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In vacanza con l'Eucaristia


Si avvicinano le vacanze degli oratori e i responsabili approfittano per proporre ai ragazzi attività a forte valenza educativa e inclusiva, capaci di entrare nel clima vacanziero senza rovinarlo, ma semmai arricchendolo di profondità e allegria. Attività brevi quindi, emotivamente coinvolgenti e capaci di "portare" Gesù in mezzo ai ragazzi, di farne sentire la presenza e l'amore. Quest'anno ci concentriamo sull'Eucaristia, in un percorso pensato per ragazzi di quarta e quinta primaria, e partiamo da tre testi dei Vangeli: la moltiplicazione dei pani e dei pesci, la vite e i tralci, l'incontro di Emmaus. Le attività che suggeriamo partono dai percorsi diocesani milanesi, ma vanno oltre, allargando e approfondendo il discorso. Poiché si tratta di un percorso ludico/esperienziale, con ampio uso delle immagini, lo stesso risulta particolarmente adatto anche ai gruppi che ospitano bambini in situazione di disabilità intellettive e/o sensoriali. 
Il post contiene il testo scritto, più un video esplicativo propedeutico al secondo testo evangelico e un ppx (presentazione PowerPoint) per l'ultimo gioco.

Schema delle attività

La moltiplicazione dei pani e dei pesci (Mt 14,13-21)
(ambiente: all’aperto e poi in chiesa; tempo: per una giornata di tempo normale).
*Gioco a bivio per scoprire il pensiero “divergente” di Gesù e le sue scelte controcorrente;
*lettura ritualizzata del testo;
*simulazione + adorazione;
*Messa con consegna.
Materiale occorrente: il libro del Vangelo, un lume e qualcosa per accenderlo. 

La vite e i tralci
(ambiente: locale con possibilità di proiezione + all’aperto + Messa; tempo: per una giornata a escursione lunga).
*Breve video per conoscere le varie parti di una vite;
*visita a una vera vite e attività del tralcio strappato;
*breve commento;
*lettura personale del Vangelo + ricerca della frase tesoro;
*scoperta di una chiesetta o di un’icona nel bosco con il volto di Gesù  e breve momento di silenzio davanti a Lui;
*Messa con consegna.
Materiale occorrente: video e proiettore, una vite, libro del Vangelo (uno per ogni bambino), una penna per ogni bambino, chiesetta o cappella o icona con il volto di Gesù.

Emmaus (Lc 24,13 - 35)
(ambiente: locale con possibilità di proiezione, per una giornata incerta o di pioggia; all'aperto, in passeggiata, se il tempo è bello)
*Viaggio nell’arte in ppx, attraverso il gioco del detective con il ciclo di Emmaus di Arcabas;
*lettura ritualizzata del Vangelo;
*contemplazione dell’icona;
*raccordo tra l’esperienza di Emmaus e la Messa;
* Messa con consegna.
Materiale occorrente: ppx e proiettore (o riproduzione cartacea di quadri di Arcabas); libro del Vangelo; un'icona con il volto di Gesù.

La moltiplicazione dei pani e dei pesci  (Mt 14, 13-21) e il pensiero divergente di Gesù

Il gioco a bivio

Questo brano (Mt 14, 13-21) si presta bene ai giochi a bivio, che mostrano il pensiero “divergente” di Gesù. Sarebbe bello incominciare fuori, su un prato, vicino alla chiesa. I ragazzi sono seduti in cerchio, il don (o una catechista) incomincia a leggere.

Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». 

Che cosa dice Gesù?
1. Avete ragione, li saluto subito tutti e li mando a casa.
2. Pensateci voi, date voi a loro da mangiare.

Si lascia che i bambini rispondano, senza dire “È giusto, è sbagliato” e poi si invitano ad ascoltare il seguito della storia.

Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». 

Che cosa risponde Gesù a questa obiezione dei discepoli?
1. Portatemi qui i cinque pani e i due pesci.
2. Cinque pani e due pesci non sono abbastanza per nessuno! 

Ed egli disse: «Portatemeli qui». 

Che cosa fa ora Gesù?
1. Dà un pezzettino di pane ai suoi discepoli e dice agli altri: “Mi dispiace, non abbiamo nient’altro: andate nei villaggi a comprarvi qualcosa da mangiare e poi tornate pure qui”.
2. Gesù dà i cinque pani e i due pesci alla folla.

E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. 

Che cosa succede ora?
1. I pani e i pesci finiscono subito, così scoppia la protesta della folla affamata e Gesù è costretto a scappare con i suoi discepoli.
2. Tutti riescono a mangiare.

Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Il commento

Gesù non ha fatto quello che avremmo fatto noi o qualsiasi altra persona. Non ha mandato via la folla e non ha nemmeno fatto tutto da solo per sfamarla, ma ha chiesto il contributo dei suoi discepoli, ha detto “Pensateci voi”. E quando i discepoli gli hanno detto che avevano solo cinque pani e due pesci non ha detto “Allora non possiamo fare niente”, ma ha voluto che glieli portassero. E che cosa ha fatto quando li ha avuti? L’avete sentito: alzò gli occhi al cielo verso il Padre, spezzò i pani e li fece distribuire alla folla.
Grande questo Gesù che non lascia la gente nella fame e si fa aiutare dai discepoli che non hanno quasi niente. Grande, perché si rivolge al Padre e ai suoi amici e poi riesce a dare da mangiare a tutti. Vi sarebbe piaciuto essere lì e mangiare il pane benedetto da Gesù? Eh sì, anche a me sarebbe piaciuto, ma se vi dicessi che noi siamo molto più fortunati di quella folla, che cosa direste? Venite con me!”

Venite con me!

Il don (o un educatore) porta i bambini in chiesa davanti al tabernacolo, fa una lunga genuflessione, sta un attimo in profondo silenzio e poi apre il tabernacolo e dice: “Lo sapete già vero? Lo sapete perché tutti avete ricevuto la prima Comunione. Qui c’è un pane che è Gesù, proprio Lui vivo, con il suo corpo e la sua anima da uomo e da Dio. E questo è moltissimo di più che un pane benedetto nel deserto e mangiato in mezzo alla folla. Ci penseremo bene alla Messa di questa sera, quando lo riceveremo. Adesso però ascoltiamo, rimanendo in piedi, questo testo del Vangelo. Vogliamo provare ad ascoltarlo come se fosse la prima volta, come se non lo avessimo mai sentito, così si risveglieranno in noi la sorpresa e la meraviglia”.

Ecco la luce!

Si può fare a questo punto una lettura ritualizzata. S'introduce e si apre il Vangelo (ci vuole un’edizione grande e bella) e contemporaneamente si accende un lume, mentre tutti acclamano: 
“La Parola di Gesù è la nostra luce”. 
Poi il don legge il testo, invita i bambini a sedersi e spiega:
“Immaginiamo di essere davvero nel deserto. Siamo tra la folla e guardiamo Gesù che è davanti a noi. Bisogna fare silenzio fuori e dentro di noi se vogliamo stare con Lui. Ognuno di voi scelga il luogo della chiesa dal quale vede bene il tabernacolo, si sistema lì e prova: guarda Gesù e lo ascolta, con gli occhi e le orecchie del cuore”. 
Un minuto di silenzio.
(In genere i bambini reggono molto bene un minuto di silenzio e di adorazione, soprattutto se possono sentire una musica leggera di sottofondo).
Si chiude il tabernacolo e si finisce con un “Padre nostro” e un canto di gioia, possibilmente ritmato e magari gestualizzato.
Durante la Messa, prima della comunione, il don ricorderà la consegna: "Rammentate che noi siamo molto più fortunati della folla che mangiò il pane diviso e moltiplicato da Gesù?"...

La vite e i tralci (Gv 15,1-11)

Il video

Si potrebbe incominciare con la visione di questo brevissimo video 
che mostra le varie parti di una vite e la sua crescita.


 

L'escursione e il tralcio strappato

In seguito, durante un’escursione, portiamo i bambini a vedere una vera vite, nella quale riconosciamo le varie parti scoperte nel video. Parliamo  per un po' e poi il don o un altro educatore stacca dalla vite un tralcio con un piccolo grappolo d’uva acerba e dice: “Questo ce lo portiamo a casa”. Ovviamente stando in giro il tralcio appassirà e l'educatore fingerà di essere sorpreso: “Com’è diventato brutto questo tralcio, è appassito… Come mai?”. I ragazzini stessi diranno il perché: “E per forza, l’hai strappato via dalla pianta e così muore!”. “È proprio così e mi sa che non farà neanche il frutto, non ci sarà uva matura su questo tralcio. Che cosa possiamo fare ormai? Lo buttiamo via e basta!”. 

Il Vangelo

Dopo una breve  pausa l'educatore riprende: “Ma voi lo sapete che Gesù ha detto una cosa importantissima proprio partendo da una vite e dai suoi tralci? Adesso lo vediamo!” Mettiamo i ragazzi in cerchio, leggiamo a voce alta il brano della vite e i tralci e poi invitiamo i  bambini a prendere una penna e il loro piccolo Vangelo dallo zaino (dovrebbero averlo, ma conviene portare sempre un po’ di copie) e a trovare capitolo e versetti (a questa età dovrebbero saperlo fare). In seguito tracciamo con loro il segno della croce sulla fronte, sulla bocca e sul cuore e invitiamoli a sedersi sull’erba e a leggere il testo in silenzio, sottolineando infine la “frase tesoro”, cioè la frase che ha parlato di più al loro cuore. Successivamente ognuno leggerà a voce alta ciò che ha sottolineato (a mo’ di risonanza), ma prima spieghiamo che la lettura delle parole che abbiamo scelto è un regalo che ognuno di noi fa ai compagni.

Il commento

«"Rimanete in me e io in voi" dice Gesù. Ma come si fa a rimanere in Lui? Fa-ci-lis-si-mo! È una cosa alla quale ha pensato Gesù stesso: perché il Signore ha istituito l’Eucaristia? Proprio per restare in noi e per fare in modo che noi rimanessimo in Lui. Quando lo riceveremo fra poco, cercheremo di vivere questa grande esperienza».

La scoperta

Riprendiamo la passeggiata, finché scopriamo "per caso" una chiesetta con il Santissimo nel tabernacolo, oppure in alternativa una grande icona di Gesù nascosta in precedenza da qualche educatore tra il fogliame. Cerchiamo di creare un clima di sorpresa e di meraviglia: “Ma guarda, Gesù ci stava aspettando!”. Lasciamo il solito minuto di silenzio contemplativo e poi cerchiamo di individuare con i bambini i frutti di vita buona che noi, come tralci legati a Gesù, possiamo dare.

I frutti di vita buona

Ricordiamoci di presentare degli esempi, declinando lentamente i possibili propositi (farò giocare tutti i compagni, mangerò tutto senza fare lo schizzinoso, cercherò di non litigare con i miei fratelli, pregherò meglio, cercherò di ubbidire al don e di essere gentile con tutti…) in modo che ognuno, da solo, possa scegliere il proprio. È un’attività che si può fare anche sulla via del ritorno, con leggerezza, quasi come un bel gioco... perché in realtà è proprio bello dare qualcosa a Gesù.

Emmaus

(Le immagini per questo gioco si trovano nel ppx situato in calce allo scritto). 

L'inizio

Raduniamo i bambini nel salone per le proiezioni, diamo a ciascuno di loro un foglietto, una penna e un foglio per gli appunti e introduciamo il gioco: “Oggi vi trasformo tutti in detective e vi lancio una sfida. Dovrete riconoscere un uomo mascherato! Ricordatevi che i veri detective non saltano subito alle conclusioni, ma osservano tutti i dettagli e ascoltano tutto prima di arrivare alla soluzione dei problemi. Solo quando ve lo dirò io potrete scrivere il nome del mascherato sul foglietto che vi ho dato, senza consultarvi con i compagni però, ognuno per sé… Durante l’indagine, avete la consegna del silenzio per tutto il tempo: non potete dire nulla! Se qualcuno parlerà si squalificherà da solo. Qualunque pensiero vi venga, o anche se vedete qualcosa che io non vedo o non dico, potete scrivere sul vostro foglio grande per gli appunti. Buona indagine!”

(N.B. La consegna del silenzio è necessaria perché altrimenti tutti gridano subito “Gesù!” per partito preso e il gioco diventa impossibile. È il proseguo dell’attività che mette dei dubbi e attiva cuore e mente).

L'indagine

Slide n. 1 – Primo clic - Che cosa si vede? Ah… sono tre viaggiatori. Quella che si snoda dietro è una strada. Il viaggiatore al centro ha una maschera: chi sarà? Ecco, è Lui che dobbiamo scoprire. Non dite niente, anche perché potreste sbagliarvi e quindi essere squalificati! Andiamo avanti. 
Secondo clic – Ah… quella immagine lì non si apre, rimane il rettangolo bianco. E ora, ecco di nuovo i tre personaggi. Stanno entrando in una casa e uno spinge dentro il personaggio mascherato che forse non vuole entrare… boh! 
Terzo clic - Qui ci sono dei colori e in fondo c’è una specie di buco della serratura. Mah, chissà che cosa vuole dire!
Quarto clic – Questo non si apre e qui… o cavoli… qui sono solo in due, l’uomo mascherato è scomparso! 
Quinto clic - E qui sono scomparsi tutti e ci sono soltanto la sedia rovesciata e la porta aperta… Un bel mistero ragazzi! Sarà meglio che guardiamo i dettagli! 

Slide n. 2 – Primo clic – Ma guarda questo qui, con le mani si tocca il cuore, ha gli occhi spaventati e addolorati, la bocca aperta in un’espressione di stupore e desolazione… avrà mal di cuore penso…
Secondo clic – E questo invece si tocca il capo e ha una bocca che si lamenta… Sicuramente gli fa male la testa…
Terzo clic – E questo chi è? Ah già l’uomo mascherato. Che cosa possiamo dire di lui? Ha la bocca chiusa, quindi non parla, però ha gli occhi ben aperti e luminosi e quindi sta ascoltando con molta attenzione, giusto?

Slide n. 3 – Riguardiamo la scena: possiamo dire qualcos’altro? Guardate le gambe dei due viaggiatori non mascherati. Vi sembrano gambe di persone felici e piene di energia o gambe di persone tristi e molto stanche? Ognuno risponda per sé.

Slide n. 4 – Riguardiamo ora la terza scena, visto che la seconda non si apre. È la scena in cui i tre viaggiatori arrivano a una casa e sono lì sulla porta.
Primo clic – Guardiamo prima i due non mascherati: guardate che occhi spalancati… e fissano proprio lui, l’uomo mascherato! Dev’essere importante per loro!
Secondo clic – Ecco l’uomo mascherato… (lo lasciamo 5 secondi per guardarlo bene)

Slide n. 5 – E qui ci sono solo colori… puoi girarli come vuoi, guardarli in cento modi diversi, ma sono solo colori… I colori di solito sono simboli di gioia… mah!

Slide n. 6 – Passiamo all’immagine n. 7, perché la 6 non si apre.
Primo clic – Guarda questo qua: ha appoggiato con forza le mani sul tavolo, si è alzato e ora guarda verso la porta…
Secondo clic – E si è alzato così di scatto che sta rovesciando la sedia!
Terzo clic – E questo? Sta pensando… Forse si chiede chi è l’uomo che è sparito… Però, guardate come stringe il tovagliolo con la mano… è un po’ nervoso eh?

Slide n. 7 – Questa immagine è quella in cui non c’è più nessuno. Vediamo se c’è qualche indizio utile. 
Primo clic – È rimasta la sedia rovesciata per terra (non si sono neanche fermati a raccoglierla) e sopra alla sedia c’è il tovagliolo caduto dalle mani di quello che stava pensando… Un bravo detective sa rifare le scene. Proviamo: mettiamo con forza le mani sul tavolo, ci alziamo di scatto, una sedia cade, il tovagliolo cade, ma noi non ci fermiamo a raccogliere niente e corriamo fuori. Ma perché? Perché tutta questa fretta? 
Secondo clic – Persino la porta hanno lasciato aperta…
Terzo clic – E sulla tavola sono rimasti una pentola, un piatto con le posate, un bicchiere, una brocca per l’acqua e una bottiglia di vino. Ma guardate com’è illuminata questa scena…
Quarto clic - …eppure dalla porta non può venire la luce: è notte… E le candele sono spente, si vede nella scena precedente, eccole lì… Ma allora da dove viene questa luce? In giro non ci sono altre lampade… Ecco un altro mistero da svelare…

Ora vi do una buona notizia. Prima di scrivere il nome del personaggio mascherato, possiamo giocarci un bonus, cioè possiamo vedere un’altra scena ma solo in parte. Proviamo.

Slide n. 8 –State molto attenti, perché ora provo ad aprire…
Primo clic – Ah ecco, è la scena di un pasto, un pranzo o una cena non si sa… però manca la parte centrale… va be’, guardiamo i dettagli.

Slide n. 9 – Primo clic – Qui che cosa vediamo… un piatto con del cibo, un bottiglia di vino, due bicchieri, un cestino con il pane, le candele che evidentemente prima erano accese, quindi poi sono state spente … niente di interessante mi sembra…
Secondo clic – Qui c’è quello che versa il vino al personaggio misterioso… è gentile, va bene, ma che cos’altro ci dice? Niente mi pare!
Terzo clic – E qui c’è l’altro, che guarda intensamente e probabilmente ascolta quello che fa o dice il personaggio mascherato. Non mi sembra che abbiamo ottenuto altri indizi. Per capire qualcosa dovremmo vedere il centro del quadro, ma non ne abbiamo la facoltà. E allora, visto che non abbiamo avuto indizi validi, vi faccio vedere la seconda immagine, una della due che non si apriva.

Slide n. 10 – Primo clic – Eccola. È una croce e intorno ci sono delle lettere strane, tutte alla rinfusa, disarticolate… 
Secondo clic – Possiamo guardarla più da vicino, ma vediamo sempre una croce e delle lettere strane in disordine… Va be’, visto che non abbiamo altri indizi, scrivete sul foglietto il nome del personaggio mascherato, poi piegate in quattro il foglietto e mettetelo in questa scatola. 

Il Vangelo

- E ora ci alziamo in piedi perché è venuto il momento del Vangelo. 

Slide n. 11 - Lettura ritualizzata del Vangelo di Emmaus. 
Primo clic – Quando il lettore arriva allo spezzare del pane svela il volto di Gesù e lascia un po’ di tempo per la sorpresa: “È Lui, è Gesù!” (a bassa voce), poi si riprende a leggere.

In alternativa (sarebbe più bello), se si avesse una riproduzione piuttosto grande di questa scena, si potrebbe coprire il volto di Gesù con dei post it e farli togliere ad uno ad uno dai bambini, in modo da svelarlo poco per volta. 

Slide n. 12 – Ora ci fermiamo a guardare il volto bello di Gesù e lo preghiamo nel silenzio del nostro cuore.

Si termina la lettura.

La ricostruzione dell'episodio

Si rivedono insieme le immagini che raccontano tutta la vicenda.

Slide n. 13 – "Ora rivediamo tutta la storia, perché è bellissima.
1. Adesso abbiamo capito perché erano così tristi questi due discepoli: pensavano che Gesù fosse morto per sempre! Quello che si tocca il cuore sta dicendo che i suoi sentimenti sono feriti, il suo amore per Gesù ora fa soffrire perché Lui non c’è più. Quello che si tocca la testa invece sta dicendo che i suoi pensieri si sono tutti confusi: pensava che Gesù fosse davvero un maestro grande capace di fare ogni cosa e invece guarda come è finito male! 
E perché il pittore Arcabas ha dipinto Gesù con la maschera? Perché non sapeva che faccia avesse Gesù? O perché pensava di non essere capace di dipingerlo? O non aveva voglia di dipingerlo bene? No, ha dipinto la maschera per far capire che i due discepoli non hanno riconosciuto Gesù: per loro era proprio come se avesse una maschera! 
2. Gesù all’inizio non parla, ascolta soltanto, ma poi incomincia a parlare e racconta della sua morte e dice che la sua morte ci ha salvati. E sapete di che cosa sono simbolo quelle lettere lì tutte disordinate? Sono le Parole dell’Antico Testamento, che noi riusciamo a capire bene soltanto ascoltando Gesù!
3. Quella casa lì in realtà non è una casa ma una locanda, cioè un albergo. Quando arrivano lì Gesù fa per andare, ma i discepoli lo invitano a stare con loro. Ecco perché sembra che quello lì lo stia spingendo dentro: ha troppo desiderio di tenerlo lì con lui! 
4. Gesù accetta di stare con loro e questo fa scoppiare la loro gioia. Questo è il significato dei colori e quella specie di serratura lì è la serratura del cuore: prima il loro cuore era chiuso, ma ora si è aperto e fa entrare la gioia.
5. E finalmente, quando Gesù spezza il pane lo riconoscono e quindi non ha più la maschera. Però il suo viso rimane nell’ombra e mentre si svela Gesù scompare. Perché? Perché rimane nell’Eucaristia, cioè nel pane e nel vino consacrati!!!! Ecco perché Arcabas ha lasciato la luce sul tavolo: la luce viene dal pane, dove c’è il pane consacrato c’è Gesù.
6. Dopo il primo sbigottimento, i discepoli si alzano e corrono. Dove corrono? Vanno dai loro amici per dire a tutti che Gesù è risorto. Ma quando arrivano lì si sentono dire che anche gli altri e le donne hanno visto Gesù risorto. Che bello ragazzi, Gesù è proprio risorto! Ce lo diciamo dandoci la mano e abbracciandoci: “Gesù è risorto!”
7. Quel cielo stellato lì è proprio simbolo della bellezza di questa buona notizia che il Vangelo ci regala ogni giorno.

Slide n. 14 – C’è tutto scritto nella slide (che cosa fanno i discepoli).

Slide n. 15 – Tutto scritto (raccordo tra Emmaus e Messa, attraverso alcune domande e la pagina del sussidio che traccia il parallelo tra l’esperienza di Emmaus e l’esperienza della Messa). 

Slide n. 16 – Lasciamo che i bambini leggano e lanciamo una sfida: senza dire nulla, durante la Messa cercheremo di individuare i momenti della celebrazione che corrispondono al vissuto dei discepoli di Emmaus. Quando anche noi ascoltiamo la Parola? Quando parliamo con Lui? Quando offriamo qualcosa a Gesù? Quando lo riconosciamo attraverso il Pane e il Vino? 



Immagine di copertina tratta da Dipsea Dreamscapes di Nick Matej.