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Vedo aggirarsi i démoni

Ma dove sono finiti i cristiani?

Cari amici, vi confesso che la mia mente non è mai stata affollata di domande drammatiche come in questi giorni. Le scrivo, confortata dal fatto che tante persone senza voce si pongono questi stessi quesiti.  Prima di tutto, continuo a chiedermi dove siano finiti i cristiani. 

Guardo nelle piazze e vedo tre tipi di manifestanti:

i genitori che sono stufi di avere i figli tra i piedi e chiedono a gran voce la riapertura delle scuole, appellandosi ovviamente a motivazioni pedagogiche, vere ma superabili; i ragazzi che vogliono tornare tra i banchi (sembrano tanti ma sono pochi); i baristi e i ristoratori che piangono un’inattività che lascia il portafoglio vuoto. Ognuno di loro, pur con tante buone ragioni,  pro domo sua. Ma il cristianesimo non ci dice forse da più di 2000 anni che la vita è il primo valore da difendere, a costo della vita stessa? 

E allora perché

non c’è un cristiano che protesti per i troppi morti che abbiamo in Italia? Perché non vedo né cortei né striscioni che dicano con forza “Vogliamo sapere perché solo da noi i morti, in proporzione ai contagi, sono così spaventosamente numerosi?” Non è questo il primo problema di questa pandemia? Quali piante malvagie abbiamo lasciato crescere nei cuori di molti dei nostri ragazzi (non di tutti per fortuna), se arrivano a pensare che il loro diritto a divertirsi nella movida venga prima del diritto alla vita delle persone fragili? 

Che cosa sta succedendo

a tanti catechisti e insegnanti? Ne ho sentiti troppi invocare scuola e catechesi in presenza, pur essendo sotto gli occhi di tutti il disastro che questa presenza comporta. Perché non capiscono che la voglia di presenza è più loro che dei bambini? E che dentro questa voglia c’è la frenesia di negare il problema e di tornare come prima, senza il peso impegnativo della DAD? Perché non pensare che il Signore ci stia chiedendo qualcosa di diverso e di nuovo… magari il coinvolgimento delle famiglie nella preghiera e nella catechesi, opportunità preziosissima che non abbiamo il diritto di sprecare? Se le nostre chiese sono sempre più vuote e la catechesi, come si dice da più parti, è fallita, perché non ripartire cambiando le carte in tavola, fino a quando la voglia di comunità e di Eucaristia non si farà strada tra la scoperta di un Dio “diverso” e il gusto ritrovato della preghiera? 

Addirittura

ho sentito alcuni genitori accusare i vecchi di frequentare i bar: dove, se i bar sono chiusi? E questo continuo “ora apro ora chiudo” non è pura follia, come dicono i medici e i virologi onesti, che non si concedono al potere? Ora siamo in apertura: quanti morti conteremo prima di tornare a chiudere, quale sterminio di anziani dovremo ancora vedere? Perché non aspettare che si sia in tanti ad essere vaccinati? Soltanto i vecchi delle case di riposo dobbiamo preservare, forse perché pagano la retta? O soltanto gli over 80, perché la loro aspettativa di vita è ormai così ridotta che qualche anno di pensione possiamo ancora concederlo? Una domanda su tutte: possibile che il vaccino più discusso e meno costoso sia adatto solo alle persone in discreta salute, che vanno dai 60 agli 80 anni, cioè a coloro che pesano di più sul sistema sanitario nazionale?
E perché nessuno ci spiega il motivo per cui, invece di usare i soldi per dare una mano a chi rimane senza lavoro, garantendo così la possibilità di una chiusura totale, breve ma risolutiva, si preferisce spenderli nelle terapie intensive?

No,

tanti di noi, pur sperando di sbagliare, incominciano a non credere più che dietro a queste scelte non ci sia un certo disegno: “Meno pensioni e meno spese sanitarie per questi pesi morti… e staremo tutti meglio”. E questo soprattutto nella nostra laboriosa Lombardia, questa Lombardia che proprio noi (le generazioni boomer) abbiamo reso grande e che ormai è irriconoscibile: venduta ai politici e alla mafia, a loro volta venduti al denaro. Una domanda per tutte: possibile che il vaccino più discusso e meno costoso sia adatto solo alla fascia di età che va dai 60 agli 80 anni, cioè a coloro che pesano di più sul sistema sanitario nazionale?

Vedo aggirarsi tra noi i demoni

che decretarono la fine delle grandi civiltà: l’individualismo totalizzante, la corruzione dilagante, l’edonismo senza freni, l’insofferenza per il lavoro, la pigrizia che colonizza la vita, l’assenza di ideali e sopra a tutto la quasi totale assenza dei valori evangelici e umanistici: si sono ulteriormente ridotti gli spazi della solidarietà e della cura per la fragilità, ma anche quelli della dignità personale purtroppo. Eppure dietro l'angolo della storia ci guardano ancora figure luminose come quelle di Teresio Olivelli, Carlo Bianchi e Pia Majno, che con la loro dedizione ci salvarono da una classe politica violenta e antidemocratica. (Vedi a questo proposito in you tube il recente convegno Dalla Resistenza al futuro e vedi anche A. Palini, Ribelle per amore, Ed. Ave)

Ma che cosa aspettarci dal futuro

se un genitore approfitta della sua popolarità per difendere in pubblico il figlio, preferendolo cretino piuttosto che reo, giusto per preservarlo dalla punizione? Se anche fosse vero che il ragazzo non è (o non si crede) colpevole, è questo il modo di divertirsi? In tre sopra una sola ragazza, tutti felicemente ubriachi fradici? Dove sono la dignità e il rispetto? Se fosse mio figlio, gli darei due schiaffoni (a 19 anni può anche prenderseli), lo manderei di corsa all’oratorio e, ovviamente senza abbandonarlo, lo lascerei solo a difendersi in tribunale: se dimostrerà la sua innocenza sarà fiero di averlo fatto, se sarà colpevole pagherà e sul debito liquidato costruirà forse una vita diversa. Perché non ricominciamo a rinvigorire i nostri ragazzi, mettendoli a contatto con le figure che ho citato un attimo fa, invece di nutrirli con le piccole soddisfazioni di un narcisismo lamentoso, protervo e mai sazio?

Io tremo per tanti giovani,

non per la pandemia, ma per il giudizio che loro stessi saranno chiamati a dare su un comportamento che tutto li rende tranne uomini. Tanti peccati saranno perdonati, ma questo edonismo truculento, questo credere che l’essenza della vita sia il divertimento, sarà la loro auto-condanna all’infelicità. Conteremo i suicidi? Signore, abbi pietà di loro, perché non sanno quello che fanno. E abbi pietà anche di noi, poveri cristiani, che stando zitti avvalliamo questo nuovo olocausto, proprio come un tempo i nostri padri non credettero al primo. 

P.S. So di aver presentato una lettura molto semplificata (forse semplicistica) del problema, ma sono anche sicura che questo è ciò che pensa la gente comune di una certa età.

Mariarosa Tettamanti


Immagine di copertina tratta da Poems for children - Picture book illustration (più proprietari)