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L'alternativa - 3* Puntata - Andrea

L'alternativa (racconto a puntate - Terza puntata)

3

 Andrea

Entrò nella camera di Andrea: il ragazzo era scuro in viso e lei comprese che l’aspettava la solita lotta. “Stasera saltiamo, puoi andare a letto”. Mariam si sedette sul letto, si chinò sul figlio, gli spettinò i capelli. “Perché?” chiese “Perché non serve a niente”. Mariam pensò dapprima di tentare un approccio scherzoso, ma qualcosa nell’espressione del figlio le fece cambiare idea. “Tu sai che non è vero” disse. Alzò le coperte e aggiunse: “Pensi che le tue gambe sarebbero così belle e non completamente rattrappite se non ti fossi curato in questi anni?”. “A che cosa serve che siano belle se non le posso usare?” “Anche questo non è vero. Pensa a tutti i passi che hai fatto e a come sei più autonomo rispetto al passato”. “Se devo restare così, è meglio che muoia. Voglio essere come gli altri”. “Siamo proprio giù questa volta” pensò Mariam preoccupata. “Certamente migliorerai, ma nessuno per ora può dirti quanto”. Baciò sulla fronte il figlio, che si ritrasse scontroso, e prese la siringa preparata da Rafael. “No” disse deciso il ragazzo. “Ti prego, girati” supplicò Mariam e allora Andrea si girò. Con la sinistra Mariam gli abbassò il pigiama e gli slip e in un attimo praticò l’iniezione. Poi aprì la porta della camera e fece entrare Joseph. Sventolando il fonendo come un trofeo, il babbo si avvicinò al figlio, gli slacciò la camicia del pigiama e lo auscultò. “Tutto bene, un campione come sempre” disse ridendo. Anche Andrea rise, un po’ forzatamente, e Mariam come sempre ammirò le maniere sbrigative del marito. Subito dopo arrivarono i fratelli per la fisioterapia: lavorarono a turno, scherzando con il paziente. La tempesta era passata anche questa volta.
Rafael stava ancora armeggiando in cucina: con un colpo aggraziato dell’ala toglieva la polvere dai mobili e dal pavimento. “Puoi andare Rafael, grazie. Ci vediamo domani mattina”. L’angelo ringraziò con un cenno del volto delicato, poi uscì sulla veranda laterale, aprì le ali e sparì nella notte con uno spolverio di luci quasi invisibile. “PortaGli il mio amore” avrebbe voluto dirgli Mariam, ma non osò.
Quando entrò nella sua camera, si sentiva stanca. Joseph l’aspettava in piedi vicino al letto. Mariam si avvicinò e l’abbracciò senza parlare. Si baciarono a lungo e si spogliarono a vicenda, senza fretta e con rispetto. Poi Mariam si coricò nuda sul letto e Joseph si stese accanto a lei. Le carezze divennero intime finché l’uomo aprì con delicatezza le gambe della moglie ed entrò in lei. Dopo il momento in cui ognuno dei due consegnò all’altro i sensi raccolti in un unico grido di esultanza, Mariam ringraziò l’Onnisciente per aver lasciato all’umanità esiliata questa magnifica occasione di gioco. Certo non si trattava di una felicità grande come quella del tempo eterno, ma era sicuramente una delle più grandi del tempo umano.

Autrice Ignota

Immagine di copertina tratta da Children, parents and nannies, childcare illustrations, di Anastasiia AsiOsi.

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Nota 
Questo racconto è completamente inventato. Qualsiasi riferimento a persone o situazioni è puramente casuale. Grazie!!!!