E se il conflitto fosse funzionale allo svolgersi delle relazioni? Oggi, amiche e amici, andiamo a scuola di rapporti interpersonali, per imparare a gestire, anzi a trasformare i nostri inevitabili litigi. Nostri maestri sono quattro genitori spaventati, due ragazzini scapestrati, un parroco della Brianza e un commissario di polizia, ma soprattutto Maria, Giuseppe e Gesù. Al loro seguito scopriremo l'inconcepibile fantasia di Dio che mette insieme due contrari e li pone in reciproco vantaggio. Leggiamo e/o ascoltiamo dal podcast dei Missionari comboniani, dopo aver cliccato sul triangolino bianco nel cerchietto giallo.
Dal Vangelo secondo Luca, capitolo 2, versetti da 41 a 51
I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.
A scuola di relazioni
Oggi andiamo a scuola di relazioni. Vi piace? Venite? Incomincio con una storia.Un parroco della Brianza, in occasione del Giubileo, organizza un pellegrinaggio a Roma, al quale si iscrivono centocinquanta persone. Prenota tre pullman: uno per gli uomini, uno per le donne e uno per i bambini e i ragazzi. Motiva la sua scelta dicendo che le famiglie della Comunità pastorale hanno bisogno di aprirsi tra loro: sono troppo chiuse! Alla sera poi ogni famiglia si ritroverà allo stesso tavolo per la cena e i famigliari potranno raccontarsi le avventure della giornata.
I parrocchiani accettano, partono, arrivano a Roma, partecipano alle celebrazioni, visitano la città e poi ripartono verso casa. Lungo il viaggio di ritorno, si fermano in un ristorante a cenare, ma due coppie di genitori non vedono arrivare i loro figli preadolescenti: si tratta di un maschio e di una femmina molto amici tra loro. Dopo un giro ai tavoli del ristorante dove interrogano inutilmente gli amici dei due scomparsi, il parroco chiama le forze dell’ordine e poco dopo i genitori si precipitano a Roma accompagnati dai carabinieri. Lungo la via arriva finalmente la telefonata di un poliziotto che comunica il ritrovamento dei ragazzi: erano in un parco giochi e si divertivano da matti!
Che cosa faranno ora i genitori? Che cosa fareste voi? Ascoltate.
La mamma del ragazzino dice: “Non facciamo niente, fingiamo che non sia successo nulla, la cosa importante è che l’abbiamo trovato, l’abbracciamo e ce lo portiamo a casa. Il bambino ha 12 anni, sta entrando nell’età difficile, non incominciamo a inimicarcelo". Al che il papà sbotta: “Altro che far finta che non sia successo niente! Adesso vado lì e gli rifilo due sberloni a quello lì! Ma come si permette di farci stare così male? E poi la figura che abbiamo fatto davanti a tutti…”. I genitori della bambina dal canto loro scelgono di non sgridare la figlia, ma di parlarle molto seriamente e di concordare con lei una giusta punizione. Nel frattempo, il commissario di polizia decide di parlare con i ragazzi, i quali sicuramente capiranno di averla fatta grossa. Poi lui offrirà un caffè ai genitori nel suo ufficio e parlerà con loro finché si saranno calmati; infine farà entrare i figli, che chiederanno scusa a mamma e papà, e tutto finirà lì.
Non so che cosa scegliereste voi, ma queste possibilità, a parte la prima che evita il confronto, corrispondono proprio alle modalità classiche di gestire un conflitto: il papà del ragazzo si affida alla reazione del momento, i genitori della ragazzina vorrebbero negoziare una punizione con la figlia, perché la cosa non si ripeta più, mentre il commissario sceglie di mediare il conflitto fra i ragazzi e i genitori. Elusione, reazione, negoziato, mediazione.
Anche la sacra famiglia va in crisi!
Bene, anche la sacra famiglia oggi è in crisi. Il ragazzino Gesù ha 12 anni, è entrato nell’età che oggi chiamiamo della preadolescenza e rivendica la sua autonomia.Ma che cosa fanno i suoi genitori quando lo trovano? Primo, non evitano il conflitto: sarebbe troppo comodo e non risolverebbe niente. Quanti delitti commessi dagli adolescenti vediamo oggi, a volte proprio perché i genitori scelgono di chiudere gli occhi sul comportamento dei figli? Secondo: non danno un sacco di botte al loro figliolo, anzi non lo sgridano nemmeno. Terzo: non cercano la mediazione di qualche saggio rabbino. Quarto, non si mettono nemmeno a cercare con il figlio la punizione più adatta. Quindi possiamo dire che, almeno in questa situazione, nessuna delle modalità tradizionali di risolvere un conflitto piace a Maria e a Giuseppe.
La Madonna incomincia invece con una domanda: «Figlio, perché ci hai fatto questo?» e in questo modo riconosce che il suo ragazzino è intelligente: “Se ha agito così, ci dev’essere un motivo: scopriamolo”. E poi aggiunge subito: «Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Esternando le emozioni sue e del marito suscita l’empatia del figlio e porta alla sua conoscenza la loro angoscia. In questo modo il ragazzino può esprimere la sua opinione e sorprendendosi incomincia anche lui con un perché: «Perché mi cercavate? Davvero non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ecco, la spiegazione è arrivata: nella piccola famiglia può tornare la pace.
«Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso»: sembra proprio che da questo piccolo avvenimento Gesù abbia imparato la sottomissione ai genitori. Non per paura, ma perché non vuole più farli soffrire. E dal canto suo Maria «Custodiva tutte queste cose nel suo cuore». Il cuore della Madre e quindi, presumiamo, anche il cuore di Giuseppe, si dilata, si arricchisce di emozioni, di ricordi e di esperienze. Il conflitto si è dunque risolto nel migliore dei modi e si è trasformato in occasione di crescita per tutti: grandiosa è la fantasia divina che mette insieme due contrari, li rende alleati e li orienta verso lo stesso scopo.
Ma quanto è bello scoprire che le ultime acquisizioni delle scienze umane vanno di pari passo con il Vangelo, il quale ci insegna a provocare nei conflitti lo scatto benefico dell’empatia, sulla base della quale può snodarsi il dialogo empatico e si possono trovare delle soluzioni creative. Provare per credere. Grazie!
Il vero manuale di pedagogia e sociologia
Un momento… ma gli odierni studiosi del conflitto non dicono forse le stesse cose? Il noto sociologo Galtung, ad esempio, non parla di empatia? E di empatia non parla anche il famoso pedagogista Novara? E non dicono questi due studiosi che bisogna far emergere le versioni reciproche e trasformare i conflitti in modo gratificante per tutti?Ma quanto è bello scoprire che le ultime acquisizioni delle scienze umane vanno di pari passo con il Vangelo, il quale ci insegna a provocare nei conflitti lo scatto benefico dell’empatia, sulla base della quale può snodarsi il dialogo empatico e si possono trovare delle soluzioni creative. Provare per credere. Grazie!
N.B. Questo commento è stato chiesto all'autrice dalle suore Comboniane, nell'ambito del progetto "Elikya, la speranza del Vangelo senza confini", iniziativa bellissima, che presenta quotidianamente la Parola di Dio, orientando e dando colori nuovi e liberi alle nostre giornate, spesso intrise di fatica e di sofferenza, ma anche abitate dalla gioia di sapersi amati da un Dio che è Padre.
Mariarosa Tettamanti, 28 giugno 2025
Immagine di copertina: icona bizantina rappresentante la Sacra famiglia, della scuola dell'arte agiografica di Meteora, legalmente esportata dalla Macedonia.