Passa ai contenuti principali

Riflessioni simulative su inclusione e sinodalità (laboratorio completo, con slide)


Dall'unione di slide inerenti a due relazioni interattive (vedi in questo blog «Diritti, bisogni, qualità: la disabilità nella catechesi» e «Alleanze educative al centro») è nato un laboratorio centrato sull'ideazione, a livello simulativo, di una Comunità cristiana educante capace di costruire alleanze in grado di mettere ogni persona al centro delle proprie azioni, soprattutto le persone con disabilitànello stile della sinodalità e con l'obiettivo della vera inclusione. Le slide allegate lanciano la proiezione, raccogliendo due tipi di esperienze, e riportano l'approfondimento. In calce al post si trova il materiale per la riappropriazione.

Immagine di copertina di Dream Heroes. Book illustrations di KseniyaUrban


In riappropriazione: materiale per la simulata

1. Scheda iniziale (procedimento, consegna e personaggi).
2. Ruoli e profili dei personaggi che partecipano al “tavolo”.
3. Profili dei bambini con disabilità da includere nella catechesi.
4. Suggerimenti per i conduttori.

Scheda n. 1

Procedimento dell’attività
a) Visione delle slide e relazione interattiva, che inquadra il discorso da affrontare;
b) presentazione dell’attività;
c) divisione dei partecipanti in attori e osservatori: gli attori ricopriranno un ruolo particolare all’interno della simulata, gli osservatori prenderanno appunti per annotare le buone prassi che emergeranno dal gruppo degli attori;
d) consegna agli attori del loro profilo (vedi scheda n. 2) e invito a leggerlo e a farlo proprio;
e) preparazione del segnaposto per gli attori (con pseudonimo, età e ruolo);
f) lettura e spiegazione della consegna;
g) auto presentazione degli attori a turno (lettura del titolo in neretto) e posizionamento del segnaposto;
h) presentazione dei bambini da includere nella catechesi ad opera del "parroco" (vedi scheda n. 3), il quale dice come ha avuto le informazioni e dà poi l’avvio alla discussione per ognuno di loro, seguendo i suggerimenti di cui alla scheda n. 4;
i) restituzione delle buone prassi.

Consegna
Il tavolo delle alleanze educative della Comunità di… si riunisce all’inizio dell’anno pastorale per decidere come includere nella catechesi e nell’oratorio alcuni bambini con disabilità, tutti al primo anno di catechesi.

Personaggi
Al tavolo, insieme al parroco, sono presenti i rappresentanti delle seguenti realtà:
Consiglio pastorale
Consiglio amministrativo
Gruppo animatori dell’oratorio estivo
Gruppo catechisti
Gruppo animatori liturgici
Gruppo allenatori sportivi
Gruppo pulizie
Gruppo Caritas
Baristi
Gruppo famiglie
Gruppo anziani
Gruppo delle feste parrocchiali
Gruppo genitori delle scuole parrocchiali
Ente locale e /o Gruppo pro loco
Associazione sportiva (CSI) parrocchiale o comunale
Associazione “Viva noi tutti” fondata dai genitori per l’inclusione dei bambini con disabilità
Gruppo della banda musicale del paese
Gruppo teatro.
N.B. Spesso un’unica persona accorpa più ruoli: questa è l’esperienza reale di ogni comunità.

Scheda n. 2

Profili minimi e ruoli dei personaggi che partecipano al "Tavolo": da ritagliare a uno a uno e consegnare agli attori.

Don Luigi Rossi – anni 70 – parroco e dirigente della scuola parrocchiale
Uomo molto sensibile e attivo, fa tutto il possibile per guidare la sua comunità nel modo migliore. È particolarmente attento ai bisognosi di tutti i tipi, soprattutto se si tratta di persone con disabilità. Ha un buon rapporto con tutti e sa insistere con garbo per arrivare dove vuole. Quando si tratta di poveri e di sofferenti non si tira indietro. Ha molta pazienza con tutti, persino con la sacrestana, e cerca in ogni occasione di mettere pace. È abile nello smascherare con gentilezza gli atteggiamenti paternalistici e assistenzialistici, così come gli stereotipi dei suoi parrocchiani nei confronti delle persone con disabilità. Prende in considerazione e pondera le risposte di tutti. Arriva alla riunione con un «dossier» su ogni bambino e li presenta tutti con precisione e discrezione, senza per il momento dire i loro nomi, ma sollecitando delle risposte risolutive.

Loredana Mistò – anni 39 – maestra, catechista e rappresentante del gruppo Caritas.
Persona molto attenta a tutti i bambini, in particolare ai bimbi con disabilità o problemi. In catechesi guida un gruppo di undici bambini piuttosto vivaci. Ha un buon rapporto con il parroco, ma non si trova bene con la sacrestana con la quale entra facilmente in conflitto. Spesso la corregge, suscitando qualche screzio. In quanto rappresentante della Caritas parrocchiale è a conoscenza dei problemi economici delle famiglie ed è decisa a far intervenire l’Associazione per dare una mano a chi ha bisogno.

Alfonso De Benedetti – 60 anni – rappresentante del gruppo sportivo della CP.
Appassionato sportivo, Alfonso ama stare con i bambini ed è fermamente convinto del valore educativo dello sport. Il suo gruppo ha avviato da un paio d’anni allenamenti e tornei di calcio, basket e palla volo inclusivi. Partecipa alla riunione con l’obiettivo fermo di portare tutti i bambini, con disabilità o no, nei suoi gruppi sportivi e non perderà occasioni per parlare della forza educativa dello sport, anche e soprattutto per i bambini con disabilità.

Ettore Migliavacca – 64 anni – maestro di musica in pensione, rappresentante del coro parrocchiale e della banda musicale comunale – nonno di sei bambini, di cui uno con disabilità cognitive
Molto generoso e fine credente, Ettore guida un gruppo musicale di bambini che suonano diversi strumenti. È convinto che tutti i bambini possano imparare a suonare, purché guidati nel modo giusto e adeguato alle loro capacità e propensioni. Sarebbe felice di poter inserire qualche bambino con disabilità nel suo gruppo e vorrebbe formare un coretto per tutti i bambini.

Maria Pia Pacifico – 74 anni – maestra in pensione, ex catechista e rappresentante del gruppo anziani della parrocchia.
Donna generosa e gentile, fedele praticante, molto amata dai nipotini, coltiva il desiderio di aiutare qualche bimbo con disabilità. Sarebbe disposta ad affiancarsi a una catechista, oppure a organizzare un mini doposcuola con le amiche più giovani del gruppo anziani.

Rita Benvenuti – anni 75 – sacrestana, barista e rappresentante del gruppo delle donne che puliscono la chiesa e l’oratorio; prepara le frittelle per la festa del paese.
Donna molto laboriosa e generosa, è però piuttosto rigida e sopporta poco le catechiste, le quali secondo lei non educano come dovrebbero i bambini. Ha sempre da dire di tutti, ma se le si chiede un favore non dice di no e si dà da fare come può. Ha il brutto vizio di alzare la voce. Pensa che i bambini con disabilità debbano essere mandati nelle scuole speciali, così imparano meglio e non disturbano gli altri. Quando parla di loro continua a dire «Poverini». È convinta che ciò che pensa lei sia sempre giusto.

Marco Biondi – 21 anni – studente di giurisprudenza e animatore dell’oratorio estivo.
Universitario entusiasta e generoso, Marco ama molto l’oratorio e gli piace fare l’animatore. Il parroco ha chiesto a lui di far parte del tavolo delle alleanze educative, perché ha visto la sua sensibilità e intelligenza. Marco non ha molto da dire, ma vuole capire, e quindi pone molte domande. Inoltre è disponibile ad assumersi compiti di supporto per i bambini con disabilità e sta già pensando di radunare i suoi amici animatori per organizzare giochi e attività inclusive per l’oratorio estivo. È convinto che tutti i bambini vadano trattati nello stesso modo.

Elena Monti – 41 anni – Catechista e rappresentante dell’Associazione dei genitori «Viva noi tutti» che si occupa di bambini con disabilità; mamma di E, è anche membro della Caritas e rappresenta i genitori della scuola parrocchiale frequentata dalla sua bambina.
Elena ha imparato il metodo Malossi per poterlo usare con la sua bambina. Non è l’unica, nella sua Associazione, a conoscere alcuni linguaggi per la disabilità: una sua amica conosce il Braille e altri membri sanno usare la CAA. Sia lei sia le sue amiche sono disposte a dare una mano, in parrocchia, durante la catechesi, ai bambini con disabilità sensoriali. Nessuno di loro conosce però la LIS. Sta cercando di sensibilizzare la scuola parrocchiale nei confronti dei bambini con disabilità.

Marinella Arquati – anni 32 – catechista, rappresentante del Consiglio pastorale, coordinatrice del gruppo teatrale parrocchiale e mamma di un bambino di 3 anni con sindrome dello spettro autistico.
Donna giovane ma già molto saggia, è particolarmente sensibile ai problemi della disabilità. Ha in mente un progetto teatrale che unisca bambini con disabilità e bambini normodotati in una rappresentazione multisensoriale e plurilinguistica, usando, insieme al linguaggio verbale, i codici della mimica, della pantomimica, del ritmo, della musica, del movimento e della danza. Collaborerebbe volentieri con le altre catechiste. Partecipa alla riunione con la speranza che questo suo sogno si avveri, forte anche dei buoni rapporti che ha con il parroco e con i membri del consiglio pastorale parrocchiale. E’ la classica persona che non si ferma davanti a nessun ostacolo.

Giulio Valcamonici – Assessore all’educazione dell’Ente locale, è da poco entrato nel consiglio amministrativo parrocchiale.
Persona seria e decisa a fare del suo meglio, ma non preparata dal punto di vista pedagogico. Ha avuto dal Consiglio amministrativo del suo comune la delega del sindaco per partecipare alla riunione, offrendo anche una certa somma per le attività parrocchiali a favore dei bambini con disabilità.

Scheda n. 3

Profili dei bambini con disabilità da includere nella catechesi
(In apertura di seduta, il parroco spiega che ha raccolto i profili dei bambini andando a visitare le loro famiglie durante l’estate).

A
bambina / 7 anni e mezzo / II primaria / sindrome di Down
Comportamento
A. si comporta bene, ma solo se conosce le regole. E’ quindi facilmente gestibile, ma, se s’impunta su qualcosa, difficilmente si riesce a farle cambiare idea: se si insiste, la bambina finisce col manifestare delle reazioni emotive non facili da contenere. Si muove in modo autonomo, anche se è un po’ più lenta rispetto ai suoi compagni.
Comunicazione e relazione
Il vocabolario di A. è piuttosto povero, ma la bambina ha una buona capacità comunicativa. E’ affettuosa, ama il contatto fisico e lo cerca soprattutto agli adulti di riferimento.
Apprendimento
Ha lievi difficoltà di comprensione e di memorizzazione. Sta imparando a leggere e scrivere, ma ha bisogno del supporto iconico; le maestre della scuola dicono che impara meglio operando e imitando. Ama la musica ed è affascinata dalla drammatizzazione.
Famiglia
Genitori attenti, un fratello più grande e nessun problema economico.

B
Maschietto / 8 anni e mezzo / II primaria (ha frequentato un anno in più alla scuola dell’infanzia) / sindrome dello spettro autistico e ADHD

Autonomia e comportamento
B. porta gli occhiali e ha un deficit visivo non importante. Dev’essere continuamente accudito e sorvegliato: se è lasciato solo, infatti, corre in giro per la sala o si dondola continuamente su una sedia; fatica a stare fermo e se trova una porta aperta scappa. Ama moltissimo correre. Per andare in bagno, dev’essere accompagnato e assistito. La confusione, il rumore, il chiasso e ogni cambiamento, anche piccolo, lo disorientano fino a farlo gridare e correre con le mani sulle orecchie, oppure a staccarlo dal mondo circostante. Quando è particolarmente nervoso, è possibile aiutarlo a calmarsi dandogli delle perline o dei sassolini da far scivolare tra le mani.
Comunicazione
B. non sostiene lo sguardo degli altri e non mostra espressioni particolari sul suo viso. Non parla, ma riesce a comunicare attraverso i linguaggi gestuali, oggettuali e iconici; fatica molto a socializzare, soprattutto con i compagni, che pure ogni tanto sembra cercare; sembra preferire un compagno della sua stessa classe, il quale riesce spesso a tenerselo vicino, a giocare un con lui e a calmarlo.
Apprendimento
L’età mentale di B. sembra situarsi intorno ai 4 anni. Le sue abilità concettuali sono riferite al mondo fisico, non ai concetti simbolici. Non è capace di simulare e non comprende le metafore.
Famiglia
I genitori sono separati, il bambino è affidato alla mamma e il papà non paga il mantenimento, nonostante le ingiunzioni del Tribunale dei minori. La mamma chiede un aiuto economico.

C
Bambina / 7 anni / II primaria / disabilità uditiva

Autonomia e comportamento
C. è una bambina rumorosa, testarda, poco disciplinata.
Comunicazione e socializzazione
C. fatica a parlare e soprattutto a farsi capire. Preferisce giocare da sola, piange e si arrabbia spesso. Conosce e usa la LIS.
Apprendimento
Con i dovuti accorgimenti da parte dell’adulto di riferimento, C. impara seguendo gli stessi ritmi e tempi dei compagni. Le piacciono molto la mimica e le immagini, ama disegnare e costruire oggetti.
Famiglia
I genitori chiedono un aiuto alla parrocchia, perché lavorano tutto il giorno e hanno altri due figli piccoli. I nonni sono molto anziani. I genitori sarebbero disposti a pagare una modica somma se si trovassero delle persone affidabili in grado di occuparsi dei bambini.

D
Maschietto / 9 anni (i genitori non l’hanno mandato prima alla catechesi) / IV primaria / disabilità visiva grave

Autonomia e comportamento
D. ha 9 anni e frequenta la quarta primaria. E’ un bambino molto sensibile, soprattutto alle frustrazioni: infatti non sopporta né rimproveri né valutazioni negative.
Sa muoversi normalmente, ma quando si trova in un ambiente nuovo, si blocca e si immobilizza. Talvolta si lascia prendere dall’ansia e allora incomincia a girare su sé stesso.
Comunicazione e socializzazione
D. comunica verbalmente in modo corretto e, pur apparendo timido, sembra socializzare normalmente. Ama i giochi linguistici orali e tattili, ma solo se non sono competitivi: in questi casi si isola e rifiuta di giocare. Conosce e usa il Braille.
Apprendimento
D. impara velocemente, a volte addirittura precedendo i compagni.
Famiglia
Famiglia benestante, figlio unico. I genitori sono molto protettivi e non perdono occasioni per far seguire il figlio, il quale passa dall’ippoterapia alla psicomotricità alla musicoterapia alla logopedia ecc… ecc…

E
Bambina / 8 anni / III primaria / disabilità uditiva e visiva

Autonomia e comportamento
E. è scarsamente autonoma e assume spesso comportamenti problematici.
Comunicazione e socializzazione
Con i compagni, si mostra aggressiva e si rapporta con pizzicotti e graffi. Per questo gli altri bambini la evitano.
Arriva alla catechesi con uno zainetto colmo di piccoli oggetti che usa per comunicare le sue esigenze e i desideri del momento. Spesso si avvicina alla catechista e la tocca per dire con dei gesti i suoi bisogni o le sue sensazioni (ad esempio quando vuole uscire, andare in bagno o esprimere la noia). Se non viene soddisfatta, arriva a picchiare con rabbia anche la catechista. Il suo comportamento migliora nettamente se con lei durante la catechesi rimangono la mamma o la nonna.
Conosce e usa in famiglia e a scuola il metodo Malossi. A scuola ha imparato il suono delle lettere e riesce a comporre poche parole e frasi semplici con costruzione faticosa, usando lettere di feltro o carta vetrata.
Apprendimento
Quando la comunicazione è possibile, E. è in grado di imparare ciò che le viene insegnato, purché in modo semplice. E’ capace di svolgere semplici compiti, ma le si deve chiedere una cosa per volta.
Famiglia
La mamma e la nonna sono molto vicine alla bambina, ma il papà non si è mai visto in parrocchia. Hanno altri due figli. Non sembrano avere problemi economici.

F
Maschietto / 9 anni / IV primaria / paraplegia

Autonomia e comportamento
F. è un bambino che non dà problemi: rispetta le regole e si comporta bene.
Dev’essere accompagnato al bagno e in tutti gli spostamenti da un ambiente all’altro.
Comunicazione e socializzazione
F. comunica normalmente, oralmente e per iscritto.
Ha un buon rapporto con i compagni, dai quali è benvoluto. Gli amici fanno a gara per spingere la sua carrozzina.
Apprendimento
F. apprende normalmente, è interessato e partecipe durante gli incontri. Ama giocare, ma si rattrista quando i compagni si lanciano nei giochi motori.
Famiglia
I genitori sembrano non avere problemi: chiedono solo ascolto e vicinanza… come tutti del resto.

Scheda n. 4

Suggerimenti per il parroco
Il parroco presenta i bambini uno per volta declinando soltanto le loro iniziali. Si sofferma su ognuno di loro, sollecitando la discussione dei partecipanti sulle problematiche presentate (vedi parole sottolineate) e chiedendo quali potrebbero essere le soluzioni (vedi parole in corsivo, non sottolineate).

A
Si comporta bene, ma solo se conosce le regole.
Come possiamo fare per far conoscere le regola a questa bambina? Dovrebbe rispondere la catechista o potrebbe suggerire il parroco: durante i primi due incontri si farà con i bambini la condivisione delle regole come si è imparato ai corsi di formazione. Si può spiegare come fare.
Si muove in modo autonomo, anche se è un po’ più lenta rispetto ai suoi compagni.
Il parroco potrebbe suggerire alle catechiste di mettersi davanti alla fila dei bambini durante gli spostamenti, in modo da dare alle camminate un ritmo adatto alla bimba con disabilità.
Il vocabolario di A. è piuttosto povero, ma la bimba è affascinata dalla recitazione.
La catechista cercherà di parlare in maniera semplice.
Qui potrebbe intervenire la rappresentante del gruppo teatro: potremmo invitarla a recitare, dapprima in ruoli da comparsa e poi chiedendole di partire con piccole frasi arricchendo il suo lessico poco per volta.

Ha bisogno del supporto iconico; le maestre della scuola dicono che impara meglio operando e imitando.
Il parroco potrebbe chiedere alla Caritas o al Comune una sovvenzione per acquistare del materiale: i rappresentanti prendono appunti e declinano le possibilità dei loro gruppi.
Potrebbe farsi viva una maestra in pensione del gruppo anziani e offrirsi di organizzare un dopo scuola per bambini che hanno bisogno…

Ama la musica.
Il rappresentante della banda musicale potrebbe offrirsi di far entrare la bambina nella loro scuola di musica per minori, in modo che si diverta imparando.

B
Ha un deficit visivo non importante. 
Il parroco chiede alle catechiste come pensano di aiutare il bambino: le catechiste dovrebbero dire che, se sarà necessario, riscriveranno più in grande le parole del sussidio.
Dev’essere continuamente accudito e sorvegliato: se è lasciato solo, infatti, corre in giro per la sala o si dondola continuamente su una sedia; fatica a stare fermo e se trova una porta aperta scappa. Per andare in bagno, dev’essere accompagnato e assistito. 
È chiaro che qui ci vuole una persona solo per lui: il parroco si rivolge al gruppo anziani, chiedendo la presenza di una signora che se la senta di affiancare il bambino durante la catechesi; faranno parlare lei e la catechista con la mamma e con la psicologa che accompagna il bambino per conoscere le strategie migliori da attuare con lui.
La confusione, il rumore, il chiasso e ogni cambiamento, anche piccolo, lo disorientano fino a farlo gridare e correre con le mani sulle orecchie, oppure a staccarlo dal mondo circostante. 
Qui dovrebbero essere le catechiste a dire che cosa faranno: parlare con i bambini, perché non facciano confusione, mantenere fissi i tempi e i luoghi, usare l’agenda mobile per spiegare eventuali cambiamenti…
Ama moltissimo correre. 
Il gruppo sportivo potrebbe fare qualcosa per lui, sfruttando questa sua passione per la corsa?
Quando è particolarmente nervoso, è possibile aiutarlo a calmarsi dandogli delle perline o dei sassolini da far scivolare tra le mani.
Gli animatori potrebbero offrirsi di procurare i sassolini e così via.
Non parla, ma riesce a comunicare attraverso i linguaggi gestuali, oggettuali e iconici. 
Chi procurerà le immagini e gli oggetti? Il parroco può chiedere l’intervento dell’Ente locale.
Sembra preferire un compagno della sua stessa classe, il quale riesce spesso a tenerselo vicino, a giocare un po' con lui e a calmarlo. 
Che cosa può suggerire questa preferenza?
L’età mentale di B. sembra situarsi intorno ai 4 anni. Le sue abilità concettuali sono riferite al mondo fisico, non ai concetti simbolici. 
Le catechiste cercheranno di proporre spesso delle esperienze concrete; la persona di sostegno penserà ad attività e oggetti concreti da usare con lui; quando il bambino mostrerà di non sostenere più l’incontro di catechesi lo porterà fuori per lasciarlo correre.
I genitori sono separati, il bambino è affidato alla mamma e il papà non paga il mantenimento, nonostante le ingiunzioni del Tribunale dei minori. La mamma chiede un aiuto economico. 
La Caritas parrocchiale potrebbe fare qualcosa? E l’Ente locale?

C
Bambina rumorosa, testarda, poco disciplinata. Preferisce giocare da sola, piange e si arrabbia spesso. 
Qualche catechista ha avuto tra i suoi bambini un bimbo con un comportamento simile? Che cosa ha fatto per relazionarsi al meglio con lui/lei?
C. fatica a parlare e soprattutto a farsi capire. Preferisce giocare da sola, piange e si arrabbia spesso. Conosce e usa la LIS. 
C’è qualcuno tra i presenti che potrebbe offrire un aiuto a questa bambina? Siccome non ci sarà nessuno che conosce la LIS, qualcuno 
potrebbe proporre di ricorrere all’alfabeto muto.
Le piacciono molto la mimica e le immagini, ama disegnare e costruire oggetti. 
Si sollecitano le proposte delle catechiste a questo proposito e si sente che cosa potrebbe offrire il gruppo teatrale a questa bambina.
I genitori lavorano tutto il giorno e hanno altri due figli piccoli. Sarebbero disposti a pagare una modica somma a delle persone affidabili in grado di occuparsi dei bambini. 
Il parroco chiede l’intervento della Caritas alle rappresentanti presenti alla riunione. Potrebbe eventualmente farsi avanti anche qualche signora del gruppo anziani?

D
9 anni (i genitori non l’hanno voluto mandare prima alla catechesi) / IV primaria / disabilità visiva grave
Come facciamo con questo bambino? Lo includiamo nel gruppo dei coetanei o lo inseriamo nel gruppo dei bambini che incominciano ora la catechesi? Privilegiamo la via delle relazioni o la via della preparazione ai sacramenti IC e dell’apprendimento? Si potrebbe trovare una soluzione diversa, che salvi, come si suol dire, capra e cavoli?
E’ un bambino molto sensibile, soprattutto alle frustrazioni: infatti non sopporta né rimproveri né valutazioni negative.
Quali attenzioni, quale tipo di atteggiamento è richiesto alle catechiste per supportare al meglio questo bambino?
Sa muoversi normalmente, ma quando si trova in un ambiente nuovo si blocca e si immobilizza. Talvolta si lascia prendere dall’ansia e allora incomincia a girare su sé stesso.
Come prevenire questo comportamento del bambino?
Ama i giochi linguistici orali e tattili, ma solo se non sono competitivi: in questi casi si isola e rifiuta di giocare. Conosce e usa il Braille.
Quali giochi possiamo pensare per questo bambino e i suoi compagni? Come possiamo sfruttare anche in catechesi la sua conoscenza del Braille?

E
Con i compagni, si mostra aggressiva e si rapporta con pizzicotti e graffi. Per questo gli altri bambini la evitano. Il suo comportamento migliora nettamente se con lei durante la catechesi rimangono la mamma o la nonna. Quando la comunicazione è possibile, E. è in grado di imparare ciò che le viene insegnato, purché in modo semplice. E’ capace di svolgere semplici compiti, ma le si deve chiedere una cosa per volta. 
Come potremmo contenere questa bambina? Non dimentichiamo che anche il contenimento è un diritto. Possiamo permettere alla mamma o alla nonna di rimanere con noi durante la catechesi, almeno all'inizio? Si potrebbe pensare a un accompagnamento graduale di un operatore pastorale, dapprima insieme alla famigliare, e poi via via sempre più autonomo?
Conosce e usa in famiglia e a scuola il metodo Malossi. A scuola ha imparato il suono delle lettere e riesce a comporre poche parole e frasi semplici con costruzione faticosa, usando lettere di feltro o carta vetrata. 
Quale materiale dovremo acquistare per favorire la comunicazione di questa bambina con i compagni? C’è una catechista o un altro volontario che desidera esercitarsi nel metodo Malossi, in modo da poter eventualmente sostituire a suo tempo la famigliare di supporto?
Ma il papà non si è mai visto in parrocchia.
Il parroco si ripromette di conoscere meglio la famiglia. La catechista potrebbe iniziare i colloqui familiari prima del previsto.

F
Dev’essere accompagnato al bagno e in tutti gli spostamenti da un ambiente all’altro. 
È chiaro che la catechista non può uscire ad accompagnare F. al bagno lasciando gli altri bimbi incustoditi: possiamo trovare una persona di buona volontà che svolga questo servizio?
Gli amici fanno a gara per spingere la sua carrozzina. 
I compagni di F. devono imparare a rispettare i suoi desideri e quindi a non spingere la carrozzina senza chiedergli gentilmente il permesso: che cosa faranno le catechiste per questo?
Ama giocare, ma si rattrista quando i compagni si lanciano nei giochi motori. 
Che cosa possiamo fare per evitare la tristezza di questo bambino? Potremmo pensare a dei giochi motori ai quali potrebbe partecipare anche lui? Che cosa dice a questo proposito il rappresentante parrocchiale del CSI?
I genitori sembrano non avere problemi: chiedono solo ascolto e vicinanza… come tutti del resto. 
Che cosa possiamo offrire a questi genitori?