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Il furbo viaggiatore (testo scritto e podcast)



Come rendere efficaci gli auguri di buon anno? La risposta è nel raccontino narrato da una vecchia maestra delle elementari. Scopriamolo leggendo il testo, oppure ascoltandolo dal podcast dei Missionari comboniani. Per ascoltare, cliccare sul triangolino bianco racchiuso nel cerchietto giallo.

Dal Vangelo secondo Luca, capitolo 2, versetti da 16 a 21.

(I pastori) andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano, si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo.

I primi 

E così i primi a visitare il Bambino e a portare gli auguri ai genitori, come anche noi usiamo fare con le puerpere, sono i pastori. Oggi, nuovo inizio di un anno che speriamo felice, ma che in realtà si affaccia su un mondo percorso in ogni direzione da venti di guerra e problemi di ogni tipo, oggi è proprio il giorno clou degli auguri. L’aria delle nostre città e dei nostri paesi vibra per le frasi che ci scambiamo con speranza e gioia: “Buon anno, buon anno amici!” si sente risuonare ovunque, tanto più che questo è l’anno del giubileo come sappiamo.

Ma quali auguri?

Però quest’anno a me non bastano gli auguri, no, voglio andare più in profondità, voglio capire che cosa succede nel concreto quando ci scambiamo gli auguri. Parto con l’etimologia. La parola “auguri” viene dal latino augur auguris che a sua volta deriva dal verbo augére, cioè aumentare.
Quindi i nostri auguri dovrebbero aumentare qualcosa in chi li riceve. Che cosa dovrebbero aumentare? Benessere, fortuna, salute, bellezza, intelligenza? Non mi sembra: io non ho mai visto nessuno che, siccome ha ricevuto tanti auguri, sia poi diventato più bello o più intelligente. Al massimo ciò che riescono ad aumentare gli auguri è il livello della gioia, che sale di un gradino perché ci sentiamo ricordati da qualcuno. È un po’ poco però.
Forse un tempo, quando ci scrivevamo biglietti e cartoline… allora sì, dovevamo trovare parecchi momenti distesi, per andare in cartoleria a scegliere i biglietti più belli e significativi e per recarci in tabaccheria ad acquistare i francobolli. E poi a casa si dovevano prendere penna e calamaio, pensare e scrivere delle belle frasi senza modelli precostituiti pescabili in Internet e stare attenti a scrivere bene e senza errori, altrimenti si doveva rifare tutto; poi occorreva vergare gli indirizzi in maniera chiara e corretta e infine uscire ancora di casa per andare a imbucare le lettere. Allora sì, l’impegno era notevole e l’arrivo del portalettere aumentava la gioia in chi lo riceveva. Ma oggi con watsapp bastano poche parole registrate in un audio o un clic per mandare un messaggio, anzi basta scrivere una frase una volta sola, scegliere una sola immagine, se si vuole, magari animata, e mandare tutto a tutti in pochissimo tempo.
Allora mi chiedo: non c’è un modo per rendere gli auguri davvero capaci di aumentare qualcosa in noi? Un modo per regalare a noi e alla nostra vita dei piccoli scampoli di bellezza, delle scintille di pace, delle briciole di relazioni facili, scorrevoli, buone…

Il furbo viaggiatore

Pensa e ripensa, mi è tornata alla mente una storiella che mi aveva raccontato la mia maestra quando ero una bambina di quarta elementare. È la storia del furbo viaggiatore. Sembra che non c’entri con questo discorso e invece c’entra eccome.
- C’era una volta un uomo, che aveva deciso di andare con il suo carro in un paese lontano lontano. Era un paese dove crescevano fiori e spezie esotiche di grande pregio, dove maturava della frutta secca speciale e dove molti orefici modellavano gioielli meravigliosi.
Fu così che tutti i suoi amici incominciarono a chiedergli di acquistare per loro alcuni di questi stupefacenti prodotti: “Io vorrei un anello da regalare alla mia fidanzata… Io degli orecchini per mia moglie… A me porta dello zafferano, lo voglio mettere nel risotto… Io vorrei un po’ di frutta secca mista… A me porta i semi di quei fiori strani che voglio far crescere nel mio giardino...”. Il viaggiatore disse a tutti di scrivere su dei biglietti i loro desideri, così lui non se ne sarebbe dimenticato. 
Gli amici scrissero e consegnarono i biglietti. Alcuni di loro però avvolsero nella carta anche delle monete per pagare ciò che avrebbe acquistato l’amico, altri no.
Quando, dopo qualche mese, il viaggiatore tornò, tutti corsero da lui per avere ciò che avevano chiesto. Purtroppo però soltanto coloro che avevano dato anche i soldi ebbero i prodotti prenotati.
Contrariati, gli altri dissero al viaggiatore: “Ma perché non ci hai portato ciò che ti abbiamo chiesto? Perché a loro sì e a noi no?”
“Mi dispiace” disse il viaggiatore: “io ho messo tutti i vostri biglietti nel mio carro, però durante il viaggio si è alzato un forte vento e i biglietti sono volati via. Sono rimasti soltanto quelli nei quali c’erano le monete che li appesantivano!”. 

Gli auguri sono desideri 

Ecco, io ho pensato che, se gli auguri sono desideri di bene per i destinatari, possiamo paragonarli ai biglietti dati al viaggiatore, che contenevano appunto dei desideri… Ma se gli auguri sono i biglietti, le monete che cosa potrebbero essere? Ma certo, le monete non possono essere altro che la preghiera! La preghiera, in quanto affida i nostri desideri di bene all’Unico che può veramente avverarli o, meglio ancora, orientarli, non permette agli auspici di volare via nel vento: è l’ancoraggio che rende i nostri auguri stabili ed efficaci.
Allora, quando inviamo gli auguri, prima del clic con whatsapp mandiamo uno sguardo lungo e intenso verso l’alto, chiedendo al Signore una benedizione speciale per i nostri destinatari. E oggi amiche e amici, ricevete gli auguri anche da me, ma sappiate che sono sostanziati, materiati, resi pesanti e stabili dalla preghiera. Spero da voi la stessa cosa, perché questo sia un anno di Grazia per tutti.

N.B. Questo commento è stato chiesto all'autrice dalle suore Comboniane, nell'ambito del progetto "Elikya, la speranza del Vangelo senza confini", iniziativa bellissima, che presenta quotidianamente la Parola di Dio, orientando e dando colori nuovi e liberi alle nostre giornate, spesso intrise di fatica e di sofferenza, ma anche abitate dalla gioia di sapersi amati da un Dio che è Padre.

Mariarosa Tettamanti, 1 gennaio 2025

Immagine di copertina  tratta da Shutterstock di Bala Lush.