«Se mi lascio guidare da ciò che vedo, o tocco, o gusto, io cado nell’inganno»: queste parole dell'«Adoro Te devote», uno dei cinque inni eucaristici attribuiti a san Tommaso, ci introducono nel «sensus fidei», che ci permette di contemplare il mistero eucaristico. Come sempre, nel post si trovano il testo scritto e l'audio in podcast, iniziativa dei Missionari comboniani.
Dal Vangelo secondo Luca, capitolo 6, versetti da 12 a 19.
In quei giorni egli se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Ma il tuo corpo dov'è?
- Ecco Signore, visto che ho già commentato più volte questo testo, oggi io mi metto lì, in mezzo alla folla, perché voglio cercare di toccarti anch’io. Sei uomo anche tu, Gesù, quindi conosci questo nostro bisogno, questo uso della sensorialità che ci contraddistingue in quanto creature fatte di terra, cioè di materia, di corpo. Capisco profondamente la necessità di chi ti seguiva di vederti da vicino, di sentire la tua voce, il tuo profumo e il calore del tuo corpo.Sì, ma a proposito di corpo, Signore, il tuo dov’è? Noi non lo vediamo, non lo possiamo toccare… Ti sei incarnato, hai preso un corpo ma poi «Questo è il mio corpo» hai detto mostrando un pane spezzato e sei morto poco dopo e quando, dopo la risurrezione, i tuoi ti hanno rivisto, il tuo corpo era cambiato: glorificato, capace di passare tra le porte chiuse, ma ancora ferito, con i segni della risurrezione e quelli della morte per sempre fusi insieme. Passano 40 giorni e da lì in poi l’umanità ti vedrà soltanto attraverso il Pane e il Vino consacrati.
Però Gesù, in confidenza, guarda che non è facile per noi, esseri materiali e sensoriali, non è facile riconoscerti nell’ostia consacrata e nel vino. Sì, perché noi percepiamo il gusto, l’odore, la consistenza, l’aspetto del pane, cioè lo mangiamo, lo vediamo, lo annusiamo, lo tocchiamo in quanto pane, ma lo crediamo e lo diciamo carne; beviamo, vediamo, annusiamo, tocchiamo quel vino, ma lo crediamo e lo diciamo sangue.
É davvero difficile, lo racconta poeticamente anche il bellissimo canto dell’«Adoro te devote»: «Visus, tactus, gustus in Te fallitur». «Se mi lascio guidare da ciò che vedo, o tocco, o gusto, io cado nell’inganno» (Sto usando una bella traduzione del teologo Moioli).
«In cruce latebat sola Deitas, at hic latet simul et humanitas»: «Quando fosti crocifisso, il divino era nascosto, ma qui, anche l’umano tuo ci viene sottratto». E allora… sei sicuro Signore che delle creature come noi possano trovarti attraverso questo pane? Non avremmo bisogno anche noi come l'apostolo Tommaso di vederti e di toccarti, per poter gridare «Mio Signore e mio Dio»?
Sed auditu solo
A questo proposito scrive il liturgista Magnoli: «L’ostia consacrata è offerta allo sguardo dei fedeli, perché, illuminati dalla fede, possano vedere ciò che i sensi non possono rilevare». «Ciò che i sensi non possono rilevare»: la vista, il gusto, il tatto, l’olfatto… questi sensi portano alla mia coscienza soltanto del pane e del vino.Però, un momento, ne manca uno! Sì, perché i sensi sono cinque: vista, gusto, olfatto, tatto... sono solo quattro… ah sì, ecco, manca l’udito. Va be’, l’udito non può aggiungere nulla alla percezione del pane e del vino, quindi non c’entra niente neanche con l’Eucaristia, giusto?
«Sed auditu solo tuto creditur». È ancora l’Adoro Te devote: «Posso soltanto udire: ma basta a dare sicurezza alla mia fede». Oh bella, allora l’udito, non solo c’entra in questo discorso, ma ha la precedenza. Perché?
Perché è l’ascolto della Parola che suscita la fede e qui si tratta proprio di vedere, toccare, gustare attraverso il sensus fidei, il senso della fede. É la sottomissione delle sensazioni alla fede che permette di «guardare il mistero» mediante la raccolta in unità delle percezioni sensoriali e dando la precedenza all’udito. Perché questo udire non è solo essere informati, ma anche capire, persuadersi, accettare, lasciarsi prendere, cioè sottomettere il cuore: «Tibi se cor meum totum subicit». «Interamente a Te si sottomette il cuore». È così che si passa dai sensi all’interiorità, con un flusso inavvertibile e senza soluzione di continuità, perché la partecipazione all’Eucaristia collega il nostro corpo allo spirito, attraversa il cuore e la mente, sana possibili fratture e ricostruisce un’unità benefica e necessaria.
Perché è l’ascolto della Parola che suscita la fede e qui si tratta proprio di vedere, toccare, gustare attraverso il sensus fidei, il senso della fede. É la sottomissione delle sensazioni alla fede che permette di «guardare il mistero» mediante la raccolta in unità delle percezioni sensoriali e dando la precedenza all’udito. Perché questo udire non è solo essere informati, ma anche capire, persuadersi, accettare, lasciarsi prendere, cioè sottomettere il cuore: «Tibi se cor meum totum subicit». «Interamente a Te si sottomette il cuore». È così che si passa dai sensi all’interiorità, con un flusso inavvertibile e senza soluzione di continuità, perché la partecipazione all’Eucaristia collega il nostro corpo allo spirito, attraversa il cuore e la mente, sana possibili fratture e ricostruisce un’unità benefica e necessaria.
- Il tuo corpo non è con noi Gesù, ma avendo il pane eucaristico nulla di Te ci manca: attraverso la fede, noi possiamo contemplarti entrando in intimità con Te, godere… le tue coccole, avvertire il tuo profumo e il tuo sapore, inabissarci nelle dolci ondate dell'adorazione.
Davvero l'Eucaristia, che si pone nella stessa logica salvifica dell'incarnazione, è tra le presenze di Dio nella storia umana* quella più alta e più completa.
Però tu, Gesù, aumenta la nostra fede
- Però Tu, Gesù, aumenta la nostra fede: donaci una fede forte e densa, una fede fatta di spirito ma concreta, fatta di pensieri e di azioni, di gioia e di amore, di carne e di sangue. Dal canto nostro c’immergeremo sempre di più nelle spire avvolgenti della tua Parola. Promesso. Gesù.Grazie! Ah scusate: perdonatemi il latino, ma questa volta era troppo bello per rinunciare. Spero che siate d’accordo con me. Ciao a tutti!
*L'osservazione è di don Eros Monti, che ringrazio per aver letto e commentato questo testo.
N.B. Questo commento è stato chiesto all'autrice dalle suore Comboniane, nell'ambito del progetto "Elikya, la speranza del Vangelo senza confini", iniziativa bellissima, che presenta quotidianamente la Parola di Dio, orientando e dando colori nuovi e liberi alle nostre giornate, spesso intrise di fatica e di sofferenza, ma anche abitate dalla gioia di sapersi amati da un Dio che è Padre.
Mariarosa Tettamanti, 10 settembre 2024
Mariarosa Tettamanti, 10 settembre 2024
Immagine di copertina di Dom Le Roy.