Mi sembra di essere tra i bambini della scuola primaria, quando formano le squadre di calcio e si contendono il posto di portiere o di attaccante, rivendicando le reti segnate o i palloni presi al volo… Podcast di Elikya (iniziativa dei missionari comboniani) e commento scritto al Vangelo secondo Luca 9, 46 -50.
Dal Vangelo secondo Luca, capitolo 9, versetti da 46 a 50.
Nacque poi una discussione tra loro, chi di loro fosse il più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
La libertà di un paradosso
Mi sembra di essere tra i bambini della scuola primaria, quando formano le squadre di calcio e si contendono il posto di portiere o di attaccante, rivendicando le reti segnate o i palloni presi al volo… oppure tra le bambine, che confrontano i voti avuti a scuola e chiedono alla maestra chi è la prima della classe, per sentirsi rispondere che nessuna è la prima, ma tutte sono uniche, e tutte sanno fare cose bellissime e meravigliose.E c’è poco altro da dire a questo proposito, perché la spada dell’io, conficcata in ogni cuore umano, bambino o adulto che sia, è molto affilata, molto più di quanto si creda. E mi chiedo quanta strada abbiano dovuto percorrere questi uomini, così infantili da discutere su chi sia il più grande tra loro, per arrivare ad essere le colonne della Chiesa e a dare la loro vita nel martirio. E mi chiedo anche quanta pazienza e quanto amore abbia avuto con loro Gesù, questo grandioso maestro e pedagogo, il più grande di tutti i tempi. Gesù, che invece di rimproverarli aspramente come meriterebbero, ribalta per loro le regole della matematica e della geometria: “Chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande”. La libertà di questo paradosso, sperimentato dalla sua mamma nella Visitazione, è comprensibile solo a chi abbia conosciuto e patito fino in fondo l’entità della propria piccolezza.
La spada e il vomere
Il secondo episodio invece mi proietta direttamente nelle nostre comunità cristiane, così difficili da gestire e spesso così chiuse e grette. “Questo qui non fa parte del nostro gruppo, quell’altro non la pensa come noi, questo è preconciliare, l’altro è troppo avanzato…” e poi quella legge non scritta, ma tacitamente dichiarata: “Se io non so fare questa cosa, non la farai nemmeno tu, mia cara”. È sempre la spada dell’io, che punge e ferisce, anche se mascherata dal “noi” in questo caso.Ci sono infatti dentro i nostri cuori ampi territori ancora non coltivati e quindi non generativi, privi di fecondità: sono gli spazi occupati dalle erbacce dell’egoismo, del narcisismo, dell’invidia e della gelosia. Non è facile strappare queste piante maligne dal cuore: hanno radici lunghe e tenaci, che assorbono nutrimento anche e purtroppo dalla cultura odierna, imbevuta di individualismo e di edonismo. Sono gli spazi in cui il Vangelo non riesce ad arrivare, in cui la fede perde forza e tende a scomparire. Scriveva il teologo Moioli: “Occorre battezzare l’incredulo che è dentro di noi. Occorre ricondurre tutto, in sé stessi, alla fede, tutto, anche l’affettività, l’intelligenza e la libertà. Il diventare credenti fino in fondo è la nostra prima croce, è il vero rinnegamento di sé”. Dobbiamo avere il coraggio di lasciar cadere la spada dell’io, se vogliamo liberare le mani per impugnare l'aratro della Parola di Dio.
Una regola disarmante...
Per ciò che riguarda le nostre relazioni, cioè ciò che di più caro abbiamo nella nostra vita, la regola che oggi ci dà Gesù è di una semplicità e di una bellezza disarmanti: “Chi non è contro di voi è per voi”. Questo ci insegna a non vedere nemici ad ogni passo, a non avere paura di chi non la pensa come noi, a camminare nella vita con fiducia, vedendo negli altri degli amici potenziali e dei compagni di viaggio con cui condividere l’avventura bella del vivere, scorgendo diversità che sono risorse e ricchezze e scoprendo soprattutto degli alleati, insieme ai quali combattere i dèmoni dell’egoismo e della depressione che ne è spesso la conseguenza.... e una promessa di guarigione
Perché se la volontà infantile di primeggiare propria degli apostoli fu guarita dalla fiducia che Gesù ripose in loro, c’è speranza anche per noi; anche le nostre malattie spirituali saranno sanate: basta fidarsi e affidarsi… e dimenticare sé stessi nel cuore di Cristo, il luogo più bello per crescere e riposare.
Grazie e buona giornata.
Grazie e buona giornata.
Questo articolo è in realtà un commento chiesto all'autrice dalle suore Comboniane, nell'ambito del progetto "Elikya, la speranza del Vangelo senza confini". Si tratta di un'iniziativa bellissima, che commenta quotidianamente la Parola di Dio, orientando e dando colori nuovi e liberi alle nostre giornate, intrise di fatica, ma anche abitate dalla gioia di sapersi amati da un Dio che è Padre.
Mariarosa Tettamanti
Immagine di copertina tratta da Behance.