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Quanto mi piace andare a Messa!

Suggerimenti per la partecipazione dei bambini alla Messa domenicale. 
Articolo dedicato ai catechisti dell'IC e ai presbiteri in cura d'anime.
Per la proposta sintetica vedi il post "Pedagogia eucaristica"

Carissimo catechista, carissimo signor parroco (o vicario parrocchiale),
credo che tutti ormai abbiamo capito che la celebrazione eucaristica, per i bambini d’oggi, ha una lunghezza superiore alle loro capacità di attenzione. Il coinvolgimento dei sensi e dell’intelligenza multipla, di cui abbiamo parlato nei contributi precedenti, migliora decisamente la situazione, ma non la risolve. Esistono invece delle modalità di intervento che rendono i bambini “protagonisti secondi” della Messa (Gesù è il "protagonista primo" ovviamente), favorendo la loro partecipazione attiva e quindi aumentando il loro interesse. Vediamole insieme.

Una convinzione da sfatare e un... supplizio da evitare

Innanzitutto sfatiamo una delle convinzioni errate di tanti genitori, che fanno questo bel discorsetto: “Mio figlio non vuole andare a Messa e io non me la sento di obbligarlo. Devo già obbligarlo ad andare a scuola e a fare sport, non voglio costringerlo anche a partecipare alla Messa”. A questi genitori rispondiamo (con delicatezza) che i loro bambini si trovano ancora nell’età dell’eteronomia morale e quindi hanno proprio bisogno di essere obbligati. Essere lasciati in balia dei loro impulsi (in questo caso della loro pigrizia) è il peggior regalo che  possano ricevere. Se un genitore è convinto dell’importanza della Messa, non solo può, ma deve obbligare i figli a partecipare, come li obbliga ad andare a scuola e in palestra. Diversamente, comunicherà l'idea che l'istruzione scolastica e lo sport sono fondamentali per la vita, mentre la Messa non lo è. In secondo luogo, l'interesse per la celebrazione eucaristica nei bambini si alza moltissimo se gli stessi vedono l'interesse e la partecipazione dei genitori, quindi... lasciamo a loro la conclusione.

Detto questo, tocca a noi operatori pastorali fare in modo che la partecipazione alla celebrazione eucaristica non si trasformi in un supplizio insopportabile per i bambini, ma rimanga l'occasione più bella per incontrarsi con Gesù e con la propria comunità. E' una sfida: così come siamo riusciti a rendere attrattiva la catechesi, per cui un po' dovunque le assenze si sono ridotte e i bambini di solito arrivano prima e poi non vogliono mai andarsene, nello stesso modo dobbiamo imparare a comunicare la bellezza della Messa. 
Per questo presento sette accorgimenti e una serie di gesti rituali, finalizzati a immergere i bimbi nello stupore celebrativo e ad alzare il livello della loro partecipazione, favorendo nel contempo la comprensione dei significati e dei simboli liturgici. Senza dimenticare due cose importanti: 1) la via migliore per appassionare i bambini alla Messa rimane quella di impegnarli nella ministerialità del servizio all'altare (chierichetti); 2) i suggerimenti presentati non sono ricette miracolose, ma proposte da verificare in base alla disponibilità delle varie situazioni. 

Accorgimenti

1) Questo primo punto in realtà non è soltanto un accorgimento, ma un passaggio previo alla partecipazione alla Messa, studiato e sperimentato dai percorsi catechistici diocesani di Milano. Si tratta di mettere in atto, durante la catechesi, delle microcelebrazioni, che prevedano l'uso di gesti e di simboli liturgici, in modo che i bambini, agendoli in precedenza e ritrovandoli poi nella Messa, ne comprendano il significato. 
2) Come raccomanda  il messale dei fanciulli al n. 9, poniamo molta attenzione all’ambiente, soprattutto ai colori, alle luci (il buio deprime i bambini) e alla temperatura (al freddo e al caldo eccessivo i bambini fanno molta più fatica a concentrarsi). 
3) Non pretendiamo che i bimbi stiano a Messa fermi e zitti come soldatini. A proposito di questo suggerimento, conservo un ricordo molto vivo della mia infanzia, cioè di quei tempi in cui avevo una maestra severa e religiosa, che veniva regolarmente in chiesa e, se mi vedeva chiacchierare, il giorno dopo a scuola mi redarguiva aspramente; ebbene, io ero più contenta quando lei non c’era, così potevo parlare un po’ con le mie compagne: questa possibilità rendeva molto più piacevole partecipare alla celebrazione. Nei momenti centrali dell'Eucaristia, però, tutte le chiacchiere si spegnevano, perché ci pensavano le suore a dirigere dolcemente all’altare la nostra attenzione. La loro indulgenza rappresentava per noi la bontà di Gesù.
4) E' molto bello e proficuo invitare i bambini a colazione e a giocare un po' con il Vangelo della domenica un'ora prima della Messa, come fanno talvolta i bimbi dell'ACR. In alternativa (o anche contemporaneamente), si possono radunare dopo, per l'aperitivo o anche soltanto per giocare all'oratorio, oppure è possibile suggerire ai genitori di mettere in atto qualche "rito familiare di complemento alla Messa", come il dolce da acquistare al bar vicino alla chiesa e consumare poi a casa, o la visita alla vecchia zia che ha le tasche colme di caramelle, o ancora una corsa al camposanto a trovare i nonni e così via: associare attività calde e divertenti alla Messa significa fissarle insieme nella memoria emotiva, creando ricordi belli ed emozioni piacevoli.
5) I bambini hanno bisogno di vedere i grandi pregare, per capire il più presto possibile la differenza tra Gesù e i personaggi dei cartoni animati o dei racconti fantastici. Per questo forse vale la pena di lasciarli qualche volta nelle panche vicino ai genitori o comunque  mescolati a giovani o adulti significativi (educatori o MISCE ad esempio) anziché tenerli sempre davanti, schierati tra loro. Anche a livello comportamentale, l'esempio dei grandi spesso giova più di tante nostre parole.
6) E' necessario che i bambini si sentano parte viva della comunità e non un gruppo a sé, magari privilegiato. Per questo i gesti che seguono saranno svolti, nella maggior parte dei casi, da bambini e adulti insieme.
7) Ovviamente tutti i gesti suggeriti andranno resi congruenti con il tema specifico, espresso nelle letture e nel formulario, di ogni celebrazione.

Gesti

Sappiamo, almeno dai tempi del Dewey, che i bimbi in età infantile e scolare, per partecipare in profondità a qualsiasi evento, hanno bisogno di “fare”, di muoversi, di essere direttamente interpellati dagli adulti di riferimento. Che cosa possono fare durante la Messa, per entrare profondamente nella celebrazione, senza alterarla né travisare il senso altissimo dei suoi gesti? 
Elenco le possibili azioni, partendo dalle esperienze positive di alcune comunità, attuate negli anni scorsi, e avendo il massimo rispetto per le indicazioni del messale dei fanciulli, soprattutto per quelle note che raccomandano gesti e atteggiamenti sempre "in armonia con il rito", che abbiano "particolare efficacia  pedagogica" ed  evitino "forme eccentriche o teatrali" (n. 8). Quelle che riporto sono comunque esperienze che in diversi casi hanno alzato la frequenza alla Messa di bambini e genitori almeno e di più del quaranta per cento. 

1) Accoglienza. I bambini, sul sagrato della chiesa, danno il benvenuto ai fedeli che arrivano per la Messa, offrendo ad ognuno di loro un foglietto con una frase del Vangelo del giorno. In genere i bimbi si divertono moltissimo, correndo qua e là sulla piazza, ma anche gli adulti si mostrano felici per l’iniziativa. Le risate che s’intrecciano nell’aria mettono tutti di buon umore e contemporaneamente i piccoli sperimentano sia il valore dell’accoglienza come inizio obbligato per ogni relazione sia la bellezza della loro comunità.

2) Processione iniziale (entrando in chiesa davanti ai chierichetti e al celebrante, accompagnati da catechiste, lettori e MISCE).

3) Canto gestualizzato eseguito da tutti i bambini insieme, anche con l’accompagnamento di alcuni strumentini (possono essere sufficienti campanelli e/o maracas). Ovviamente dev’essere un canto allegro, ritmato dal battito delle mani e ben preparato, ma soprattutto  conosciuto da tutta la comunità, in modo che gli adulti lo cantino insieme ai ragazzi.

4) Atto penitenziale. In alcune occasioni, l'atto penitenziale potrebbe avvenire nel modo seguente: il celebrante invita a riconoscere i propri peccati; pausa di silenzio; il celebrante suggerisce due motivi di richiesta di perdono ai quali rispondono solo i ragazzi, due a cui rispondono solo gli adulti e uno al quale rispondono tutti possibilmente in canto (ad esempio, Misericordias Domini in aeterno cantabo); conclusione solita.

5) Processione seguendo il sacerdote che introduce il Vangelo.

6) Omelia dialogata. Spieghiamo ai nostri celebranti che un’omelia dialogata non è un’interrogazione (non c’è nulla che faccia scappare i bambini come un’interrogazione!), ma una conversazione narrativa divertente e “recitata”; se si devono fare delle domande ai bambini si suggeriscano anche le risposte, ad esempio offrendone quattro, tra le quali dev’essere riconoscibilissima quella esatta. I bambini sono felici quando sono in grado di rispondere e d’altra parte nessuno di noi ha il diritto di fare l’esaminatore, soprattutto a Messa: i quesiti sono legittimi quando sono posti  
per catturare l'attenzione dei bimbi (e magari anche degli adulti), non per verificarne la preparazioneSe non è possibile avere un’omelia dialogata, chiediamo che sia almeno breve e, se abbiamo bambini del primo anno, valutiamo la possibilità di portare per loro dei disegni da colorare (cioè delle illustrazioni che rappresentino l’episodio evangelico spiegato durante l’omelia stessa).

7) Preparazione dell’altare (nel rito romano all’inizio della Messa, nel rito ambrosiano dopo l’omelia). Si tratta di stendere la tovaglia sull’altare, con l’aiuto della catechista (o di una MISCE) e di porvi sopra leggio e messale. Se si vogliono impegnare più bambini, con il permesso del celebrante si potrebbero mettere in un angolo dell’altare dei fiori e un lume.

8) Preghiera dei fedeli. È meglio, se si riesce, prepararla durante la catechesi insieme ai bambini, in modo da usare il loro linguaggio e  provarne la lettura, rendendola sciolta e comprensibile. Per le invocazioni, è bene tenere conto delle seguenti realtà: la Chiesa universale, il mondo, i bisognosi, la comunità locale, i bambini e le loro famiglie, i defunti. Ricordiamoci di lasciare qualche invocazione a un lettore adulto.

9) Segno della pace al celebrante e/o ad alcune categorie di persone (ad esempio abbraccio ai genitori).

10) Presentazione delle offerte. Ricordiamoci che le offerte non devono essere simboli, ma dei veri doni, che resteranno ai destinatari (ad esempio, una risma di fogli per l’oratorio, un lavoretto per gli ospiti di una casa di riposo, dei fiori per i defunti della settimana, rose alle mamme per la loro festa…). Ovviamente non dimentichiamo il pane e il vino e ricordiamoci anche di inserire nella processione qualche adulto della comunità, che magari porti un cesto di caramelle da donare ai bambini presenti.

11) Preghiera di ringraziamento alla comunione, da preparare con i bambini, con le stesse attenzioni previste per la preghiera universale, e raccogliendo se possibile le istanze della Parola di Dio del giorno.

Ricordiamo che sarebbe bene declinare didatticamente tutti questi gesti seguendo la “scaletta” indicata dai percorsi diocesani milanesi: 1) spiegare brevemente le modalità di esecuzione; 2) metterli in pratica; 3) riprenderli in catechesi per appropriarsi del loro significato. Tranne l’omelia dialogata e il canto, sono gesti che si possono eseguire in gruppi a turno: la turnazione alza l’interesse dei bimbi, che in genere vogliono provare e poi ripetere tutte le azioni.

Ricordo da ultimo che le strategie descritte sono valide per tutti i bambini, ma sono particolarmente importanti per i bimbi con disabilità intellettive, per i quali la concretezza delle esperienze è assolutamente irrinunciabile.

Ringrazio i liturgisti mons. Magnoli Claudio e don Giovanni Mariani per la revisione del lavoro e i consigli offerti.


Immagine di copertina tratta da This Is My Body di P D.