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12. I bambini di Gaza: interpretazione di un incubo generato dalla guerra


 Quando la problematica situazione sociopolitica attuale entra nei sogni e nella vita.

Carissima Charlotte, questa notte ho sognato di essere a Gaza, sotto i bombardamenti di Hamas. Davanti a me c'era un enorme cesto colmo di neonati. Mi chiedevo come potessero respirare e vivere quelli che si trovavano sotto agli altri e, volendo salvarli, cercavo aiuto, ma con me non c'era nessuno. Allora ho afferrato un bambino, ma le mie braccia cedevano e non lo reggevano, così ho pensato di trascinare il cesto, nella speranza di riuscire a salvarli tutti. Non ce la facevo e a un certo punto ecco l'orrore: uno dei neonati ha incominciato a cambiare e a deformarsi, diventando vecchio e brutto. In quel momento mi sono svegliata angosciata. Perché questo sogno Charlotte? E che cosa vuole dire?

Carissima Enrica,
i più sensibili tra noi in questi giorni sognano gli orrori che stanno succedendo nel Medio Oriente. L'incubo che racconti, servendosi di immagini spaventose e struggenti, dice la tua angoscia, ma soprattutto la tua impotenza: tu vorresti fare qualcosa, soprattutto per i bambini uccisi e deportati, ma dentro di te sai benissimo che non puoi. Per questo l'esito dei tuoi generosi tentativi non può essere altro che la morte di questi piccoli, manifestata e contemporaneamente celata nella trasformazione orribile di uno di loro. Quando il sogno arriva a questo punto di inaccettabile sofferenza, la censura onirica ti sveglia, riportandoti alla realtà.
Ma c'è qualcosa che Gesù potrebbe dirti mediante questo sogno? Certamente: -Enrica, tu sai che io sono proprio là con questi bambini che soffrono e con le loro famiglie. Per questo la tua condivisione è offerta anche a me, così come il tuo desiderio di poter fare qualcosa per loro (desiderio che per altro fa parte della tua vocazione più profonda): «Quando fate qualcosa a uno di questi piccoli, l'avete fatto a me».  Questo desiderio e questa condivisione per me sono preziosi, valgono molto e hanno esiti buoni che tu non puoi vedere, eppure ci sono. Enrica, trasforma i tuoi sentimenti in supplica al Padre, nella fiducia che la preghiera ha un potere misterioso ma reale: «Se chiedete qualcosa nel mio nome, il Padre mio ve la concederà». Certamente il Padre non va contro la libertà di chi decide che cosa fare del mondo e dell'umanità, ma può sostenere chi è nella sofferenza. Preghiamo, tu e io insieme: «Dove due o più sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro».

#interpretazionedeisogni

Immagine di copertina tratta da What does it mean to be free? Book illustration di Kseniya Urban.