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L'alternativa - Antefatto e 1* puntata - Mariam e i suoi figli


Ho ricevuto questa mattina, nella cassetta della posta, un pacco di fogli che ho letto sorprendendomi non poco. Si tratta di una storia a puntate. Pubblico la prima e, dato che non voglio tediare nessuno, pubblicherò le altre soltanto se almeno uno dei lettori, che forse avrò la ventura d’incontrare, mi dirà di farlo.
Mariarosa T.


Prefazione

Ci fu un tempo nella mia vita in cui fui costretta a stare chiusa in camera con un forte dolore al trigemino. Tra i fumi dei farmaci che lenivano poco e male il dolore e i momenti in cui le fitte si facevano insopportabili, oltre a pregare e a stare in compagnia dei miei nipoti, poiché sembrava che i miei giorni dovessero finire in quella specie di tomba, volli inventarmi un’esistenza alternativa, una vita che fosse l’opposto di quella che mi ero scelta. Incominciai a scrivere e per un po’ di giorni la cosa funzionò, poi smisi. 
Ripresi a scrivere anni dopo, quando mi trovai di nuovo chiusa in casa come miliardi di persone in tutto il mondo, per l’imperversare del covid, una pandemia mortale che si era presentata più di un anno prima, imponendo a tutta l'umanità limitazioni esperienziali e relazionali gravose. Ciò che andavo scrivendo si presentava come una storia un po' assurda, un po' senza senso, ma poi successe qualcosa... 
Ora, chi leggerà questa storia dovrà arrivare al termine, perché la chiave di tutto il discorso si troverà lì. Altrimenti non incominci nemmeno: il senso della storia è nell'epilogo.  Chi legge si abitui inoltre a farsi delle domande e ad aspettare le risposte, perché non tutto al momento sarà chiaro. Buona lettura!
L'autrice ignota

L'alternativa

Antefatto
 
Quando si svegliò sulla spiaggia, M. era molto confusa e si sentiva diversa. Sapeva che tutto era incominciato su una panchina, ma non ricordava altro. Davanti a lei rumoreggiava il mare, intorno si stendeva il deserto. Respirò a pieni polmoni il profumo della salsedine e cercò di capire che cosa fosse cambiato in lei: oltre al nome (ora si chiamava Mariam) si sentiva molto più giovane, più alta, più agile e snella e decisamente più bella. 
Stava pensando con soddisfazione che il suo nuovo aspetto le piaceva molto più del precedente, quando vide venire verso di lei un uomo: aveva circa la sua età ed era molto attraente. Disse di chiamarsi Josef, Josef Salvadores, e anche lui sembrava confuso. Non appena si guardarono però seppero entrambi, nello stesso istante, che erano lì per stare insieme  e fu così che molto semplicemente s'innamorarono l'uno dell'altra, senza nessuna esitazione e senza domande. 
Alle loro spalle c'era una grande villa, immersa in un parco. Una villa nel deserto era una cosa molto strana, ma d'altra parte sembrava che non ci fosse nulla di normale in quella situazione. Si presero per mano e si avvicinarono. Fu allora che quello che da lontano sembrava un cancello si aprì con un fruscio, mostrandosi per ciò che era in realtà: due grandi ali color dell'aria. I due giovani entrarono e incominciarono a vivere insieme...

20 anni dopo. Nel regno del possibile 

1. Mariam e i suoi figli

Mariam scese nel prato davanti a casa con Lazàr tra le braccia. Rafael aveva già steso la coperta sull’erba e la donna vi adagiò il bambino. Il neonato si mise a ridere gorgogliando, perché sapeva per esperienza che a quel punto sarebbero arrivate le coccole della mamma. “Brigante” sussurrò Mariam e mise il bimbo a pancia in giù. Poi incominciò a massaggiargli dolcemente la schiena. Lazàr inarcò il dorso ed emise una serie di gridolini, sottolineando con entusiasmo i gesti della mamma. La donna girò quindi il bambino e continuò le carezze con metodo e delicatezza, passando dalle gambette al piccolo addome grassottello, alle spalle e alle braccia. Si fermò per solleticare i piedini e mettersi in bocca le manine fingendo di mangiarle. Lazàr rideva a gola spiegata e tentava di afferrare il viso della mamma. Subito dopo Mariam lo mise seduto, gli parlò con estrema dolcezza, gli aprì le mani e fece scorrere tra le piccolissime dita, che si erano immediatamente richiuse, una collanina, un foulard, un po’ di riso, una manciata di pasta, un pugno di farina, tre o quattro perline. Ogni tanto si fermava a contemplare le conchigliette perfette delle manine del suo bambino. Da ultimo, mise il piccolo carponi sull’erba e lasciò che tentasse da solo i primi passi a quattro zampe. Lazàr reagì benissimo e a Mariam scappò una risatina: “Fra un po’ gattonerai perfettamente. La precocità dei Salvadores è salva”. Avrebbe voluto condividere questo momento con Rafael, ma sapeva che si sarebbe raccolto nella sua riservatezza e non avrebbe parlato. Lo guardò con riconoscenza, mentre lui apparecchiava la grande tavola da pranzo sotto i tigli, e continuò a giocare con il piccolo fino a quando sentì il fruscio leggero delle ali di Micael, il Difensore. 
Allora chiamò Joseph gridando ad alta voce e lo vide arrivare di corsa dal laboratorio: per nulla al mondo avrebbe rinunciato a vedere l’arrivo dei figli a mezzogiorno. Mentre le ali immense di Micael si richiudevano piano e Joseph le cingeva le spalle, ecco arrivare la carrozzina di Andrea, spinta da John (il futuro reverendo John), il quale non era disposto a cedere il privilegio del servizio a nessuno dei fratelli. Insieme, da veri gemelli bicolori, si rincorrevano ridendo e spingendosi a vicenda Pierre e James. L’intelligenza di Pierre sembrava visibile dietro la fronte alta e i capelli scuri, che non riuscivano a nascondere la vivacità degli occhi verdi. James invece era il prototipo della bellezza: aveva la grazia unica dei denka, eppure non c’era in lui nulla di effeminato. Miriam, 16 anni d’incanto, era un po’ discosta dai fratelli e Magdalena, la piccola, deliziosa Meg, stava seduta sulle gambe di Andrea, come una principessina sul suo trono mobile. 
Quando videro i genitori con Lazàr, i ragazzi incominciarono a correre improvvisando una finta gara, ma prima di arrivare si ritirarono piano per lasciare il passo alla dolce Miriam: toccava a lei il primo abbraccio con il principino. Con una velocità incredibile, i figli di Mariam si precipitarono alla tavola apparecchiata e, dopo una rapida preghiera, accompagnata dal turbinare del piccolo di casa tra le braccia dell’uno e dell’altro, si gettarono sul cibo preparato da Rafael. La felicità era visibile, solida: correva intorno al tavolo e disegnava una specie di cerchio. Dove sedeva Andrea, però, la gioia era lievemente offuscata: sembrava che ci fosse qualcosa che lo minacciasse. Mariam sospirò, lo guardò e lui le rimandò un sorriso incerto.

Autrice Ignota

Immagine di copertina  tratta da Children, parents and nannies, childcare illustrations, di Anastasiia AsiOsi.


Vai alla seconda puntata: 
Una vita alternativa - 2* Puntata - Meg

Qui trovi tutte le puntate:

Nota 
Questo racconto è completamente inventato. Qualsiasi riferimento a persone o situazioni è puramente casuale. Grazie!!!!