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L'alternativa - 6* Puntata - La visibilità dell'invisibile

L'alternativa (Racconto a puntate - Quinta puntata )

La visibilità dell’invisibile

Quando si svegliò, trovò Josef accanto al letto. Le sorrideva: “Pensavo che non ti saresti svegliata più. Ora andiamo a casa, i ragazzi hanno aspettato anche troppo”. Non le chiese dove fosse finito il bambino e Mariam non disse niente. Le dispiaceva lasciare la cameretta, ma Josef non le permise d’indugiare.
Nel giardino di casa trovò tutti i figli che aspettavano in silenzio il suo arrivo. Li abbracciò e mormorò a Josef: “Portami nella nostra camera, sono ancora stanca”. Josef l’accompagnò e le mostrò qualcosa sul comodino accanto al letto: era una bellissima fotografia di Daniele tra le sue braccia. L’obiettivo l’aveva colto in un momento di gioia. Mariam guardò gli occhi luminosi del figlio e di nuovo le spuntarono le lacrime. Josef l’abbracciò a lungo, senza fretta, poi la spogliò, l’aiutò a infilarsi la camicia da notte e la mise a letto. “Di’ ai ragazzi di non venire per ora, voglio stare sola”. Si sentiva svuotata come una bambola di stracci, le pareva di non provare più nessun sentimento e non aveva desideri, nemmeno quello di pregare, anzi si sentiva completamente chiusa al Cielo; serrò gli occhi e cercò di non pensare.
Dopo un po’ sentì che la porta si apriva piano: “Vediamo chi è il primo” pensò stancamente. Era Meg. Aveva il suo coniglietto di peluche in una mano e un libro più grande di lei nell’altra. Mariam riconobbe il Vangelo illustrato che le avevano regalato per il suo ultimo compleanno. Senza esitare, la bambina gettò libro e pupazzo sul letto, poi si arrampicò anche lei e si avvicinò carponi alla mamma. Mariam decise di non aprire gli occhi. La bambina spinse il coniglietto tra le braccia della madre e poi aprì il Vangelo a caso e lesse: «Venite a me voi tutti che siete oppressi e io vi ristorerò». Suo malgrado Mariam fiorì in un leggero sorriso interiore, riconoscendo che l’Amato l’aveva raggiunta attraverso le parole della sua intraprendente bambina… la quale intanto era sparita, portata via al volo da qualcuno dei famigliari.
La seconda visita fu doppia. Miriam arrivò con il piccolo di casa: “Mamma, Lazàr ha sofferto per la tua mancanza. Non riesce mai ad addormentarsi. Prendilo, ti prego”. Mariam allungò le braccia: il bambino si accovacciò sul suo ventre, emise un profondo respiro di sollievo e di soddisfazione, le sorprese entrambe dicendo per la prima volta “mamma” e si addormentò di colpo. In un’altra occasione Mariam avrebbe gridato a tutto il mondo la prodezza del suo bimbo di pochi mesi, ma ora si limitò a chiudere gli occhi e a cercare un po’ di sonno.
Non ci riuscì, perché subito dopo arrivò Pierre. Professionale come sempre, le sentì il polso e la fronte e non la disturbò oltre. Dietro a lui c’era James, che aspettava ansioso il responso del fratello.
John invece le prese la mano, si sedette accanto al letto e incominciò a parlare. Mariam non capiva nulla di ciò che stava dicendo, ma si lasciava calmare e addolcire dal suono delle sue parole, musicali e suadenti. Sarebbe rimasta così tutta la notte, ma anche John se ne andò.
Quando entrò Andrea, non disse nulla, solo mise la testa nella mano della madre e pianse come un bambino; Mariam accarezzò il suo capo con l’altra mano, ma ancora non riusciva parlare.
Rimasta sola un’altra volta, piombò nel dormiveglia, ma poco dopo, tra i tormenti limacciosi del limbo in cui si trovava, sentì la vocetta acuta di Meg, che si alzava sopra a quelle smorzate dei fratelli: “Ho detto che devo chiedere una cosa alla mamma!”. "Se Meg ha deciso di entrare, entrerà" pensò stancamente Mariam e infatti eccola lì, la sua bimba caparbia, impettita e tutta contenuta in 4 anni decisi a far valere i suoi diritti: “Mamma, che cosa vuol dire -L’essenziale è invisibile agli occhi?”. “Vieni qui” disse Mariàm “Stai leggendo Il piccolo principe?”. Le fece posto nel letto, dalla parte opposta rispetto a Lazàr che continuava a dormire, e le chiese: “Che cosa vedi in questo momento nel mio cuore?”. Il visetto della piccola si contrasse in un'espressione grave, una smorfia di dispiacere e di comprensione, che la fece sembrare per un attimo molto adulta: “Vedo tanta tristezza, mamma, perché Daniele è morto”. “Con che cosa la vedi questa tristezza Meg, con i tuoi occhi verdi?”. Mariam ora sorrideva, mentre parlava dolcemente, cercando di contenere e nascondere il dolore. La bimba guardò incerta il sorriso della mamma e poi la cinse con le braccia. “No” esclamò e aggiunse illuminandosi: “La vedo con il cuore! Ho capito! Mamma, sto dipingendo in giardino sul cavalletto di Miriam. Ho dipinto l’albero della magnolia. Vieni a vedere!” ma per fortuna Meg fu trascinata via e questa volta la porta venne chiusa a chiave.
Venuta la sera, arrivò Josef, tolse Lazàr dalle braccia di Mariam e lo mise addormentato nella culla, poi si svestì, entrò nel letto e strinse a sé la moglie. Rimasero così, pelle contro pelle, finché l’uomo sentì che il sangue incominciava a scorrere libero nel corpo della donna e la sua anima a svegliarsi.
Il giorno dopo la vita ricominciò. C’era tanto dolore in più, ma anche tanta gioia. Mariam pensava spesso a una frase che apparteneva alla sua prima vita: “La felicità perfetta c’è solo in Paradiso”.

Autrice Ignota

Immagine di copertina tratta da Children, parents and nannies, childcare illustrations, di Anastasiia AsiOsi.

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Nota 
Questo racconto è completamente inventato. Qualsiasi riferimento a persone o situazioni è puramente casuale. Grazie!!!!