Lettera ai genitori che vogliono il meglio per i loro bambini.
Per la proposta sintetica vedi il post "Pedagogia eucaristica"
Premessa
Carissimo catechista,moltissimi dei nostri genitori sono poco o per nulla praticanti, spesso nemmeno credenti: mandano i bambini alla catechesi, perché riconoscono il valore della cultura religiosa e dell'appartenenza a una comunità, ma non li avviano alla Messa domenicale, perché pensano che non serva dal punto di vista educativo. A loro è rivolta questa lettera, che dovrebbe aiutarli a scoprire la valenza pedagogica della Celebrazione eucaristica anche da un punto di vista puramente umano: non mandando i loro figli, perdono una preziosa opportunità. La speranza è che questa scoperta possa invitarli a compiere un primo passo nella conoscenza della bellezza dell'Eucaristia. I genitori praticanti, invece, potrebbero sentirsi confermati e sostenuti nella loro scelta dalle parole che seguono.
N.B. La lettera è molto lunga e può essere eventualmente spezzata in vari momenti, oppure usata in uno o più incontri con i genitori su questo tema.
▶︎ la musica nutre le capacità ritmico/musicali e matematiche;
▶︎ la pittura e la scultura arricchiscono l’intelligenza artistica e manuale;
▶︎ il teatro le abilità verbali,
▶︎ la catechesi soprattutto l'intelligenza spirituale e così via.
È vero che tutti favoriscono anche lo snodarsi delle relazioni interpersonali e l’osservanza di alcune regole, ma si tratta di obiettivi trasversali, che in misura diversa sono toccati da tutte le attività svolte con i bambini, prima fra tutte il gioco. Ci si potrebbe chiedere allora se esistono corsi seri e poco costosi, a carattere olistico, cioè adatti a sviluppare in modo armonico tutta la personalità dei nostri ragazzi, attrezzandoli alla vita. Dico subito che un corso di questo tipo dovrebbe chiamarsi “Educazione alla felicità”. Ed è qui che entra in campo la mia esperienza.
Credo che il problema stia nel fatto che le regole sportive hanno ragioni contingenti e poco generalizzabili, ma soprattutto perché la loro trasgressione è immediatamente sanzionata: per i bambini che si trovano nel guado tra eteronomia e autonomia morale, le norme che vanno a colpire quel preciso errore e non altri non sono in grado di dare un respiro etico trasferibile ad altre situazioni. Al massimo ciò che i bimbi capiscono è che “ad ogni sbaglio corrisponde una punizione”.
Eh no.
La differenza sta nel fatto che nella Messa tutto è spiegato e motivato all’interno di un discorso che riguarda direttamente la vita.
A scuola ad esempio si deve stare in silenzio per non disturbare e imparare più facilmente, in chiesa questo avviene per permettere a Dio di farsi sentire e a noi di ascoltarlo: l’obiettivo cioè è posto fuori di noi e va verso una tensione comunicativa intrisa di affettività.
Ascolta ancora:
▶︎ stare in piedi durante le celebrazioni significa mettersi un po’ sull’attenti, pronti ad agire e prestando grande attenzione, come si fa davanti a persone importanti alle quali si rende onore;
▶︎ inchinarsi vuol dire riconoscere che si è davanti a Dio e che noi siamo tanto più piccoli di Lui;
▶︎ inginocchiarsi dice che noi vogliamo adorare Dio con umiltà e davanti a Lui siamo peccatori che chiedono perdono con fiducia;
▶︎ stare seduti è mettersi comodi e rilassati davanti a Gesù, con la confidenza che si ha con una persona di famiglia o con un amico intimo che si vuole ascoltare bene e attentamente;
▶︎ allargare e alzare le braccia, con le palme delle mani rivolte al cielo, esprime la tensione verticale del “Padre nostro;
▶︎ il segno della croce infine si fa con la mano che rappresenta tutta la persona, e poi la si porta alla fronte, da dove vengono i pensieri; al cuore, dove dimorano i sentimenti, e alle spalle, che richiamano le nostre azioni: in questo modo tutto il corpo e la vita vengono posti sotto la croce di Gesù.
Ogni gesto quindi porta con sé ricchezze infinite di motivazione e di senso, esigenze giustificate che insegnano a padroneggiare il corpo, armonizzando i movimenti alle parole, ai pensieri, agli affetti, alla preghiera.
Ecco, questa armonia, questa aderenza alla vita, questo riferimento continuo alle relazioni rendono tutto diverso.
Ne risulta un’educazione a 360 gradi, che s’innesta nell’esistenza e l’arricchisce di senso, creando uno stile di comportamento e di vita che si trasferisce facilmente in tutte le altre esperienze.
Carissima mamma, carissimo papà,
a te che per i tuoi figli vuoi il meglio,
a te che desideri per loro la felicità,
a te che ci tieni ad attrezzarli per la vita, oggi ho qualcosa da dire.
Dato che probabilmente non ci conosciamo, mi presento: sono la più vecchia di nove fratelli e ho incominciato a 7 anni ad occuparmi di bambini; a 14 ho iniziato il servizio del catechismo con un gruppo di bimbe della mia parrocchia e a 20 sono entrata in ruolo come insegnante, decidendo di dedicarmi per sempre ai fanciulli: l’ho fatto insegnando e anche coordinando per un quinquennio una scuola dell’infanzia. Nel frattempo mi sono introdotta nel grande mare della catechesi, occupandomi non più soltanto dell’età infantile e scolare, ma anche di preadolescenti, adolescenti, giovani e adulti, coprendo così tutto l’arco delle varie età. Ho formato dal punto di vista didattico docenti, educatori, psicologi della provincia di Como… ma anche genitori, ragazzi e catechisti delle comunità diocesane comasche e milanesi.
Sono passati in questo modo tanti anni, il che mi ha permesso di vedere sulle lunghe distanze temporali i risultati delle azioni formative messe in atto in vari periodi della mia vita.
Ti dico tutto questo per presentarti una specie di curriculum, che dovrebbe, almeno nelle mie intenzioni, rendermi affidabile ai tuoi occhi. Ciò che ti dirò infatti è una cosa nuova e questo è il motivo per cui ho bisogno di una buona dose di fiducia preventiva da parte tua. Ti chiedo cioè di fidarti delle mie competenze (oltre all’esperienza di cui ti ho parlato, ho conseguito il magistero a indirizzo pedagogico didattico, un master per formatori, un diploma Feuerestein, un diploma infermieristico, attestati per corsi sulla salute ecc... ecc...) e di leggere questa lettera fino alla fine, decidendo solo dopo se fidarti anche di ciò che ti dico.
a te che desideri per loro la felicità,
a te che ci tieni ad attrezzarli per la vita, oggi ho qualcosa da dire.
Dato che probabilmente non ci conosciamo, mi presento: sono la più vecchia di nove fratelli e ho incominciato a 7 anni ad occuparmi di bambini; a 14 ho iniziato il servizio del catechismo con un gruppo di bimbe della mia parrocchia e a 20 sono entrata in ruolo come insegnante, decidendo di dedicarmi per sempre ai fanciulli: l’ho fatto insegnando e anche coordinando per un quinquennio una scuola dell’infanzia. Nel frattempo mi sono introdotta nel grande mare della catechesi, occupandomi non più soltanto dell’età infantile e scolare, ma anche di preadolescenti, adolescenti, giovani e adulti, coprendo così tutto l’arco delle varie età. Ho formato dal punto di vista didattico docenti, educatori, psicologi della provincia di Como… ma anche genitori, ragazzi e catechisti delle comunità diocesane comasche e milanesi.
Sono passati in questo modo tanti anni, il che mi ha permesso di vedere sulle lunghe distanze temporali i risultati delle azioni formative messe in atto in vari periodi della mia vita.
Ti dico tutto questo per presentarti una specie di curriculum, che dovrebbe, almeno nelle mie intenzioni, rendermi affidabile ai tuoi occhi. Ciò che ti dirò infatti è una cosa nuova e questo è il motivo per cui ho bisogno di una buona dose di fiducia preventiva da parte tua. Ti chiedo cioè di fidarti delle mie competenze (oltre all’esperienza di cui ti ho parlato, ho conseguito il magistero a indirizzo pedagogico didattico, un master per formatori, un diploma Feuerestein, un diploma infermieristico, attestati per corsi sulla salute ecc... ecc...) e di leggere questa lettera fino alla fine, decidendo solo dopo se fidarti anche di ciò che ti dico.
Entro subito nell'argomento
Tu giustamente ti preoccupi di iscrivere e portare i tuoi figli a vari corsi (dall’onnipresente calcio, alla danza, alla ginnastica artistica, al karate, alla pittura, alla musica, al teatro, alla catechesi…), tutte attività sicuramente utili alla loro crescita, ma tutte settoriali dal punto di vista educativo:
▶︎ calcio, danza, ginnastica artistica, karate... riguardano soprattutto lo sviluppo motorio;▶︎ la musica nutre le capacità ritmico/musicali e matematiche;
▶︎ la pittura e la scultura arricchiscono l’intelligenza artistica e manuale;
▶︎ il teatro le abilità verbali,
▶︎ la catechesi soprattutto l'intelligenza spirituale e così via.
È vero che tutti favoriscono anche lo snodarsi delle relazioni interpersonali e l’osservanza di alcune regole, ma si tratta di obiettivi trasversali, che in misura diversa sono toccati da tutte le attività svolte con i bambini, prima fra tutte il gioco. Ci si potrebbe chiedere allora se esistono corsi seri e poco costosi, a carattere olistico, cioè adatti a sviluppare in modo armonico tutta la personalità dei nostri ragazzi, attrezzandoli alla vita. Dico subito che un corso di questo tipo dovrebbe chiamarsi “Educazione alla felicità”. Ed è qui che entra in campo la mia esperienza.
Ad esempio, le regole
Si dice che lo sport insegni ai bambini ad osservare le regole: ebbene, io non ho ancora trovato una collega maestra che possa sottoscrivere questa affermazione, partendo dall’esperienza concreta con gli scolari. È vero che i bambini che giocano a calcio osservano le regole… quelle del calcio però. E forse proprio perché agli allenamenti sono molto inquadrati, a scuola sentono il bisogno di scatenarsi. Così è anche per gli altri sport.Credo che il problema stia nel fatto che le regole sportive hanno ragioni contingenti e poco generalizzabili, ma soprattutto perché la loro trasgressione è immediatamente sanzionata: per i bambini che si trovano nel guado tra eteronomia e autonomia morale, le norme che vanno a colpire quel preciso errore e non altri non sono in grado di dare un respiro etico trasferibile ad altre situazioni. Al massimo ciò che i bimbi capiscono è che “ad ogni sbaglio corrisponde una punizione”.
Il corso più bello
Ebbene, carissimo, esiste un "corso" gratuito che può portare i bambini all’interno di un comportamento morale sempre giustificato e motivato e quindi trasversale alla vita stessa: è la frequenza alla Messa domenicale. Non sto scherzando e vorrei che continuassi ad ascoltarmi: ti avevo detto che il discorso era nuovo e ti avevo anche chiesto una buona dose di fiducia preventiva, ricordi?
Ad esempio, alla celebrazione eucaristica i bambini imparano
▶︎ a stare in piedi, a inchinarsi, a genuflettersi e mettersi in ginocchio,
▶︎ a tracciare dei segni sul proprio corpo,
▶︎ a scambiarsi strette di mano e abbracci,
▶︎ a tenere le mani in un certo modo,
▶︎ a stare fermi quando vorrebbero muoversi,
▶︎ a rimanere in silenzio quando vorrebbero parlare,
▶︎ a restare seduti quando avrebbero il desiderio di alzarsi e viceversa.
Ad esempio, alla celebrazione eucaristica i bambini imparano
▶︎ a stare in piedi, a inchinarsi, a genuflettersi e mettersi in ginocchio,
▶︎ a tracciare dei segni sul proprio corpo,
▶︎ a scambiarsi strette di mano e abbracci,
▶︎ a tenere le mani in un certo modo,
▶︎ a stare fermi quando vorrebbero muoversi,
▶︎ a rimanere in silenzio quando vorrebbero parlare,
▶︎ a restare seduti quando avrebbero il desiderio di alzarsi e viceversa.
La differenza
“E che cosa c’è di strano in tutto questo? Anche a scuola succede più o meno così” mi dici tu.Eh no.
La differenza sta nel fatto che nella Messa tutto è spiegato e motivato all’interno di un discorso che riguarda direttamente la vita.
A scuola ad esempio si deve stare in silenzio per non disturbare e imparare più facilmente, in chiesa questo avviene per permettere a Dio di farsi sentire e a noi di ascoltarlo: l’obiettivo cioè è posto fuori di noi e va verso una tensione comunicativa intrisa di affettività.
Ascolta ancora:
▶︎ stare in piedi durante le celebrazioni significa mettersi un po’ sull’attenti, pronti ad agire e prestando grande attenzione, come si fa davanti a persone importanti alle quali si rende onore;
▶︎ inchinarsi vuol dire riconoscere che si è davanti a Dio e che noi siamo tanto più piccoli di Lui;
▶︎ inginocchiarsi dice che noi vogliamo adorare Dio con umiltà e davanti a Lui siamo peccatori che chiedono perdono con fiducia;
▶︎ stare seduti è mettersi comodi e rilassati davanti a Gesù, con la confidenza che si ha con una persona di famiglia o con un amico intimo che si vuole ascoltare bene e attentamente;
▶︎ allargare e alzare le braccia, con le palme delle mani rivolte al cielo, esprime la tensione verticale del “Padre nostro;
▶︎ il segno della croce infine si fa con la mano che rappresenta tutta la persona, e poi la si porta alla fronte, da dove vengono i pensieri; al cuore, dove dimorano i sentimenti, e alle spalle, che richiamano le nostre azioni: in questo modo tutto il corpo e la vita vengono posti sotto la croce di Gesù.
Ogni gesto quindi porta con sé ricchezze infinite di motivazione e di senso, esigenze giustificate che insegnano a padroneggiare il corpo, armonizzando i movimenti alle parole, ai pensieri, agli affetti, alla preghiera.
Ne risulta un’educazione a 360 gradi, che s’innesta nell’esistenza e l’arricchisce di senso, creando uno stile di comportamento e di vita che si trasferisce facilmente in tutte le altre esperienze.
Per questo spesso i bambini che frequentano la Messa fanno meno fatica ad osservare le regole: non perché hanno imparato a stare fermi come soldatini, ma perché vivono meglio il significato e la bellezza di ogni cosa, persino di norme giudicate poco attraenti.
Questo è il segreto per educare con successo anche le capacità volitive dei nostri bimbi. E ricordo che in questo momento io non sto affrontando la questione dell’educazione alla fede, ma sto cercando di rilevare, e farti rilevare, quali siano i benefici educativi della Messa sui figli, da un punto di vista pienamente umano (cioè cristiano... ma questa felicissima coincidenza te la spiegherò un'altra volta).
Questo è il segreto per educare con successo anche le capacità volitive dei nostri bimbi. E ricordo che in questo momento io non sto affrontando la questione dell’educazione alla fede, ma sto cercando di rilevare, e farti rilevare, quali siano i benefici educativi della Messa sui figli, da un punto di vista pienamente umano (cioè cristiano... ma questa felicissima coincidenza te la spiegherò un'altra volta).
I cinque sensi
Proseguendo su questa strada, vediamo poi che la liturgia della Messa interpella con forza e intensità i cinque sensi, inserendo i fedeli al centro di un’esperienza multiforme, colma di colori, luci, profumi, suoni, parole, silenzi, gesti… ben sapendo che le percezioni sensoriali attivano le emozioni.
Ecco, le emozioni. Nei vari corsi (ma anche a scuola) le emozioni che i ragazzi vivono non sono molte: gioia quando le cose vanno bene, dispiacere o vergogna se vanno male, rabbia se ci si sente vittime di un’ingiustizia, paura prima di una verifica, interesse per gli argomenti trattati… e poco più. Per questo molti psicologi dell’età evolutiva lamentano preoccupati le carenze umorali e relazionali dei bambini, dovute ad una scarsa alfabetizzazione emozionale, e ribadiscono che vivere e saper gestire le emozioni complesse è importantissimo per mordere la vita nel modo giusto. Ebbene, anche in questo la frequenza alla Messa riveste un ruolo importante: davanti a ciò che si vede (gesti, paramenti, luci...), esplode la sorpresa; sentendo il profumo dell'incenso mescolato a quello dei fiori, può nascere un timore buono e reverenziale; le storie che si ascoltano suscitano interesse e immedesimazione, aprendo percorsi emotivi intensi; lo scambio del segno di pace scatena la gioia; quando si accoglie tra le labbra la particola consacrata sorgono desideri di intimità e così via.
▶︎ la competenza di chi vede i propri sbagli, si pente e chiede perdono;
▶︎ l’ascolto;
▶︎ la capacità di ringraziare;
▶︎ la libertà di offrire (pensate all’offertorio);
▶︎ la bellezza dell’intercedere (preghiera dei fedeli) e di comunicare in profondità empatica…
Ecco, le emozioni. Nei vari corsi (ma anche a scuola) le emozioni che i ragazzi vivono non sono molte: gioia quando le cose vanno bene, dispiacere o vergogna se vanno male, rabbia se ci si sente vittime di un’ingiustizia, paura prima di una verifica, interesse per gli argomenti trattati… e poco più. Per questo molti psicologi dell’età evolutiva lamentano preoccupati le carenze umorali e relazionali dei bambini, dovute ad una scarsa alfabetizzazione emozionale, e ribadiscono che vivere e saper gestire le emozioni complesse è importantissimo per mordere la vita nel modo giusto. Ebbene, anche in questo la frequenza alla Messa riveste un ruolo importante: davanti a ciò che si vede (gesti, paramenti, luci...), esplode la sorpresa; sentendo il profumo dell'incenso mescolato a quello dei fiori, può nascere un timore buono e reverenziale; le storie che si ascoltano suscitano interesse e immedesimazione, aprendo percorsi emotivi intensi; lo scambio del segno di pace scatena la gioia; quando si accoglie tra le labbra la particola consacrata sorgono desideri di intimità e così via.
Dalle emozioni alle relazioni
Ma verso che cosa sono indirizzate nella Messa queste emozioni? Indubbiamente verso le relazioni, con Dio e con gli altri. Se mettiamo insieme gioia e fiducia, che cosa potrebbe nascere se non l’amore? E se all’amore uniamo la consapevolezza di essere di fronte a Qualcuno tanto più grande di noi e meritevole di rispetto e deferenza, che cosa potrebbe sorgere nel cuore se non una docilità lieta e ricca di libertà? La celebrazione eucaristica educa anche gli atteggiamenti che danno fascino ai rapporti:▶︎ la competenza di chi vede i propri sbagli, si pente e chiede perdono;
▶︎ l’ascolto;
▶︎ la capacità di ringraziare;
▶︎ la libertà di offrire (pensate all’offertorio);
▶︎ la bellezza dell’intercedere (preghiera dei fedeli) e di comunicare in profondità empatica…
Capacità cognitive ed estetiche
Anche le capacità cognitive ed estetiche sono implicitamente coltivate durante la Messa e le varie celebrazioni per i ragazzi. Al di là del fatto che il controllo motorio e il silenzio di cui abbiamo parlato favoriscono l'abitudine al raccoglimento e quindi aumentano i tempi dell'attenzione e della concentrazione, così labili nei bambini d'oggi, pensate ad esempio a quante cose imparano le bimbe e i bimbi che svolgono il servizio del chierichetto: apprendono la storia di Gesù nel contesto dell’anno liturgico, approfondendo il concetto di successione temporale e arricchendo la concezione del passato con la cognizione di presente celebrativo (un bel salto logico per dei bambini!); imparano a pregare, cioè a chiedere, a ringraziare, a domandare perdono (si tratta di competenze relazionali e verbali che aggiungono acquisizioni importanti al patrimonio culturale e comportamentale dei ragazzi); memorizzano alcune preghiere (il “Padre nostro”, il “Credo”, il “Confesso”, il “Gloria”) rinforzando le capacità mnemoniche; arricchiscono il lessico, apprendendo la nomenclatura di oggetti e paramenti sacri ( e ricordo che il potenziamento del vocabolario personale apre di continuo nuove connessioni cerebrali); collegano campi di indagine diversi, potenziando le capacità logiche (ad esempio ritrovano in raffigurazioni iconiche i brani evangelici ascoltati durante la Messa); acquisiscono una migliore conoscenza di sé e migliorano l’autostima, imparando a guardarsi con gli occhi di Gesù, che li apprezza a li ama; attraverso l’atto penitenziale, individuano le loro mancanze nel pentimento, senza sensi di colpa, ma semplicemente accettando con serenità di essere imperfetti; affinano il senso estetico, a contatto con le opere d’arte di cui le nostre chiese sono colme… Tutti questi apprendimenti arricchiscono le mappe concettuali mentali dei bimbi, dando un forte impulso alle loro capacità di ragionamento e alla vastità delle loro conoscenze.
Tutto l'universo
Tutto l'universo
dell'intelligenza multipla
è interpellato
durante la celebrazione della Messa
Da ciò che abbiamo detto, risulta evidente che più o meno tutte le intelligenze dei bambini vengono interpellate durante la Messa: le capacità logiche e verbali, cinestetiche e musicali, intrapsichiche (autostima, conoscenza di sé e delle proprie emozioni) e interpersonali (le relazioni), artistiche e spirituali.
Se mi chiedi perché mandare a Messa il tuo bambino, quindi, questa è la prima risposta: perché la celebrazione eucaristica è l’unico “corso”, che educa i nostri bimbi chiamandoli nella totalità del loro essere e in questo modo dona a loro delle marce in più rispetto ai coetanei che non vivono questa esperienza. Certamente questo richiede del tempo e una frequenza regolare e continua alla Messa, ma d'altra parte anche nello sport i risultati non sono immediati. Per questo non sono d'accordo con quei genitori (forse anche tu sei uno di questi?) che mandano i figli alla catechesi, poiché riconoscono il valore della cultura religiosa e dell'appartenenza a una comunità, ma non li avviano alla Celebrazione eucaristica domenicale, perché "Tanto la Messa è sempre la stessa e quindi i bambini non imparano quasi niente".
La seconda risposta è “per la loro felicità”, ma questo è un altro discorso, che coinvolge la fede, della quale parleremo la prossima volta. Ti basti per ora sapere che, secondo studi recenti, le esperienze maggiormente in grado di dare felicità dipendono dalle buone relazioni: collega questo discorso a ciò che abbiamo detto sui rapporti interpersonali e una parte del quadro è dipinta.
La terza risposta è la più affascinante, ma per ora non te la dico.
Spero spudoratamente di averti convinto, genitore carissimo, anzi spero che ciò che ho detto ti attragga e ti lanci nella riscoperta della suprema bellezza della celebrazione eucaristica... senza bisogno di aspettare la mia terza risposta. Grazie per l’attenzione, ti mando affetto e bene, ammirazione e stima
tua Mariarosa
La seconda risposta è “per la loro felicità”, ma questo è un altro discorso, che coinvolge la fede, della quale parleremo la prossima volta. Ti basti per ora sapere che, secondo studi recenti, le esperienze maggiormente in grado di dare felicità dipendono dalle buone relazioni: collega questo discorso a ciò che abbiamo detto sui rapporti interpersonali e una parte del quadro è dipinta.
La terza risposta è la più affascinante, ma per ora non te la dico.
Spero spudoratamente di averti convinto, genitore carissimo, anzi spero che ciò che ho detto ti attragga e ti lanci nella riscoperta della suprema bellezza della celebrazione eucaristica... senza bisogno di aspettare la mia terza risposta. Grazie per l’attenzione, ti mando affetto e bene, ammirazione e stima
tua Mariarosa
Immagine di copertina tratta da Fotografia Di Campo In Esecuzione di Lukas Hartmann
Le altre immagini sono tratte da (in ordine): Karate di Rodnae production, Calcio di Robo Michalec, Your Forest Dream Book Illustration di Nuta Mart.
Le altre immagini sono tratte da (in ordine): Karate di Rodnae production, Calcio di Robo Michalec, Your Forest Dream Book Illustration di Nuta Mart.