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La strana logica del seminatore (podcast e testo scritto)

E' strana la logica di un seminatore che sparge il seme dove non dovrebbe, persino sulla strada, tra i sassi e tra i rovi, senza preoccuparsi dello spreco... Leggiamo il testo scritto o ascoltiamo il podcast di Elikya (iniziativa dei missionari comboniani) per ragionarci un po' su; nel post troviamo anche due disegni di Virna Paghini, di cui uno da colorare.

Ascolta "Elikya, la speranza del Vangelo senza confini - Mariarosa Tettamanti,Milano, 20 Luglio" su Spreaker.

Dal Vangelo secondo Matteo, capitolo 13, versetti da 1 a 9 

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un'altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un'altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

La logica del seminatore

Questa parabola è stata spiegata da Gesù stesso e nessuno ovviamente può spiegarla meglio di Lui. Quello che non si capisce è la logica del seminatore: non può essere così sprovveduto da non sapere che, se il seme cade sulla strada verrà mangiato dagli uccelli, se finisce tra i sassi non potrà allungare le radici e sarà bruciato dal sole, mentre nei rovi verrebbe soffocato… Allora perché non sta più attento, perché non fa come tutti gli altri seminatori che spargono il seme soltanto nel terreno precedentemente arato? Perché sprecare il seme?
Perché perché… perché questo seminatore è Gesù e siccome i diversi tipi di terreno siamo noi, è chiaro che Lui è un seminatore che non si rassegna, è un seminatore pronto a scommettere su tutti, deciso ad aspettare la più piccola gemma, nella speranza che qualcosa si apra, qualcosa nasca, qualcosa germogli. Magari non raccoglierà niente, ma è certo che continuerà a seminare dovunque. Seminerà sulle strade, sui sassi e tra i rovi e lo farà fino alla fine dei tempi, perché in qualche modo la sua Parola ci possa inseguire.

Così dobbiamo essere anche noi, poveri evangelizzatori chiamati a gettare il seme anche nelle situazioni impossibili, tra i rifiuti di un mondo secolarizzato, desacralizzato, individualista e narcisista… continuando nonostante tutto a scommettere sull’uomo: ciò che oggi sembra gettato al vento domani potrà misteriosamente dare frutto.

Il seminatore e i bambini

Di solito spiego questa parabola ai bambini di quarta o quinta, quando voglio avviarli ad una forma di lectio divina adatta a loro. Ecco ciò che dico. 
Ci sono bambini che, quando ascoltano la Parola di Dio, alla Messa o in catechesi, sono così distratti che sentono le parole, ma non pensano al loro significato e quindi non le capiscono, e allora le parole entrano da un orecchio ed escono dall’altro, così, senza lasciare niente, nemmeno un’impronta, nemmeno una scia. Questi bambini assomigliano alla strada, dove vanno gli uccelli e si mangiano subito tutto il grano del seminatore.
Altri bambini ascoltano la Parola di Dio e dalle orecchie la fanno salire nella mente, così la capiscono e si rallegrano perché è bella, ma poi subito pensano ad altro, cioè alla partita di calcio, alla verifica di storia, a come convincere la mamma a comperare un nuovo gioco e altre cose simili. Così le parole di Gesù volano via dalla loro mente e vengono dimenticate. Questi vostri compagni sono come i sassi, che non permettono ai semini di mettere le radici.
Poi ci sono i bambini che odono la Parola di Dio, la pensano, la capiscono bene e sentono nel loro cuore l’amore per Gesù, così ricordano abbastanza a lungo ciò che hanno sentito… Abbastanza a lungo… ma non per sempre, perché, quando nella loro giornata succede qualcosa che li interessa molto, ad esempio arriva un bel regalo, oppure prendono un brutto voto, o vincono la partita… si occupano del nuovo avvenimento e dimenticano il Vangelo, soffocandolo dentro il loro cuore. Questi bimbi si comportano come i rovi con i semi.
Infine ci sono i bambini che odono la Parola, cercano di capirla bene, amano Gesù e il Vangelo e pregano, cioè si fermano in chiesa, oppure nella loro cameretta, parlano con Gesù di ciò che ha detto e lo ascoltano nel silenzio del cuore. Anche se a volte fanno un po’ fatica, non smettono di pregare, almeno un poco ogni giorno. Ecco, questi bambini non dimenticheranno più la Parola di Gesù e si accorgeranno, a poco a poco, che la loro vita cambia, perché la Parola di Gesù passa nelle loro mani e loro diventano capaci di comportarsi come Gesù e di fare le cose belle che fa Lui. Questi bimbi sono il terreno buono per la Parola di Gesù. 
E voi, quale terreno volete essere? 

Il seminatore e gli adulti

La risposta dei bimbi è scontata e colma di entusiasmo, ma questa semplice spiegazione dice una cosa importantissima e valida anche per noi adulti. Se la Parola di Dio deve portare frutto, tutto il nostro essere deve immergersi in essa: il corpo, con l’udito e poi le azioni; la mente, cioè le capacità cognitive e volitive; il mondo emotivo e affettivo, che fa capo al cuore; lo spirito, nella preghiera e nel rapporto con Dio, rapporto che poi diventa azione e virtù. Così la mappa della nostra umanità, con i suoi quattro punti cardinali (corpo, mente, cuore, spirito) si trasfigura nell’umano di Gesù. Bellissimo.

La logica della lectio

È la logica della lectio. Si parte con i sensi, ascoltando o leggendo la Parola di Dio, si passa alla mente e, attraverso la meditatio, si interpreta il Vangelo, mettendolo in corrispondenza con la vita, cercando di capire che cosa dice alla nostra vita. Si va fino al cuore mediante l’oratio, cioè la preghiera, in cui la pagina letta diventa lode, rendimento di grazie e domanda. Si arriva poi a quell’altissimo silenzio denso di parole sue nella contemplatio, in cui lo spirito si unisce strettamente al Signore, quando alla nostra attività si sostituisce gradualmente l’azione di Dio e noi entriamo in quell’intimità in cui incominciamo veramente a fare esperienza di Lui. Si termina infine unificati nell’actio, cioè nell’azione profumata dalla virtù. 
Davvero la lectio, non solo è il metodo più sicuro per entrare nella Parola, per non buttarla via, per essere terreno buono, ma è ciò che di più bello e divertente possiamo fare in ogni giorno della nostra vita. Grazie!

N.B. Questo commento è stato chiesto all'autrice dalle suore Comboniane, nell'ambito del progetto "Elikya, la speranza del Vangelo senza confini", iniziativa bellissima, che presenta quotidianamente la Parola di Dio, orientando e dando colori nuovi e liberi alle nostre giornate, spesso intrise di fatica e di sofferenza, ma anche abitate dalla gioia di sapersi amati da un Dio che è Padre.

Mariarosa Tettamanti


Immagine di copertina tratta da Shutterstock di Bala Lush.