Chi critica i critici? Da un articolo di Gad Lerner a una supplica diretta a Papa Francesco.
I chiacchiericci? Ma come si permette questo sconosciuto Catone, come si permette di ipotizzare un peccato altrui prima che sia commesso, invece di pensare come tutti noi ai propri peccati?
Un parroco in televisione: che bello!!!
E quanto al parroco, questo è proprio ciò che noi volevamo: un parroco in televisione. Ormai la TV è diventata il nostro secondo paese, forse addirittura la nostra seconda parrocchietta: perché non ci hai pensato prima papa Francesco? Avevamo davvero bisogno di un parroco in TV, così la RAI ci sembrerà meno estranea, più nostra, più familiare, perfino più intelligente. Tutto sommato noi ci siamo affezionati a questa scalcagnata televisione e perfino ai tanti piccoli “parroci” che la popolano, pontificando dai loro pulpiti, che si tengono ben stretti.Finalmente una celebrità come si deve
La mia Lucetta (Scaraffia), invece, donna forte e molto competente, che io ho sempre ammirato, ha detto che il Papa non sarebbe dovuto andare in TV per non diventare una celebrity qualsiasi. Lucetta, Lucetta, non hai ancora capito che noi siamo stufi delle tante celebrity che non valgono una cicca e aspettavamo proprio una vera celebrità da ammirare, seguire, amare… e volevamo proprio vederla in televisione? Non hai visto come si è illuminato lo schermo quando è apparso lui? Tutto ha preso luce, perché lui è il rappresentante di Cristo in terra, te lo sei dimenticato?Ha detto tante cose belle il Papa, ma a quanto pare nessuno ne parla e non si capisce perché. Io ne riporto una sola: il clericalismo e la mondanità sono i più grandi mali della Chiesa. Potente. E opportuno. Perché se è vero che sono gli abusi a deturpare più a fondo il volto della Chiesa, è anche vero che essi sono una conseguenza di questi due primordiali mali: estirpando il clericalismo e la mondanità, non potremmo non imprimere agli uomini di Chiesa una sterzata decisa nella direzione dell'autentica spiritualità, fatta anche di ascesi e autocontrollo, togliendo agli abusi il terreno in cui germogliare e tagliandoli alle radici.
Un Papa di minoranza?
Dice poi Lerner: “Resterà un Papa di minoranza”… ma quale minoranza? Lui è il Papa della maggioranza, della maggioranza che conta, perché è il nostro Papa. Dice parole che anche noi capiamo e sulle quali siamo pienamente d'accordo; noi, la maggioranza un tempo silenziosa e ora non più, una maggioranza dotata di lingua e di corde vocali robuste, che nei social trova la possibilità di farsi sentire.Attenti Soloni e Catoni, siamo noi a riempire i vostri piatti, noi con il nostro lavoro duro e le nostre tasse, noi che diamo a Cesare ciò che ci chiede senza fiatare, noi che paghiamo il canone televisivo, noi che amiamo il Papa, noi che… guai a chi ce lo tocca il nostro Francesco. Giù le mani, anzi giù le parole da lui!
Ora parliamo noi… e sapete che cosa diciamo? Distogliamo lo sguardo disgustato da voi e ci rivolgiamo direttamente a lui: “Ti raccomandiamo, papa Francesco, torna ancora: da Fazio, da Vespa, da Giletti e perfino dalla D’Urso e dalla Palombelli a Forum, o da chi vuoi tu, però torna in televisione, torna a dire con la tua presenza che quello scatolone lì non è del tutto inutile”.
Mariarosa Tettamanti
Immagine di copertina tratta da La storia di Papa Francesco di Francesca Assirelli
Immagine di copertina tratta da La storia di Papa Francesco di Francesca Assirelli