Come l'anno scorso, offriamo un modello di esplorazione interiore adatto a un esame di coscienza trifronte, che ci permetta di prepararci al Natale, seguendo la parabola della pecora smarrita. Si passa dalla confessio laudis alla confessio vitae per approdare infine alla confessio fidei, secondo le indicazioni del cardinale Martini, poste in rapporto dinamico con i quattro "punti cardinali" della coscienza presentati dal Catechismo della Chiesa Cattolica*.
Buona ricognizione spirituale in compagnia di Gesù e buona rinascita natalizia a tutti voi carissimi! É possibile ascoltare o leggere dal podcast dei Missionari comboniani; per udire, cliccare sul triangolino bianco in cerchio giallo.
Dal Vangelo secondo Matteo, capitolo 18, versetti da 12 a 14.
Mettiamo insieme due esperienze diverse
L’anno scorso di questi tempi siamo entrati con cuore bambino in questa parabola, ma prima ancora, se non sbaglio nel mese di ottobre del ‘24, ci siamo impegnati in un viaggio di esplorazione interiore, cioè in un esame di coscienza particolarmente gioioso. Oggi vorrei invitarvi a mettere insieme queste due esperienze, immergendoci in un’attività che ci aiuti ad attuare un esame di coscienza che si sviluppi attraverso il metodo che abbiamo imparato, a partire però questa volta proprio dalla parabola della pecora smarrita.Questo esercizio, se lo vorremo, potrà servirci per preparare la confessione natalizia, da vivere come una vera rinascita nel grembo della fede, come ama dire il noto confessore don Martinelli. Da questo punto in poi, per creare tra noi un po’ di intimità, uso la seconda persona singolare.
Esploriamo!
Amica, amico, ripensa al Vangelo che hai appena ascoltato e considera la stessa parabola anche nella versione lucana, così da ricostruire tutta la storia:Un pastore che aveva cento pecore un giorno ne perse una. Allora lasciò momentaneamente le altre novantanove e andò a cercare la pecora perduta. Cercò e cercò finché la trovò. La mise sulle spalle e la portò a casa, al sicuro. Chiamò gli amici e i vicini e disse: «Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Nello stesso modo nel cielo vi sarà più gioia per un solo peccatore che si converte che non per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione, perché Dio Padre vuole che nessuno di noi si perda.
Bene, tu sai che il pastore buono è Gesù e la pecora che si perde rappresenta in questo momento proprio te… e me. La parabola ci dice che cosa stiamo facendo e perché lo facciamo: ci stiamo lasciando trovare da Gesù, che ci cerca, e così facendo diamo una grande gioia a tutti gli abitanti del Paradiso. E chiamalo poco!
Immagina ora di sederti con Gesù e di riguardare con lui la tua vita. In mano hai una mappa che riporta i tuoi legami, perché l’esplorazione dell’esistenza cristiana si fa aggirandosi nei terreni fecondati dall’amore.
Sei pronta? Sei pronto?
Vai prima di tutto a est e guarda la qualità della tua sequela: quando stai in compagnia del buon pastore come fanno le pecore affezionate e felici? Quando vai a Messa con gioia, per incontrarti con Lui, ad esempio; quando preghi quotidianamente, per amare, per ringraziare, per chiedere aiuto, perché la tua fede aumenti; quando pensi al Signore durante il giorno e invochi il suo nome con qualche giaculatoria; quando lo ringrazi prima di mangiare; quando lo vai a trovare in chiesa e rimani con Lui per un po’ di dolcissima adorazione…
Quando invece ti allontani da Lui, come ha fatto la pecora disubbidiente e ribelle? Per scoprirlo, ti basta rovesciare le voci precedenti: quando non vai a Messa, quando non preghi quotidianamente e così via.
Ora vai a sud, dove trovi gli altri. Sei felice di stare con loro, come le pecore che non lasciano il gregge, quando cerchi di essere accogliente e gentile; quando aiuti chi ha bisogno; quando intervieni per difendere i più deboli in caso d’ingiustizia; quando presti volentieri ciò che hai, oppure segui le indicazioni della tua parrocchia per agire la carità fraterna; quando rispetti profondamente il corpo, anche virtuale, di tutte le persone che incontri, nella realtà e nel web; quando non ti lasci abitare da sentimenti di possesso nei confronti degli altri…
Al contrario, ti allontani dall’ovile, cioè dalla tua comunità, quando non dai una mano a chi ha bisogno di aiuto; quando cedi ai desideri di supremazia e di dominio sugli altri; quando sei preso dalla frenesia di valere più di tutti; quando deliberatamente escludi qualcuno dalla tua cerchia di amicizie; quando ospiti nel cuore rabbia, odi, antipatie, rancori; quando non cerchi di trasformare i litigi in occasioni di crescita relazionale; quando coltivi desideri di vendetta nei confronti del tuo prossimo; quando fingi di non vedere le ingiustizie; quando usi il corpo fisico o l’identità digitale degli altri in modo scorretto o poco rispettoso; quando non segui le regole della strada e così via.
A ovest ti incontri invece con le cose e l’universo. Vivi felice nel mondo, come le pecore nelle verdi vallate, quando ti fermi ad ammirare la bellezza della natura e ringrazi il Creatore; quando usi con rispetto gli oggetti e gli ambienti… Imbocchi invece sentieri aridi e pericolosi, come la pecora che si è allontanata dal pastore, quando rubi, trafughi o non restituisci gli oggetti avuti in prestito; quando truffi o imbrogli qualcuno; quando sciupi il materiale comune; quando non osservi divieti e obblighi per la protezione della natura; quando sprechi inutilmente il tuo tempo…
A nord, infine, incontri te stesso. Sei contento di te quando non corri inutili pericoli, per non sciupare il dono della vita; quando guardi te stesso come ti guarda Gesù, che ti trova sempre prezioso e straordinario; quando ami la verità e cerchi di essere sincero; quando rispetti il tuo corpo e riconosci che è uno stupendo regalo di Dio; quando segui le indicazioni dei medici che si occupano della tua salute. Sei scontento di te stesso, al contrario, quando ti rassegni alla pigrizia e alle bugie difensive; quando esageri nel nutrirti, nel bere, oppure fai uso di sostanze dannose per la salute...
Bene, ora rivolgiti a Gesù con una preghiera spontanea per esprimere il tuo pentimento e poi scegli un proposito, cioè un passo avanti per riavvicinarti a Lui. Termina con una preghiera finalizzata a rinnovare la tua fede. Puoi scegliere l’atto di fede o il «Credo», oppure un’orazione spontanea.
Credo in te, mio Dio, credo nella tua immensità e onnipotenza, ma soprattutto credo nel tuo amore. Credo che Tu mi vieni a cercare quando mi allontano. So di avere bisogno di Te, soprattutto quando sbaglio, perché solo il tuo perdono mi rimette nella pace e nella gioia. Prendimi tra le tue braccia, Gesù, abbracciami, ora e sempre.
*Il metodo è stato messo a punto e adottato dalla Commissione che ha elaborato i nuovi percorsi catechistici della Diocesi di Milano.
N.B. Questo commento è stato chiesto all'autrice dalle suore Comboniane, nell'ambito del progetto "Elikya, la speranza del Vangelo senza confini", iniziativa bellissima, che presenta quotidianamente la Parola di Dio, orientando e dando colori nuovi e liberi alle nostre giornate, spesso intrise di fatica e di sofferenza, ma anche abitate dalla gioia di sapersi amati da un Dio che è Padre.
Mariarosa Tettamanti, 9 dicembre 202
Immagine di copertina tratta da In Val Varaita di Marco Piacentino.
