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Quando ci vuole ci vuole

Come si concilia la mitezza di Gesù con la frusta di cordicelle, il rovesciamento dei tavoli dei cambiavalute e la cacciata dei mercanti dal tempio? Troviamo la chiave di lettura dell'episodio nella morale eteronoma dei bambini e nell'atteggiamento corretto degli educatori. Per ascoltare dal podcast di Elikya, dei Missionari comboniani, cliccare sul triangolino bianco nel cerchietto giallo. Buon ascolto e buona lettura! 

Dal Vangelo secondo Giovanni, capitolo 2, versetti da 13 a 22.

Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà. Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Una bella scena

Allora… c’era «gente che vendeva buoi, pecore e colombe» e c’erano i cambiavalute seduti, come si addiceva al loro rango e al tipo di lavoro che svolgevano. Questa è l’immagine di un mercato, scusate, si fa fatica a credere che ci si trova in un tempio, cioè in un luogo di culto, nella casa del Signore. 
    Però, quanto è incredibile questo nostro amato Gesù, che improvvisa una frusta di cordicelle e agitandola avanti e indietro riesce a cacciare tutti. Mi sembra di sentire i belati e i muggiti delle bestie spinte fuori dal tempio: una bella scena, non c'è che dire!
    E tuttavia Gesù non si ferma qui: arriva a rovesciare i tavoli dei cambiavalute. No, non è da Lui un comportamento di questo tipo: Lui non è l'Uomo «mite e umile di cuore»? Dov’è finita la sua mitezza?

Le ragioni dell'indignazione

Vuoi vedere che ogni tanto anche la mitezza va sospesa e sostituita con l’indignazione? E se fosse così, davanti a che cosa potrebbe arretrare la mansuetudine?
Davanti al peccato, ovvio, soltanto davanti al peccato grave. E qui si pecca, eccome se si pecca, se è vero ciò che dicono i sinottici che riportano questo stesso episodio. Essi affermano infatti che Gesù, citando il profeta Geremia, dice: «La mia casa sarà chiamata casa di preghiera, ma voi ne fate una spelonca di ladri».
E come poteva Gesù far capire la nefandezza del ladrocinio sacrilego senza agire in modo forte, capace di attirare l’attenzione, spargendo anche un po’ di quel benedetto timore che ogni tanto scende sul nostro capo di peccatori come una benedizione? Come poteva, se, come precisano i sinottici, i gran sacerdoti, gli scribi e gli anziani permettevano con evidente compiacimento questo indegno traffico? Eppure costoro osservavano le più piccole regole della Torah ed erano per tutti esempi di correttezza e di giustizia.
    È come quando i bambini ancora nella fase dell’eteronomia morale sovrappongono le loro mancanze e mettono tutto sullo stesso piano, come scoprì il pedagogista Piaget e come sperimentano quotidianamente genitori, catechisti e insegnanti. “Non si deve sporcare il grembiulino,” scrivono nei loro elenchi: “non si devono mangiare i dolci prima di finire la minestra, non si devono dire parolacce alla maestra e al nonno, non si devono rubare le cose degli altri, non si deve saltare nelle pozzanghere…”. In questo caso, come può un educatore a far capire ai piccoli che rubare le cose degli altri è molto peggio che saltare nelle pozzanghere? La strada è una sola: mostrare un’indignazione direttamente proporzionale alla gravità degli atti compiuti. Ed è proprio questo ciò che sta facendo Gesù, che si conferma ancora una volta come il migliore educatore della storia.

Un importante distinguo

Attenzione però: Giovanni dice che Gesù costruisce una frusta di cordicelle, non dice che usa una vera frusta e con questa colpisce le schiene dei mercanti abusivi. Per non parlare dei sinottici che non accennano nemmeno alla frusta, ma solo alla cacciata: perciò non è legittimo utilizzare questo episodio per giustificare la violenza fisica, nemmeno la più piccola violenza fisica. La vera frusta, il flagellum romano, formato da molte code di cuoio appesantite da palle di metallo, venne usata contro di Lui, contro Gesù, nella tortura prima della pena capitale, non dimentichiamolo: Gesù subì la frusta, non la usò fisicamente contro qualcuno.

Il bello dell'episodio e due immagini di Chiesa

E tuttavia il bello di questo episodio deve ancora venire. A questi atti profanatori, Gesù contrappone, secondo il Vangelo di Matteo, la guarigione di ciechi e zoppi che si avvicinano a Lui nel tempio e... Noo, non ci credo: i gran sacerdoti e gli scribi si sdegnano! Proprio loro, che permettono il mercato dei ladri, s’indignano perché Gesù guarisce i sofferenti nel giorno di sabato! É evidente che qui abbiamo due ribaltamenti di valori che disegnano due immagini di tempio, potremmo dire di chiesa, anzi di Chiesa con la C maiuscola: la Chiesa mercato, guadagno, commercio, soldi, tollerata con compiacimento dagli scribi e dai sacerdoti, in onore alla potenza del denaro, e la Chiesa di Gesù, che mette al centro la persona e i suoi bisogni.

Ma qual è il messaggio?

Allora… forse sì ciò che fa Gesù ci è di esempio: forse Lui ci sta dicendo, se allarghiamo il discorso al potere civile, che non possiamo più tollerare le scelte politiche di tanti governanti, che non tagliano i loro mostruosi guadagni, ma hanno il coraggio di giocare all’allegro chirurgo con la sanità pubblica, ad esempio, facendo esattamente il contrario di ciò che fa Gesù in questa occasione. Queste e altre ingiustizie, che disegnano la mappa economica del nostro mondo, così scorretta, così iniqua, a causa delle profonde disparità che l'attraversano, meritano le nostre sferzate, cioè la nostra indignazione e la nostra mobilitazione.
    E soprattutto preghiamo, amicheamici, preghiamo perché non capiti mai all’amata Chiesa di Gesù, e ai suoi ministri e fedeli, MAI, di amare i soldi più delle persone. Grazie!

N.B. Questo commento è stato chiesto all'autrice dalle suore Comboniane, nell'ambito del progetto "Elikya, la speranza del Vangelo senza confini", iniziativa bellissima, che presenta quotidianamente la Parola di Dio, orientando e dando colori nuovi e liberi alle nostre giornate, spesso intrise di fatica e di sofferenza, ma anche abitate dalla gioia di sapersi amati da un Dio che è Padre.

Mariarosa Tettamanti, 9 novembre 2025

Immagine di copertina tratta da Self Portrait... wow I look angry! di Daniel Clarke