Umberto, o la magia della differenza. Umberto era mio cugino e abitava nel mio stesso cortile. Lui era diverso da noi. Prima di tutto non aveva età e questa per noi era una realtà così chiara che non ci chiedemmo mai quanti anni avesse. Faceva infatti parte della magia di Umberto essere uomo e bambino insieme: era un adulto affidabile e forte quando veniva a prenderci a scuola, portava le nostre tre cartelle per mezzo chilometro e costringeva alla fuga precipitosa i soliti bulli che tentavano di prenderci in giro, ma diventava un bambino quando giocava con noi a “rèla” o piangeva forte perché aveva il mal di pancia. La seconda diversità di Umberto consisteva in un pensiero filosofico e poetico tutto suo, nel quale coincidevano desiderio e realtà: come sapeva passare da un'età all'altra, lui era in grado di transitare con leggerezza dal reale al fantastico e viceversa. A volte diceva, con assoluta certezza, che avrebbe sposato la maestra e raccontava tutti i particolari del mat...