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L'alternativa - 9* Puntata - Il volo


L'alternativa (Racconto a puntate - Nona puntata)

Nel regno dell’inverosimile

Il volo

Atterrarono a Fiumicino e si godettero Roma per tutta la giornata seguente. Furono ricevuti dal Papa, che ebbe per tutti parole di affetto e si fermò a parlare a lungo con John.
La mattina dopo, molto presto, mentre i ragazzi dormivano ancora, nel vano della porta si stagliò la figura luminosa di Rafael: era ora di andare. Mariam diede un bacio a Josef e uscì. Dopo pochi passi i suoi piedi non toccavano più la terra e poi si alzarono nell’aria fresca. Era bellissimo uscire dalla pesantezza del corpo, camminare dentro il cielo, volare come i gabbiani.
All’alba erano sopra Milano e poco dopo furono nelle radici di un tempo, nella terra del lago. Scese leggera e si mescolò tra la gente. Come si aspettava, nessuno la riconobbe.
Mariam si avvicinò al suo vecchio cortile e un nodo di commozione le serrò la gola: vide le sorelle, i fratelli, i nipoti, vide la loro felicità e si sentì profondamente contenta. Tutti avevano dimenticato la sua assenza: l’Amato aveva mantenuto le sue promesse.

Mentre il sole si levava glorioso nel cielo, Mariam si alzò di nuovo e tornò dai figli e dal marito. Scivolò nel letto leggera, appena in tempo per vedere che anche Josef faceva la stessa cosa. Si strinsero senza parole: l’uno avrebbe rispettato il segreto dell’altra e viceversa.
Nei giorni seguenti tutti insieme visitarono Venezia, Firenze, Napoli e Palermo. I ragazzi erano estasiati: perfino Lazàr sembrava incantato davanti al prodigio dell’arte italiana. Più tardi fu la volta di Parigi, Londra, Berlino, Madrid e Atene: le menti svelte dei figli di Mariam captavano segnali meravigliosi e le loro anime si commuovevano nel contemplare la grandezza dell’umanità. Così fu a New York e a Los Angeles, nel Messico e in India. Mai il loro piccolo aereo aveva volato così tanto.

Si fermarono all’inizio delle Olimpiadi. I ragazzi parteciparono a quasi tutte le gare ovunque vincendo. Accettavano le medaglie ridendo e immediatamente le consegnavano al padre. Il Sudan balzò in cima al medagliere e il pubblico impazziva per questi atleti di cui nessuno aveva mai saputo nulla. Ammiravano la grazia e l’eleganza di Miriam nell’atletica leggera e nel pattinaggio, la potenza nella corsa e nel nuoto di James e di John, la precisione di Pierre nel tiro a segno e nel lancio del giavellotto… e andavano in visibilio. Nessuno arrivò a supporre che si trattasse di fratelli. Cominciarono poi le Paralimpiadi e tutti fecero il tifo per Andrea, che vinse le gare di corsa e di palla volo.
Alle prove mondiali di matematica si distinsero tutti quanti, ognuno nella propria categoria, alle gare di scacchi rimasero in gara solo loro e lottarono con concentrazione e allegria l’uno contro l’altro. Per accontentare anche Meg, diedero alle stampe il suo primo libretto illustrato, insieme a un romanzo scritto da Andrea.
E finalmente venne il giorno della consegna del Nobel. Girava voce che questa volta i due misteriosi ricercatori sarebbero stati presenti e la tensione di giornalisti e pubblico era altissima. Quando vennero chiamati, Josef e Pierre salirono sul palcoscenico e dopo un breve discorso di ringraziamento dichiararono di essere padre e figlio; poi ringraziarono il resto della famiglia e… fuggirono di corsa verso il loro aereo, appostato poco lontano. Si lasciarono alle spalle le noie della gloria e tornarono a casa, verso le gioie del dovere.

Dopo questo viaggio, la vita per la famiglia Salvadores si ridistese tranquilla, in giornate laboriose e allegre. I ragazzi crebbero e ognuno prese la propria strada.
Pierre entrò in politica e divenne presidente della Federazione mondiale degli Stati che lui stesso aveva contribuito a fondare; John divenne prete, poi vescovo, e in breve tempo fu chiamato dal conclave a succedere al vecchio Papa, che aveva aspettato proprio lui, per decidersi a mettere il piede in Paradiso. Andrea guarì e divenne uno scrittore molto apprezzato, mentre James continuò le ricerche del padre, riuscendo a sconfiggere malattie fino ad allora giudicate incurabili. Miriam preferì seppellirsi in una scuola dell’infanzia, dove insegnò ai bambini sentendosi perfettamente felice, Meg passò da un’attività all’altra, ovunque raccogliendo successi, e Lazàr… non lo sappiamo, perché mentre questa storia finisce lui si sta allontanando per la prima volta da casa, alla conquista del mondo… Sappiamo solo che finalmente la vecchia Terra stava avendo con i figli di Mariam un periodo senza fine di pace e di benessere.

Mariarosa Tettamanti

Immagine di copertina tratta da Children, parents and nannies, childcare illustrations, di Anastasiia AsiOsi.


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Nota 
Questo racconto è completamente inventato. Qualsiasi riferimento a persone o situazioni è puramente casuale. Grazie!!!!