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Brividi di piacere (podcast e testo scritto)

Gesù stesso ci ha rivelato l'essenza dell'esperienza mistica. Ascoltiamo o leggiamo: nel post troviamo il testo scritto e il podcast di Elikya, pubblicato dai missionari comboniani. 

Ascolta "Elikya, la speranza del Vangelo senza confini, Mariarosa Tettamanti, formatrice diocesana, Milano 25 Maggio" su Spreaker.

Dal Vangelo secondo Giovanni, capitolo 17, versetti da 20 a 26.

«…Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.
Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».

Un sussulto di gioia

Un sussulto di gioia: è questo ciò che ho provato quando ho riletto per l'ennesima volta l’amata frase «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola». È sempre un’emozione grandissima sentire che ben più di 2000 anni fa, nelle vicinanze della sua passione, il Signore ha pregato anche per me.
E poi… «come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi». Questa è la mistica, amici, questa è l’essenza stessa della mistica: essere innestati in Gesù e attraverso Lui immergerci nelle profondità insondabili dell’amore paterno di Dio. Essere «una cosa sola» con loro due, essere «perfetti nell’unità».
La mistica quasi mai ti dà visioni e mai dà parole scritte in luoghi improbabili del corpo e della casa. Non abbiamo bisogno di visioni per credere. La mistica ce l’ha spiegata Gesù con queste parole: attraverso l’Eucaristia, Egli viene ad inabissarsi in noi e porta con sé il Padre che abita in Lui. Vi è dunque una prima inabitazione, che è quella del Padre in Gesù, e ve n’è una seconda: quella di Gesù in noi. Il tutto per opera dello Spirito Santo.
Sì, ma si può? Mi chiedete. È possibile? Certo che si può, ha pregato Lui per questo. Non saranno i nostri sforzi a fare di noi dei mistici, ma la sua potenza, la sua volontà. Al cuore del cristianesimo non ci sono le nostre azioni, ma quelle di Gesù. A noi sono chieste soltanto la fede e la docilità.

L'esperienza mistica

E Gesù ci ha detto anche lo scopo della mistica, che non è di tipo estetico o romantico, ma «perché il mondo creda che tu mi hai mandato», «il mondo conosca che tu mi hai mandato». Lo scopo è missionario, non primariamente ascetico. “E infatti questo è affare dei missionari"  mi dite: "Sono loro che devono fare in modo che il mondo creda". E no amico, no. La salvezza del mondo è affare di tutti noi, l’abbiamo detto tante volte, e c’è piuttosto da chiederci se il calo di fede al quale assistiamo nei nostri giorni e nei nostri paesi non sia debitore proprio a questa carenza di innesto in Gesù e nel Padre da parte di noi cristiani.
«Siano in noi»... «Io in loro e tu in me». Il movimento è duplice: noi in loro e loro in noi. Il movimento è circolare, è la completa fusione, mi verrebbe da dire. Vertiginoso.

Parole da commentare?

Guardate, se volete il mio parere, queste non sono parole da commentare, sono realtà da vivere. Come spiegarle se non si vivono? Non siamo di fronte a concetti o teorie, ma a presenze, incontri e vissuti. E vi confesso che ho avuto difficoltà a leggere a voce alta queste parole, perché mi sembrano più adatte alla musica silenziosa dell’anima, abitata e trasfigurata dall’impossibile Presenza. Sono parole che sanno di cielo, parole che cantano, parole che creano esultanza; sono inni all’amore e alla gloria.

Dove abita la gloria?

Ecco, la gloria: «la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro». "Ma dov’è questa gloria Gesù? Perché non la vedo?" 
"Perché non guardi” dice Gesù: “La mia gloria circonda quelli che nonostante fatiche immense e malattie inenarrabili mantengono la fede, quelli che combattono ogni giorno contro difficoltà insuperabili, ma non perdono il rapporto con me e con il Padre e il loro primo pensiero è per noi. Guarda e impara” dice Gesù.

Un versetto carico di potenza

Ma fermiamoci ora sulla potenza del versetto 24: «Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io…». «Voglio»: non “vorrei”, non “desidero”. Non “per piacere”, non “per favore” o “per cortesia”… Il Figlio si rivolge al Padre con determinazione e senza mezzi termini dice: «Voglio!». Non dice nemmeno “chiedo” Gesù, come farebbe un adulto, ma proprio «Voglio», come i bimbi piccoli, che hanno una tale confidenza e una tale fiducia nella mamma e nel papà da dire «voglio» senza problemi. (Ma d'altra parte, come ricorda mons. Magnoli, colui che ha detto «Mio cibo è fare la volontà del Padre» se dice « Voglio» sa a quale volontà si sta riferendo). Fino a questo punto arriva il desiderio di Gesù di averci con Lui sempre e per sempre.

Ma la Chiesa non soccombe

Ecco vedete, a volte ci chiediamo come abbia fatto la Chiesa a non soccombere, non dico alle persecuzioni, ma all’infedeltà di tanti suoi membri (alla nostra infedeltà alla fin fine, perché nessuno di noi è fedele fino in fondo). Eccola qui la risposta: è nella preghiera di Gesù, è in questo «voglio», che continua ad ancorarci a Lui e al Padre.

Rabbrividire di piacere

Allora dovremmo fermarci qui e chiuderci nel silenzio, per appropriarci piano e senza forzature di queste parole, che pacificano e nello stesso tempo rivoluzionano il fondo profondo della nostra vita. Proviamo allora: lasciamo che il cuore rabbrividisca e si commuova, accogliendo emozioni e  piacere. Ascoltiamo questa musica bella dell’anima, che si chiama silenzio, e nel silenzio lasciamo che le parole di Gesù prendano forma e ci diano occhi capaci di scorgere dentro di noi la sua Presenza e quella del Padre.

Mariarosa Tettamanti

N.B. Questo commento è stato chiesto all'autrice dalle suore Comboniane, nell'ambito del progetto "Elikya, la speranza del Vangelo senza confini", iniziativa bellissima, che presenta quotidianamente la Parola di Dio, orientando e dando colori nuovi e liberi alle nostre giornate, spesso intrise di fatica e di sofferenza, ma anche abitate dalla gioia di sapersi amati da un Dio che è Padre.

Mariarosa Tettamanti

Immagine di copertina tratta da Inspired by nature di Margarita Gritsanova.