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La morte non ha più speranze



Sviluppo a tre piste di un’intuizione di don Mario Antonelli, direttore del Pontificio Seminario Lombardo di Roma, per scoprire i legami tra le donne, la morte e il senso dell’olfatto e per entrare nella Settimana santa con la pazzerella di Betania e le sue amiche più scriteriate di lei.
Ascolta "Elikya, la speranza del Vangelo senza confini, Mariarosa Tettamanti, formatrice diocesana, Milano, 25 Marzo" su Spreaker.

Dal Vangelo secondo Giovanni, capitolo 12, versetti da 1 a 11.

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora, prese 300 grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

Un filo rosso sensoriale unisce tre piste olfattive e cinque donne scriteriate

«Disse Gesù: “Togliete la pietra!”. Gli rispose Marta, la sorella del morto: “Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni”».

«Maria allora, prese 300 grammi di profumo, (…) ne cosparse i piedi di Gesù (…) e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo».
Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura».

«Il primo giorno della settimana, al mattino presto, le donne si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato».

C’è un filo rosso sensoriale che unisce semanticamente i tre testi dai quali ho preso le frasi che riporto: è l’odore, il profumo. E c’è un altro filo rosso, che si annoda al primo ed è legato ai protagonisti,
 i quali sono tutte donne, ma poi c’è un terzo filo che s’intreccia ai primi due: è un filo di tipo contenutistico, che riguarda la terribile signora con la falce, cioè la morte. Vediamoli insieme.

Le donne e l'olfatto

«Signore, mio fratello ormai puzza» dice Marta al Maestro arrivato in ritardo e il suo pensiero implicito è chiaro: “L’hai lasciato quattro giorni nella tomba, che cosa vorresti fare adesso? Che cosa pretendi? Avresti dovuto pensarci prima!”
Spende un sacco di soldi Maria di Betania: 300 denari secondo Giuda (che di soldi s'intende eccome!), per comperare un profumo prezioso, un profumo che a quei tempi veniva versato non più di una goccia per volta sui capelli. Probabilmente l’ha acquistato per lei, per rendersi seducente, oppure è il regalo prezioso di uno dei suoi innamorati, o magari l’ha preso proprio per Gesù… in ogni caso dovrebbe durare a lungo, ma lei lo rovescia tutto, tutto, come un piccolo torrente ballerino sui piedi dell’amato. Sprecona, esagerata, c’era bisogno di usarlo tutto? E infatti Giuda, già in procinto di scivolare sul sangue venduto, si lamenta. Ma si lamentano anche altri e perfino i discepoli, secondo Matteo. Non hanno tutti i torti dopo tutto: con i soldi non si scherza. Ragionamento giusto, ma non per chi ha il cuore innamorato. Non si fanno forse pazzie, quando si ama veramente? Ed è proprio il profumo intenso e delicato dell’amore quello che riempie la casa di Betania.
Ed è il profumo dell’amore quello degli aromi portati alla tomba di Gesù dalle tre donne che si recano al sepolcro la domenica mattina.
Li hanno preparati mescolandoli alle lacrime e sebbene sappiano che non saranno in grado di togliere la pietra che chiude il sepolcro, loro vanno! Un po’ scriteriate ‘ste benedette donne, bisogna dirlo…
E sì, siamo in compagnia di cinque donne con qualche difetto di troppo: senza peli sulla lingua, severa e anche un po’ pretenziosa Marta,  pazzerella e prodiga Maria di Betania (io l’adoro), assolutamente irragionevoli le mirofore... Ma tutte sono innamorate, come è proprio di noi donne... e anche degli uomini per la verità, perché se non si è innamorati non si è vivi.

E ora la morte

E dopo le donne e gli odori, ecco la morte, l’orribile evento dal nome femminile, ma impronunciabile. Nel primo caso lei ha vinto, ma la sua vittoria dura solo quattro giorni, perché poi arriva Lui, il vero vincitore, e gli basta gridare il nome dell’amico, per farlo uscire dal sepolcro vivo. Lo vedi Marta che tuo fratello non puzza? Lo vedi che la vittoria della morte non è per sempre? Sei convinta ora che gli amici di Gesù non puzzeranno mai di morte?
E poi, sei giorni prima di Pasqua, arriva l’ultima settimana di vita di Gesù. La morte sta per vincere un’altra volta e Maria di Betania, profetessa inconsapevole, versa il profumo sui piedi di un uomo che sta per essere ucciso, come in una specie di imbalsamazione anticipata del corpo, un segno della sua morte imminente, un omaggio alla prossima vittima della triste signora.
E Gesù muore davvero e con l’ultimo suo respiro se ne va ogni speranza. Che cosa si può fare ormai per Lui? Niente. Niente, sì, niente… a meno che non si sia donne irragionevoli. Allora, in questo caso, si possono preparare gli aromi, perché l’amore vero è prepotente, vuole avere l’ultima parola. 

Dov'è Gesù?

Ma poi questi aromi si rivelano inutili, perché Lui non c’è, è altrove. E dov’è Gesù? Dov’è andato?
Gesù è abbracciato al suo Papà, è risorto, è vivo, ritornerà. E’ la morte a non avere più speranze, amici, non noi! Com’è bello entrare nella settimana santa con questa consapevolezza!

N.B. Questo commento è stato chiesto all'autrice dalle suore Comboniane, nell'ambito del progetto "Elikya, la speranza del Vangelo senza confini", iniziativa bellissima, che presenta quotidianamente la Parola di Dio, orientando e dando colori nuovi e liberi alle nostre giornate, spesso intrise di fatica e di sofferenza, ma anche abitate dalla gioia di sapersi amati da un Dio che è Padre.

Mariarosa Tettamanti