accorte infatti che la loro vita era diventata molto più bella … 
La chiocciola e la farfalla sono contente e non si lasciano più. 

5. Scriviamo frasi brevi, nucleari o semplici, e testi non molto lunghi. 

C’era una volta una chiocciola che si era stancata di camminare piano piano. 
C’è una chiocciola. La chiocciola cammina piano. La chiocciola è stanca.

6. Costruendo le frasi rispettiamo preferibilmente l’ordine SVO (Soggetto, predicato Verbale, complemento Oggetto). 

rispose la chiocciola 
la chiocciola risponde 

7. Usiamo soltanto i modi verbali finiti e la forma attiva. 

Mentre sonnecchiava attendendo il tamburellare dell’acqua … 
La chiocciola ha sonno e aspetta il rumore dell’acqua. 

… temeva di essere raggiunta dall’acquazzone 
L’acqua arriva vicino alla farfalla. La farfalla ha paura. 

8. Non usiamo la forma impersonale del verbo: meglio esplicitare sempre il soggetto. 

“Si sta bene qui da te” 
"Sto bene qui" oppure: La farfalla sta bene nel guscio della chiocciola. 

9. Nelle frasi, usiamo preferibilmente la coordinazione (cioè i connettivi e, o, ma ….) ed evitiamo per quanto possibile la subordinazione (poiché, perché, siccome, quando, mentre, appena, affinché, che, se, purché, qualora, sebbene, laddove, cosicché, sicché, al punto che …). 

Era così scontenta di se stessa che pensava di essere brutta … 
La chiocciola non è contenta e si sente brutta. 

10. Ricordiamoci di esplicitare (e talvolta ripetere) ogni informazione. 

Tutto il mondo ormai le sembrava grigio.
La chiocciola cammina troppo piano. Alla chiocciola non piace più.
 

11. Ripetiamo i nomi, evitando i sinonimi e l’uso dei pronomi. 

La lumaca ci pensò un po’ ,
La chiocciola pensa un po’ 

Senza farselo ripetere 
La farfalla corre subito nel guscio della chiocciola.

12. Evitiamo le personificazioni non necessarie che potrebbero distrarre o non essere comprese (non “il consiglio pastorale”, ma “i consiglieri della Chiesa” ). 

… conosceva i giochi delle cavallette e delle formiche tra le radici degli alberi e il punto in cui l’erba spuntava dalla terra morbida; sapeva com'era bello contemplare le strisce di luce che il sole disegnava sul muschio del sottobosco . 
La chiocciola dice: “Io conosco le cavallette e le formiche, le radici degli alberi, la terra morbida e le strisce di luce del sole sul muschio.” 

13. Se possibile, tralasciamo le informazioni astratte e l’uso del simbolismo. 

… si erano accorte infatti che la loro vita era diventata molto più bella, colorata e luminosa! 
La chiocciola e la farfalla stanno insieme e sono contente. 

In conclusione, seguendo i criteri presentati, un raccontino come quello che ha aperto il nostro lavoro potrebbe essere trasformato nel modo seguente. 

La chiocciola incontra la farfalla 

C’è una chiocciola. 
La chiocciola porta il guscio e va piano piano.
La chiocciola è stanca. 
Disegno di una chiocciola

La chiocciola è arrabbiata, non è contenta, si sente brutta.  
Alla chiocciola non piace più niente. 
Alla chiocciola non piacciono più neanche i petali delle margherite, il suo piatto preferito. 
La chiocciola è triste.
 
Arriva il temporale. 
La chiocciola entra nel suo guscio e aspetta la pioggia.
La pioggia arriva.
Disegni della pioggia e di un guscio da chiocciola.

La chiocciola ha sonno.
Una vocina leggera grida: “Aiuto, aiuto!” 
La chiocciola guarda e vede una farfallina gialla e lilla. 
La farfallina è sotto una foglia di castagno, ma ha paura dell’acqua. 
Disegni di una foglia di castagno e di una farfalla.

La chiocciola grida: “Presto! Vieni qui farfalla, vieni nel mio guscio!”. 
Subito la farfalla corre nel guscio della chiocciola. 
La farfalla parla tanto con la chiocciola. 
La farfalla dice alla chiocciola: “Sto bene qui con te”. 
La chiocciola dice alla farfalla: “Sei bella e hai tanti colori”. 
La farfalla risponde: “Sono bellissimi i disegni del tuo guscio!". 
La farfalla dice anche: “Io vedo i fiori dall’alto”. 
La chiocciola dice: “Io conosco le cavallette e le formiche, le radici degli alberi, la terra morbida e le strisce di luce del sole sul muschio. Nell'erba sto in pace. Sono lenta e mi piace”. 
Ora la pioggia non cade più. 
La chiocciola e la farfalla guardano il sole e l’arcobaleno.
Disegno dell'arcobaleno e del sole.

La chiocciola chiede alla farfalla: “Qual è il tuo nome??”. 
La farfalla risponde: “Il mio nome è Leggera. Qual è il tuo nome?”. 
La chiocciola risponde: “Il mio nome è Lenta. Il mio guscio serve ancora?”. 
La farfalla dice: “Certo! Ma che cosa faccio per te?”. 
La chiocciola risponde: “Vola e cerca i prati di margherite, vedi i pericoli e avvisi me”. 
La farfalla dice: “Benissimo”. 
La farfalla e la chiocciola sono contente e non si lasciano più. 
Disegno della chiocciola e della farfalla insieme.

1b. Secondo esempio: il brano evangelico

Dal sussidio Con te! Figli, tappa otto del primo anno di catechesi, pp. 58 e 59. 

Maria di Magdala stava vicino al sepolcro e piangeva. 
Coniughiamo i verbi al presente storico e spieghiamo brevemente il ruolo dei personaggi. 
Maria di Magdala, l’amica di Gesù, sta vicino alla tomba di Gesù e piange. 

Si voltò indietro e vide Gesù, in piedi, senza sapere che era Gesù.
Evitiamo i verbi all'infinito e abbreviamo le frasi aumentando i segni d'interpunzione. 
Arriva Gesù. Gesù è vivo. Maria vede Gesù, ma non riconosce Gesù. Gesù è in piedi.
 
Gesù le disse: “Donna, perché piangi? Chi cerchi?” 
Eliminiamo i pronomi 
Gesù dice a Maria : “Piangi donna? Perché?”
 
Lei pensò che fosse il custode del giardino e gli disse: “Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove hai messo il corpo di Gesù e io andrò a prenderlo”. 
Gesù le disse: “Maria!” 
Eliminiamo le parole difficili e i rapporti di subordinazione. 
Maria vede un giardiniere e dice: “Signore, hai portato via Gesù?  Voglio il corpo di Gesù!” 
Però il giardiniere non è il giardiniere, ma è Gesù! 
Gesù dice a Maria: “Maria!” 

Lei si voltò e rispose: “Maestro mio!” 
Esplicitiamo le informazioni implicite 
Maria si gira verso Gesù, vede che è Gesù e dice: “Maestro mio!” 
Allora Maria andò ad annunciare ai discepoli: “Ho visto il Signore!” 
Poi Maria va dagli amici di Gesù e racconta: “Ho visto il Signore Gesù!” 

Il lavoro di semplificazione dei testi potrebbe sembrare complesso e difficile, ma in realtà non è così. Le prime volte dovremo consultare ogni tanto la tabella e gli esempi, ma poi il lavoro verrà da sé e si plasmerà naturalmente sulle conoscenze e capacità dei bambini. Non è necessario che si tratti di un lavoro perfetto: l’essenziale è che si riesca a facilitare la comprensione. 


2. Schematizzare i testi 

Se i testi semplificati possono servire per i bambini con disabilità cognitiva lieve, per quelli tra loro che presentano un ritardo più consistente, di tipo medio, è spesso necessario mettere in campo la tecnica della schematizzazione testuale anche con l’uso delle immagini. Torniamo per questo ai testi sui quali stiamo lavorando. 

2a. La chiocciola incontra la farfalla 

Cominciamo con il dividere il raccontino, già semplificato, in sequenze, andando a capo ogni volta in cui nella narrazione cambiano il tempo, il luogo, i personaggi o le azioni. 

C’è una chiocciola. La chiocciola porta il guscio e va piano piano. 

La chiocciola è stanca, è arrabbiata, non è contenta, si sente brutta. La chiocciola non crede che è brava. 
Alla chiocciola non piace più niente. Alla chiocciola non piacciono più neanche i petali delle margherite, il suo piatto preferito. 
La chiocciola è triste. 

Arriva il temporale. 

La chiocciola entra nel suo guscio e aspetta la pioggia. 
La chiocciola ha sonno. 

Una vocina leggera grida: “Aiuto, aiuto!” 
La chiocciola guarda e vede una farfallina gialla e lilla. La farfallina è sotto una foglia di castagno, ma ha paura dell’acqua. 

La chiocciola grida: “Presto! Vieni qui farfalla, vieni nel mio guscio”. 
Subito la farfalla corre nel guscio della chiocciola. La farfalla parla tanto con la chiocciola. 

La farfalla dice alla chiocciola: “Sto bene qui con te”. La chiocciola dice alla farfalla: “Tu sei bella e colorata”. La farfalla risponde: “Sono bellissimi i disegni del tuo guscio!”. 
La farfalla dice anche: “Io vedo i fiori dall’alto”. 
La chiocciola dice: “Io conosco le cavallette e le formiche, le radici degli alberi, la terra morbida e le strisce di luce del sole sul muschio. Sono lenta e mi piace”. 

Ora la pioggia non cade più. La chiocciola e la farfalla guardano il sole e l’arcobaleno. 
La chiocciola chiede alla farfalla: “Qual è il tuo nome?”. La farfalla risponde: “Il mio nome è Leggera. E qual è il tuo nome?”. La chiocciola risponde: “Il mio nome è Lenta. Il mio guscio serve ancora a Leggera?”. 
La farfalla dice: “Certo! Che cosa faccio per Lenta?”. La chiocciola risponde: “Vola e cerca i prati di margherite, vedi i pericoli e avvisa”. 
La farfalla dice: “Benissimo”. 

La farfalla e la chiocciola sono contente e stanno sempre insieme. 

Ora estrapoliamo dal testo soltanto le informazioni indispensabili e le inseriamo in uno schema, rispettando le sequenze e accompagnandole con dei disegni: 

Una chiocciola porta il guscio e cammina piano piano.
La chiocciola non è contenta.

Arriva il temporale.

La chiocciola entra nel suo guscio.

Un farfalla grida: "Aiuto!"
La farfalla ha paura della pioggia.

La chiocciola dice: "Farfalla, entra nel mio guscio".
La farfalla entra nel guscio della chiocciola.

La chiocciola e la farfalla parlano tanto.
La chiocciola e la farfalla diventano grandi amiche.

La chiocciola è contenta.
La farfalla è contenta.


2b. Secondo esempio: Gesù appare a Maria di Magdala 

a) Dividiamo il racconto semplificato in sequenze. 

Maria di Magdala, l’amica di Gesù, è vicina alla tomba di Gesù e piange. 

Maria vede Gesù, ma non riconosce Gesù. 
Gesù è in piedi. 

Gesù parla a Maria. 

Maria dice: “Signore, hai portato via Gesù? Dove hai messo il suo corpo?” 

Gesù dice a Maria: “Maria!” 

Maria si gira verso Gesù, riconosce Gesù e dice: “Maestro mio!” 

Poi Maria va dagli amici di Gesù e racconta: “Io ho visto il Signore Gesù!” 

b)Inseriamo in un diagramma di flusso le informazioni essenziali.

Gesù è morto.
Gesù è nella tomba.

Maria di Magdala è l'amica di Gesù.

Maria va alla tomba di Gesù.
Maria piange.

Arriva Gesù.
Gesù è vivo.

Maria non riconosce Gesù.

Gesù chiama Maria.

Maria ora riconosce Gesù.
Maria è felice.

Maria va dagli amici di Gesù.
Maria dice: "Ho visto Gesù".


N.B. Diagrammi come questi, scritti su dei cartelloni e appesi alle pareti, possono servire utilmente da fissatori mnemonici per tutti i bambini: spesso, quando si programmano attività a partire dai bambini con disabilità ci si accorge che si lavora meglio anche con gli altri bambini. Anche in questo senso i piccoli disabili sono per tutti quanti una grande risorsa.

Mariarosa Tettamanti


[1] Vedi ad esempio in Internet il vocabolario di base Treccani. 


Immagine di copertina tratta da NEOSiAM 2020