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Il fruscio delle dita di Dio (podcast e testo scritto)

Una donna eccezionale e il "Vangelo dei passeri" ci insegnano che il desiderio di morire è in realtà desiderio di vivere. Nel post, si trovano un podcast di "Elikya" (iniziativa dei missionari comboniani, vedi spiegazione in calce) e il testo scritto. Per ascoltare dal podcast, cliccare sul cerchietto giallo con una freccia bianca al centro.

Dal Vangelo secondo Luca, capitolo 12, versetti da 1 a 7.
Intanto si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia. Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne, sarà annunciato dalle terrazze.
Dico a voi amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete Costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri.

La morte non è mai un argomento facile

“Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo”: e be’ insomma… è vero che siamo tutti discendenti dei martiri, che non ebbero paura di morire per Gesù, è vero che anche oggi sono tanti i cristiani che perdono la vita per Lui… Però… credo che per nessuno la morte sia un argomento facile o leggero… Alzi la mano chi di noi non ha mai avuto paura di morire.

C'era una volta una donna

A questo proposito, c’era una volta una donna simpaticissima, sincera e persino divertente, piena di slanci e di ardori, una poetessa. Era anche una che aveva molta confidenza con Gesù. 
Ebbene, da giovane questa donna voleva morire per vedere Dio. Diceva nelle sue poesie: “Bramo tanto il mio Amato, che muoio perché non muoio... morte, non essermi schiva, non tardare!” E alludendo alla vita si rivolgeva a Dio dicendogli: “Toglimi questo peso più pesante dell’acciaio”. E poi l’espressione che per me è la più esilarante di tutte: “Vita, non mi molestare!”. Pensate che lei sobbalzava per la gioia ogni volta in cui l'orologio scandiva le ore, perché pensava che l'incontro definitivo con Gesù si fosse un po' avvicinato. Voleva abbattere il muro, o meglio voleva strappare il velo che la separava dal suo Amato. E il suo era indubbiamente un desiderio dettato da un grande amore.

Che cosa successe poi?

Eppure, anni più tardi questa stessa donna scrisse: “L’anima mia torna a bramare di vivere, se così piace al Signore, per poterlo servire un po’ di più”. Che cosa era successo? Che fine aveva fatto il suo grande desiderio di morire? Come mai la sua brama aveva cambiato oggetto?
Era successo che Gesù aveva capito benissimo la profondità del desiderio di questa sua Sposa e con dolcezza e pazienza l’aveva educata giorno dopo giorno a passare dalla frenesia del desiderio di morire alla calma dell’abbandono assoluto a Lui. E dentro questo abbandono lei aveva trovato un assoluto desiderio di vita e la determinazione colma di pace di fare nella vita il poco che dipendeva da lei. Desiderio di vita: di qua, di là… l’importante è che sia vita e che si sia con Lui, con questo Padre che guarda i passeri con simpatia e conta ad uno ad uno i nostri capelli, accarezzandoci il capo con tenerezza e amore.

Un Dio che ama i passeri e conta i capelli 

E fu così che nell’ultima delle sue "Relazioni spirituali", un anno prima di morire, santa Teresa d’Avila (era lei la donna passionale e divertente travolta dai suoi stessi desideri… l’avevate capito vero?) santa Teresa d’Avila, dicevo, descrisse con calma il modo in cui, dentro di lei e non altrove, si era attuato l’incontro profondo tra l’anima e Dio, i quali, disse, "si godono in altissimo silenzio". Il segreto era tutto lì, in quel “Se così piace al Signore” e questo, amici, è il segreto di tutti i santi.
Ecco allora la soluzione a tutti i nostri problemi e anche alla paura di morire o al dispiacere di lasciare questa vita (che è pur bella): abbandonarci a Lui. Lasciamo che sia Lui a decidere l’ora e il giorno della nostra morte e solo alla fine diciamo, come fece santa Teresa: “È tempo ormai che ci vediamo. È tempo che io venga a Te, è giunta finalmente l'ora”. Teresa ora poteva dirlo, perché il desiderio non era più solo suo, ma anche dello Sposo. Nel frattempo, amici, godiamoci “nell’altissimo silenzio” le carezze del nostro Dio e ascoltiamo il fruscio leggero delle sue dita che contano i nostri capelli.

NB. Questo articolo è in realtà un commento, chiesto all'autrice dalle suore Comboniane, nell'ambito del progetto "Elikya, la speranza del Vangelo senza confini", iniziativa bellissima, che commenta quotidianamente la Parola di Dio, orientando e dando colori nuovi e liberi alle nostre giornate, spesso intrise di fatica e di sofferenza, ma anche abitate dalla gioia di sapersi amati da un Dio che è Padre.

Mariarosa Tettamanti

Immagine di copertina tratta da Fragments of a Dream di Veronika Sther.