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L'alternativa - 5* Puntata - Daniele

L'alternativa (Racconto a puntate - Quinta puntata)

Daniele

Venne purtroppo troppo presto il giorno del Grande Passo: Mariam lo capì vedendo l’espressione solenne che si era dipinta sul volto del Custode. Urlò silenziosamente, prendendosi il capo tra le mani.
Daniele la chiamò: “Mamma, vieni a mangiare con me”. Mariam prese una tazza, versò del latte, aggiunse zucchero e pane e si avvicinò al piccolo. “Devi mangiare con me” insistette lui. Allora Mariam prese un altro cucchiaio e mangiarono un po’ ciascuno. La donna sperò contro l’evidenza: forse aveva visto male, forse c’era ancora un po’ di tempo.
Dopo aver mangiato, Daniele chiese di dire le preghiere e poi disse ciò che lei non avrebbe mai voluto sentirsi dire: “Mamma, non voglio più morire, voglio restare sempre con te”. Mariam era disorientata, sgomenta, non sapeva che cosa dirgli… Fu allora che il Custode per la prima volta si mosse, prese tra le mani il viso del bambino, l’accostò al suo e senza parole gli ricordò com’era arrivato fin lì. Alla fine del misterioso dialogo, il piccolo disse guardando la mamma: “Va bene. Dammi un bacio” e si addormentò. Nel sonno era agitato, confuso, si vedeva che la sua piccola mente era preda degli incubi. Incominciò poi a respirare a fatica, non migliorò neanche con l’ossigeno. La camera intanto si era riempita di altre Presenze. Daniele disse: “Aiutami, mamma”. Lei lo sistemò meglio sui cuscini e lo abbracciò: il piccolo parve contento.
Più tardi il bimbo disse ancora: “Ho sete”. Mariam prese un po’ di aranciata, mise una cannuccia tra le piccole labbra e tentò di dargli da bere, ma il bambino l’assaggiò appena.
Arrivarono i ragazzi e si fermarono sulla soglia: Daniele li guardò, ma poi tenne lo sguardo fisso sulla mamma. Quando fu il momento, aprì le braccia e gridò: era un urlo faticoso e straziante, quasi da adulto. “Che cosa devo fare adesso” pensò Mariam “che cosa si aspetta da me il Figlio dell’Uomo?”.
Non fece niente, rimase lì ferma, in piedi vicino al figlio, finché sentì la vocetta del bambino recitare il «Padre nostro». Quando arrivò a «Sia fatta la tua volontà» la piccola voce si spense e Mariam seppe che tutto era finito. Dai ragazzi inginocchiati si alzò un applauso che suonò strano e inopportuno in quel luogo e in quella situazione.
Mariam li mandò via e salì sul lettino, come aveva fatto tante volte per prendere tra le braccia il suo bambino. La testolina appoggiata al suo seno, il piccolo corpo incastrato nel suo, le gambine penzoloni e le braccia inerti, che sfioravano le lenzuola… restò così finché il Custode si avvicinò al lettino, le tolse il bimbo e si avviò verso la porta.
“Aspetta!” gridò Mariam come una furia, lasciando esplodere il dolore e la rabbia trattenuti fino a quel momento: “Dov’eri tu, quando il mio bambino ha fatto per la prima volta il Grande Passo? Perché non sei bastato tu, perché ha voluto rifare il Grande Passo?”. Il Custode la guardò con occhi infinitamente capaci di comprendere e rispose, senza parole ma con dolcezza: “Anche intorno alla croce di Cristo c’era una moltitudine di angeli, ma Lui aveva occhi solo per sua madre”. Allungò un’ala in una rapida carezza e volò via con il bambino.
Mariam avrebbe voluto urlare: “Ridammelo, è mio!”, invece si accovacciò nell’incavo del materassino in cui aveva dormito Daniele, si coprì con le lenzuola che l’avevano coperto e incominciò a dondolarsi avanti e indietro, ululando a bassa voce come un cucciolo ferito. Non si accorse nemmeno che John era entrato nella camera e si era seduto silenziosamente in fondo al letto. Mariam rimase così per ore, fino a quando il piccolo locale s’illuminò e nel vano della porta apparve Gabriel. La donna alzò appena il volto a guardare l’angelo e non s’inginocchiò.
“Il Figlio di Dio ti ringrazia per ciò che hai fatto, il bambino è tra le sue braccia” disse l’arcangelo e se ne andò, lasciando nella camera i riflessi colorati delle grandi ali, ma senza parole di conforto per il suo dolore. Anche John scivolò fuori senza alcun rumore.
Allora Mariam incominciò a piangere e le lacrime sciolsero un poco la sua rabbia. Finalmente si addormentò e dormì senza sogni e senza incubi, immersa in una strana atmosfera di colori e di profumi.


Autrice Ignota

Immagine di copertina tratta da Children, parents and nannies, childcare illustrations, di Anastasiia AsiOsi.


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Nota 
Questo racconto è completamente inventato. Qualsiasi riferimento a persone o situazioni è puramente casuale. Grazie!!!!