Passa ai contenuti principali

Chi vuol esser lieto? Sia! (schema scritto e audio)

Quant'è bella giovinezza / che si fugge tuttavia / Chi vuol esser lieto sia / del doman non v'è certezza... 

Confessiamolo: qualche parolina non molto gentile a questo guastafeste del Magnifico la diremmo volentieri, per questi suoi versi che da giovani ci hanno dato un po' fastidio, poi hanno rovinato i momenti in cui abbiamo scoperto le prime rughe e infine li abbiamo ritrovati tra i ricordi, quando il covid prima e la guerra poi ci hanno messi brutalmente a contatto col "doman" senza certezza, cioè con la precarietà della vita.
Eppure c'è un modo infallibile per essere sempre lieti, anche quando la bella giovinezza è fuggita. Vi propongo a questo proposito una relazione presentata la prima volta agli amici carissimi di Sesto Calende per i genitori dell'ultimo anno della catechesi dell'Iniziazione cristiana. La tessitura è di mons. Pierantonio Tremolada, il vescovo di Brescia; il resto (storie, modelli, immagini, citazioni...) sono della sottoscritta.
Il post presenta slide in ppx, audio e schema scritto dell'incontro. Le slide dovrebbero sostenere e favorire l'ascolto e l'attenzione, come se si trattasse di una relazione in cartaceo usata in presenza durante la comunicazione di un relatore. Ascoltare, leggere... vivere!

Schema dell’incontro

Dalla felicità alle Beatitudini.
Le beatitudini del mondo.
Le Beatitudini di Gesù: che cosa sono.
i santi e le Beatitudini.

1. BEATI I POVERI IN SPIRITO

Esegesi di mons. Tremolada

Chi sono i poveri per la Bibbia? Sono i piccoli, il contrario di coloro che, quando perdono le ricchezze, vedono sgretolarsi il senso della vita. I piccoli sono beati, perché la tenerezza di Dio se li prenderà a carico. La loro piccolezza farà spazio alla sua potenza. Non avranno paura né affanno, non saranno toccati dai miraggi del consumismo e del benessere, ma troveranno la libertà interiore.

Per la catechesi IC in ottica inclusiva

Dal sussidio “Beati coloro che si accorgono di essere piccoli e così scoprono di poter contare su Dio e non solo sulle proprie forze”. 
I poveri di spirito sono persone felici e sicure, perché sanno che Dio è il loro papà. Come questo bambino…
Racconto “Il pilota è mio papà…”
Immagine Il bambino felice in braccio alla mamma nonostante il chiasso, il dolore e la paura sul Calvario.
Modello san Daniele Comboni

2. BEATI GLI AFFLITTI

Introduzione

C’è una beatitudine anche per chi piange, per chi soffre o vede soffrire? Impossibile? Illogica? Assurda?

Esegesi del cardinal Ravasi

Storia di Giobbe (novella popolare diffusa in tutto l’oriente, spunto per gli autori biblici, che affrontano in modo nuovo il problema del dolore): disperazione di Giobbe (fisica, intrapsichica, relazionale, spirituale); Dio non spiega né consola, ma si rivela (nelle slide c’è il percorso contemplativo di Giobbe in compagnia di Dio); esperienza dell’Incontro e dell’approdo a una fede che passa attraverso la lotta e la ricerca e diventa affidamento e quindi amore per la vita, serenità e beatitudine; nella fede tutto ha un senso e nulla patisce l’assurdo.

Esegesi di mons. Tremolada

Anche nelle situazioni laceranti chi si fida di Dio fa l’esperienza della sua consolazione e il dolore più forte non lo precipiterà nell’angoscia e nella disperazione: raggiungerà anzi le profondità della vita e potrà diventare vera felicità. 

Per la catechesi IC in ottica inclusiva

Dal sussidio. Beati coloro che accettano le difficoltà e sono sensibili nei confronti di coloro che soffrono, così accolgono la consolazione di Dio.
Racconto. Dopo le domande iniziali, partire con la storia di Giobbe nell’esegesi di monsignor Ravasi e a seguire la storia di suor Bakita, che passa dalla sua all’altrui sofferenza. I bambini devono capire che la consolazione di Dio è la sua vicinanza/amicizia, non per forza la risoluzione dei loro problemi.
Modello: suor Bakita.
Poesia di Alda Merini (farla ascoltare soltanto, in modo che evochi emozioni, anche se non totale comprensione… ma d’altra parte si tratta di una poesia).
Immagine. Nelle slide c’è un dipinto di Chagall, che accosta un momento di grande felicità (il matrimonio) alla croce di Cristo: dice che per noi cristiani la possibilità della felicità ci è data dalla croce di Gesù; come immagine è molto allusiva, quindi si devono far parlare i ragazzi, in modo che ognuno esprima la propria interpretazione.

3. BEATI I MITI

Esegesi di mons. Tremolada

Essere miti significa essere abitati da una carità paziente e benigna, nel contesto di una logica contraria all’inimicizia, all’odio, alle divisioni, ai giudizi cattivi, all’orgoglio e alla vanità. I miti sono i veri forti, perché sanno sostenere la lotta più improba, cioè quella contro gli istinti arroganti dell’io, che rendono inutilmente lamentosi e infelici. Coloro che sembrano perdenti sono in realtà i vincitori e sono intimamente beati. In loro confida il Signore e godono di una grande pace. La terra che apparterrà ai miti consiste in una vita di relazione serena e amabile, in fuga dall’agitazione e dall’arroganza, capace di accogliere i difetti altrui con tenerezza.

Per la catechesi IC in ottica inclusiva

Dal sussidio. Beati coloro che sono umili e pazienti, non rispondono al male con altro male, piuttosto vincono il male con il bene.
Immagine animata e storia. Il combattimento contro la spada dell’io.
Modello. Charles de Foucauld.

4. BEATI COLORO CHE HANNO FAME E SETE DI GIUSTIZIA

Esegesi di mons. Tremolada

La fame e la sete sono bisogni vitali e intensi che gridano urgenza, sono esigenze fisiche, legate agli istinti di sopravvivenza. La giustizia è quindi per Gesù un bisogno vitale. Vivere da giusti significa andare oltre la politica del do ut des, in cui tutto è commercio. I giusti sono guerrieri, lottatori, che non si rassegnano al male. Il contrario del giusto è chi vive di corruzione, di disonestà, di compromessi, ai quali si adegua senza scrupoli, è chi finge di non vedere l’oppressione ma sale sul carro del vincitore. Chi non si occupa di giustizia costruisce dentro di sé un paese desolato.

Per la catechesi IC in ottica inclusiva

Dal sussidio. Beati coloro che, di fronte alle ingiustizie, non stanno soltanto a guardare, ma sentono il bisogno di fare la propria parte per accrescere la fraternità con tutti.
Immagini (fotografie). Un bambino sfinito dalla fame e un altro che piange di gioia vedendo l’acqua scendere da un rubinetto (parallelo con il bisogno di giustizia).
Storia. Il paese dei balocchi (parallelo con il carro dei vincitori; ovviamente ci vorranno degli esempi a misura di bambino).
Modello. Don Carlo Gnocchi.

5. BEATI I MISERICORDIOSI

Esegesi di mons. Tremolada

La misericordia è lo sguardo buono sulle situazioni di debolezza e di infermità, il riversarsi della tenerezza e del perdono. Il contrario dell’uomo misericordioso è colui che giudica il prossimo e lo disprezza, prova gusto nel mettere in evidenza gli sbagli, le debolezze, le fragilità degli altri, dimenticandosi che siamo un esercito di perdonati.

Per la catechesi IC in ottica inclusiva

Dal sussidio. Beati coloro che hanno a cuore le miserie degli altri, non ricordano il male ricevuto, offrono un’altra possibilità a chi li ha offesi e agiscono sempre con tenerezza e con amore.
Storia. L’adultera perdonata
Immagine . Il padre buono e il figlio prodigo (Koder) 
Modello. Maria Goretti, che perdonò al proprio uccisore.

6. BEATI I PURI DI CUORE

Esegesi di mons. Tremolada

Che cos’è il cuore per la Bibbia? È il mondo interiore unificato, il luogo in cui si uniscono mente, volontà e affetti, cioè tutte le facoltà dell’uomo, nel quale nascono e si elaborano desideri, sentimenti, progetti, decisioni. Il cuore puro non lascia entrare ciò che potrebbe minacciare l’amore, indebolirlo o metterlo in pericolo, rifugge dalla doppiezza, per non trovarsi immerso nel pantano dell’ipocrisia, che non permette di essere felici, gusta ogni giorno la gioia liberante di non avere nulla da nascondere e la sua trasparenza contempla senza sforzo la bellezza di Dio. È un cuore luminoso, trasfigurato dalla Grazia e felice.

Per la catechesi IC in ottica inclusiva

Dal sussidio. Beati coloro che sono sinceri e limpidi, non hanno secondi fini e vedono la parte di bene che c’è in tutte le cose.
Immagine animata. Il cuore che balla e sorride.
Modello. Chiara Luce Badano.
Aforisma. Gandhi

7. BEATI GLI OPERATORI DI PACE

Esegesi di mons. Tremolada

Costruire la pace è un’arte che richiede serenità, creatività, sensibilità, destrezza. Si può lavorare per stabilire la pace anche nel piccolo delle nostre vite, quando si lavora per ricomporre le lacerazioni familiari: non si devono ignorare o dissimulare i conflitti, ma trasformarli e risolverli.

Per la catechesi IC in ottica inclusiva

Dal sussidio. Beati coloro che s’impegnano a mantenere la pace, sanno chiedere scusa e aiutano gli altri ad andare d’accordo.
Apprendimento comportamentale. Imparare e insegnare ai ragazzi a trasformare i conflitti (Vedi i due passi indietro e i due passi avanti di Daniele Novara).
Immagine. L’empatia per superare i conflitti.
Modello. Santa Caterina da Siena

8. BEATI I PERSEGUITATI A CAUSA DELLA GIUSTIZIA

Esegesi di mons. Tremolada

In questa società alienata, intrappolata nelle trame politiche, mediatiche, economiche… che ostacolano un autentico sviluppo umano e sociale, difendere la giustizia può essere azione scomoda, difficile, malvista. Per questo noi cristiani diamo fastidio. 

Per la catechesi IC in ottica inclusiva

Dal sussidio. Beati coloro che non hanno paura di pagare di persona il prezzo della fraternità (simbolo da spiegare: è difficile anche per i ragazzi di quinta), preferiscono agire bene anche se possono incontrare incomprensioni e ostilità.
Da una storia a tante storie. Tutti i santi hanno combattuto per la giustizia.
Modello. Don Pino Puglisi.
Immagine. Chagall Il crocifisso, la vittima più grande dell’ingiustizia umana.

I desideri di Dio.
Conclusione.

Immagine di copertina tratta da Magic Book di Gosia Kozdron
beatitudini di Mariarosa Tettamanti