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Dalla presenza alla vicinanza


I comandamenti nel tessuto familiare.
Come passare da una catechesi in presenza, che permette una ricchezza esperienziale di tipo relazionale, ludico e comunicativo a 360 gradi, ad una catechesi “da remoto o a distanza” e quindi chiamata, come dicono gli stessi termini, a riempire un’inevitabile lontananza? Abbiamo in questo blog diversi post che affrontano l’argomento, riportando vari esempi di catechesi on line: ebbene, da tutti si evince che la catechesi digitale può e deve diventare un’occasione imperdibile per creare vicinanze prima impensabili con le famiglie, per trasformare i ragazzi in missionari e catechisti dei loro stessi genitori (e viceversa), per risvegliare la fede degli adulti attraverso la scoperta di una preghiera bella e potente, perché capace di unire. Continuiamo su questa strada con un altro esempio, riferibile alle pp. 26-31 del sussidio Con Te! Cristiani della Diocesi di Milano. Anche questa volta si tratta di sciogliere e smembrare i contenuti, in modo da ricostruirne la successione e rendere le attività particolarmente attraenti e adatte ai ritmi e ai climi familiari. Si potrà parlare così di CIVF (Catechesi dell'Iniziazione a Vicinanza di Famiglie).

Che cosa hanno già scoperto i ragazzi prima di incominciare questo percorso? (Prerequisiti)

I ragazzi hanno conosciuto i comandamenti nella loro origine e nella formulazione antica, collocandoli nel contesto del duplice comandamento dell’amore attraverso il quale Gesù ha riassunto tutta la legge. (Op. cit. pp. 18-21).
Gli stessi hanno poi indagato, attraverso la vicenda del profeta Elia e la scoperta del sacro tetragramma (op. cit. pp. 22-23), i primi due comandamenti, riprendendo in seguito il terzo come rielaborazione e sintesi di quanto appreso nella catechesi mistagogica della prima comunione (op. cit. pp. 24-25; vedi a questo proposito in questo blog anche il post intitolato: “Ragazzi testimoni e missionari in famiglia”).

Dove vogliamo arrivare? (Obiettivo principale)

Vogliamo introdurre i ragazzi nella scoperta e nell’approfondimento degli altri sette comandamenti, in quanto dono dell’amicizia di Dio che orienta la nostra vita.

Durata

Diamo tutta la consegna in una sola volta. Si tratta di dodici esperienze brevi: il numero e le date degli incontri verranno decisi dalle famiglie durante il corso della settimana.

Esperienze

Parola

Prima esperienza (Racconto biblico)
*1. Incominciamo con la Parola di Dio: il sussidio citato, con scelta felice, presenta la storia del peccato, del pentimento e del perdono accordato da Dio al re Davide. Trattandosi di una narrazione, la vicenda cattura facilmente l’interesse dei ragazzi, riuscendo nel contempo a mediare contenuti non appartenenti direttamente al loro vissuto e quindi di difficile comprensione. Di solito questa storia piace anche ai genitori, soprattutto a quelli che vivono loro malgrado una situazione matrimoniale irregolare, perché mette in evidenza la differenza tra ciò che viene liberamente scelto dai partner e ciò che invece viene rapinato con la violenza. Inoltre il racconto dimostra che il perdono di Dio non manca mai, persino quando ci si macchia dei peccati più gravi, purché ci si penta. Non solo: si può essere grandi come lo fu Davide pur avendo molto peccato. Per questo non spezziamo la vicenda in due parti, ma la narriamo di seguito, fino al dispiacere di Davide e alla sua riconciliazione con Dio, attraverso l’aiuto del profeta Natan.
Raccontiamo la vicenda del grande re d'Israele attraverso un video messaggio wa o un incontro su piattaforma, dopo aver suggerito ai ragazzi di aprire il sussidio a p. 28, per seguire la narrazione anche attraverso le immagini.
“Davide fu un grande re per Israele, un re così grande che riuscì a riunire il popolo, che prima di lui era diviso in dodici tribù, in un solo regno, in modo che potesse difendersi dagli assalti dei regni limitrofi. Inoltre Davide fu un grande amico di Dio: lo lodava con la cetra e il canto, lo acclamava… pensate che tante preghiere antiche (i salmi) furono probabilmente scritte da lui. Ebbene, questo grande re commise un grande peccato. Un giorno infatti egli vide questa donna bellissima 
che si chiamava Betsabea ed era la moglie del soldato Uria, il quale stava combattendo in guerra. Davide si invaghì di lei, cioè se ne innamorò, la desiderò e la volle per sé. In questo modo il re, per soddisfare il suo desiderio sbagliato, non rispettò l’amore che c’era tra Betsabea e suo marito Uria, peccando contro il nono comandamento “Non desiderare la donna d’altri”. Betsabea non apparteneva a lui, apparteneva a suo marito Uria e Davide non aveva il diritto di volerla per sé; eppure lui non solo la desiderò, ma la prese, la fece portare nel suo palazzo, stette con lei e aspettò da lei un bambino. 
In questo modo Davide peccò contro il sesto comandamento “Non commettere atti impuri”, che chiede di rispettare ogni persona e di non trattare nessuno come se fosse un oggetto da poter prendere a proprio piacimento. Non solo: Davide non voleva che si sapesse che il bambino che aspettava Betsabea fosse suo e per questo fece tornare Uria dal fronte, lo fece ubriacare per confonderlo e gli disse: “Vai vai da tua moglie e stai con lei”. 
Uria però non accettò la proposta del suo re, perché non voleva dimenticarsi dei suoi compagni che soffrivano in guerra, così l’imbroglio non ebbe buon esito… ma intanto Davide aveva peccato anche contro l’ottavo comandamento “Non dire falsa testimonianza”: egli infatti voleva che si credesse il falso, cioè che tutti pensassero che il bambino che sarebbe nato era figlio del marito di Betsabea e non suo figlio. 
In seguito Davide arrivò al punto da mandare Uria in prima linea, ben sapendo che sarebbe morto: e infatti Uria morì,
così lui poté sposare Betsabea e avere dei figli da lei. In questo modo Davide peccò anche contro il quinto comandamento “Non uccidere”. Un giorno per fortuna egli ricevette la visita del profeta Natan, mandato da Dio, il quale gli raccontò una storia. Prendete la p. 30 del nostro libro e seguite, guardando le immagini, il racconto di questo profeta. (Leggiamo il racconto che segue).
«Vi erano due uomini nella stessa città, uno ricco e l'altro povero. Il ricco aveva tanti animali, sia piccoli, come le pecore e le capre, sia grossi, come i buoi e gli asini. Il povero invece aveva solo una pecorella piccina che aveva comprata e allevata lui stesso; era cresciuta in casa insieme ai suoi figli, mangiando il suo pane e dormendo con lui: era per lui come una figlia. Un giorno il ricco portò via la pecora all'uomo povero, la uccise e la mangiò con un ospite di passaggio». Allora Davide si si scatenò, si arrabbiò e disse a Natan: «Chi ha fatto questo merita la morte e pagherà quattro volte il valore della pecora». Allora Natan disse a Davide: «Tu sei quell'uomo! Così dice il Signore Dio: Io ti ho reso re d'Israele, ti ho dato la casa di Israele e di Giuda… Perché allora hai disprezzato la parola del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai colpito di spada Uria e hai preso in moglie la moglie sua!». Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore!» e Natan rispose a Davide: «Il Signore ha perdonato il tuo peccato».

Vissuto

Seconda e terza esperienza (racconto e attività relazionale)
Continuiamo con un audiomessaggio o con il nostro incontro in piattaforma.
*2.“Torniamo alla p. 26 per vedere gli altri comandamenti. -Onora tuo padre e tua madre- È molto bello che questo comandamento sia posto subito dopo i tre che riguardano direttamente il Signore. Questa collocazione dice che dobbiamo onorare i nostri genitori subito dopo Dio: essi infatti ci hanno dato la vita. Vedete, io credo che nella vita di ogni ragazzo e di ogni bambino le persone più importanti siano proprio i genitori: tutto ciò che mamma e papà fanno è per il nostro bene e quindi in noi cresce il desiderio di rispettarli e onorarli, proprio come dice il comandamento. Onorarli è molto più che ubbidirli… A questo proposito, vi racconto una storia… -C’era una volta una mamma che un giorno chiese alla sua bambina di aiutarla nei lavori di casa. La bimba accettò e alla sera presentò il conto alla mamma: per aver apparecchiato la tavola, 1 euro; per aver messo i piatti nella lavastoviglie, 2 euro; per aver pulito la cucina, 5 euro; per aver giocato con il fratellino noioso, 6 euro; per aver fatto compagnia alla nonna, 3 euro; totale 17 euro. La mamma lesse l’elenco della sua bambina, sorrise, prese un foglio e scrisse: per averti dato la vita, 0 euro; per averti cresciuta con amore, 0 euro; per averti curata giorno e notte quando eri ammalata, 0 euro; per non averti mai fatto mancare niente, 0 euro; per averti preparato da mangiare tutti i giorni per 10 anni, 0 euro; totale, 0 euro. La bambina capì, prese il foglio dalle mani della mamma, lo girò e scrisse: perché mi hai dato la vita, grazie mamma; perché mi hai cresciuta con amore, grazie mamma; perché mi hai curata quando sono stata ammalata, grazie mamma; perché ti sei sempre occupata di me, senza mai dimenticarti, grazie mamma; perché non mi hai lasciato mai mancare niente, grazie mamma; perché mi perdoni sempre, grazie mamma; totale, miliardi e miliardi di grazie.
*3. Scommetto che voi adesso volete fare la stessa cosa: che cosa aspettate allora? Prendete un foglio e una penna e scrivete l’elenco dei motivi per i quali volete ringraziare i vostri genitori: perché mi avete dato la vita, grazie mamma, grazie papà; perché mi crescete con amore, grazie mamma, grazie papà; perché mi volete bene anche quando non lo merito, grazie mamma, grazie papà! Compilate un bell’elenco lungo e, quando avete finito, mettete il foglio sul tavolo della cena o del pranzo vicino al piatto dei vostri genitori: sarà per loro una bellissima sorpresa!
Dopo aver vissuto questa bella esperienza, cliccate sull’audio messaggio che segue, così continueremo a conoscere insieme i comandamenti; tenete il libro aperto a p. 26”.
Quarta, quinta, sesta, settima, ottava esperienza (spiegazione, simulazione di gioco, intervista ai genitori, invito allo studio)
Audiomessaggio
*4- Settimo, non rubare- Tutti noi possediamo delle cose, che però sono dei doni che abbiamo ricevuto: nessuno di noi può creare da solo delle cose, giusto? Proprio per questo noi desideriamo che tutti abbiano il necessario per vivere bene, ma soprattutto noi vogliamo rispettare le cose degli altri e non prendere ciò che non è nostro senza chiederlo; se poi prendiamo in prestito qualcosa, c’impegniamo a tenerlo bene e a restituirlo.
-Decimo, non desiderare la roba d'altri - (siamo ora a p. 27). È chiaro che tutti noi desideriamo avere qualcosa che non abbiamo, ma a volte un desiderio diventa così forte che ci toglie la libertà, noi rimaniamo condizionati e non riusciamo più a rispettare ciò che non è nostro. Allora pur di avere quella tal cosa saremmo capaci di portarla via al proprietario, se solo ci riuscissimo. Ebbene, questo desiderio così forte e così malato è già un peccato: si pecca anche con il cuore, non solo con le azioni.
*5. Ora però vi invito a compiere un passo più grande. Se ci fossimo incontrati, avremmo svolto un bellissimo gioco, che ora posso soltanto raccontarvi. Immaginate che io distribuisca a voi dei pennarelli, però ad alcuni ne darei soltanto uno, magari scarico, ad altri due, a qualcun altro tre e a pochissimi di voi addirittura dodici, così a caso. Poi vi darei un foglio e vi direi di fare un bel disegno, usando solo i pennarelli che avete a disposizione. Alla fine voi mettereste su un tavolo i vostri disegni e io sceglierei i più belli per “comperarli”. Secondo voi, quali preferirei? Ma certo, vorrei i disegni più colorati, che sarebbero i più belli e ricchi di particolari; gli altri, quelli meno colorati resterebbero invenduti sul tavolo. Ragazzi, questo è ciò che succede nel mondo, dove poche nazioni (tra le quali ci siamo anche noi) sono ricche e hanno tanti beni, mentre tantissimi popoli hanno pochissime ricchezze. Proprio come mostra questo disegno, dove da una parte poche persone si stanno mangiando una torta quasi intera e tante altre devono invece dividersi una fettina piccola della stessa torta.
N.B. Se ci si incontra con i ragazzi in piattaforma, questo gioco potrebbe essere facilmente eseguito: in questo caso, ogni bambino avrebbe un foglio e un numero di pennarelli deciso dalla catechista, i disegni verrebbero realmente eseguiti e mostrati al termine e il gioco proseguirebbe come descritto.
I popoli poveri partono svantaggiati: avendo pochi materiali non riescono a produrre, a vendere e a guadagnare, così diventano sempre più poveri, mentre i Paesi ricchi producono facilmente (come quelli tra voi che avevano tanti pennarelli e quindi hanno potuto preparare dei bellissimi disegni), vendono e diventano sempre più ricchi. Anzi, vi dirò di più. Esistono parecchi Paesi che sarebbero molto ricchi di risorse, ad esempio minerarie, ma essendo mal governati dai loro politici o addirittura sfruttati dai Paesi ricchi, soffrono una grande povertà: come se io dessi dodici pennarelli a uno di voi, ma nessun foglio su cui disegnare, oppure vi dessi i pennarelli e ve li portassi via subito dopo. In questo modo le disuguaglianze economiche, cioè le differenze tra le ricchezze dei popoli, aumentano continuamente. Voi capite che, se questa situazione non cambia, il mondo non può andare bene, perché prima o poi i popoli poveri si ribelleranno, ma soprattutto perché noi cristiani siamo chiamati a lottare per la giustizia e a condividere fraternamente i doni di Dio. E noi che cosa possiamo fare? Beh, innanzitutto possiamo pregare e poi possiamo cercare di non sprecare le risorse che abbiamo a nostra disposizione, rispettando l'ambiente. Sarà inoltre importante crescere con le idee giuste, come quelle insegnate dai Papi: “Non c’è pace senza giustizia” hanno detto più volte. E' proprio così: se vogliamo la pace, dobbiamo lavorare e lottare per un mondo più giusto. Non possiamo pretendere che i poveri non vadano dai ricchi a chiedere di poter vivere: lo faremmo anche noi al loro posto… E magari qualcuno di voi da grande diventerà il presidente del consiglio europeo e potrà fare molto di più: chi lo sa, il futuro è nelle mani di Dio!
*6. Ritorniamo ora alla vicenda del re Davide, il quale peccò contro quattro comandamenti, a cominciare dal nono: -Non desiderare la donna d’altri- Questo comandamento dice che esistono desideri sbagliati, perché conducono a mancare di rispetto all’amore nato e cresciuto tra due persone, che si sono scelte e hanno deciso di diventare una persona sola, formando una famiglia: questo amore è come una terra sacra che nessuno può calpestare, ma tutti devono rispettare. Provate a chiedere ai vostri genitori perché hanno deciso di vivere insieme: sono sicura che vi diranno qualcosa di molto bello.
*7. Il sesto comandamento dice: -Non commettere atti impuri-. Questo comandamento riguarda il nostro corpo, che è un grande dono di Dio per gli altri e merita rispetto. Il nostro corpo è fatto per l’amicizia, per l’amore, per stare insieme agli altri, non per la chiusura e l’egoismo, non per soddisfare soltanto i nostri desideri e le nostre voglie.
L’ottavo comandamento invece afferma: -Non pronunciare falsa testimonianza-. Vedete ragazzi, tutti i bambini dicono bugie, ma quando camminano nell’amicizia con Gesù nasce in loro e cresce sempre più il desiderio della verità, cioè di essere sempre sinceri. Gesù ha detto: -La verità vi farà liberi- Questa cosa molto grande è vera anche nella vita quotidiana: quando diciamo una bugia, poi abbiamo sempre paura che ci scoprano e viviamo male; chi dice la verità invece vive bene, nella libertà. Soprattutto guardiamoci dalle parole false e ingannevoli che mettono nei guai il prossimo. Ci sono persone che inventano delle falsità solo per parlar male degli altri: questo peccato si chiama calunnia e non piace per niente a Gesù.
Il quinto comandamento infine ci ricorda il desiderio di gioia e di vita, il valore più alto per l’umanità, la prima cosa da rispettare. 
Passiamo ora alla p. 31, dove troviamo un commentino che ci fa capire bene che cos’è la legge di Dio. Il re Davide ha sbagliato e ha commesso tanti brutti peccati, ma quando da lui arriva il profeta Natan, attraverso le sue parole capisce il male che ha compiuto e si pente. A volte anche noi abbiamo dei dubbi, non sappiamo come comportarci, anche noi abbiamo bisogno di consigli per scegliere bene e per evitare di sbagliare. I comandamenti sono proprio il dono che Dio ci fa per indicarci la direzione del nostro cammino. Poi certo ognuno di noi inventa la sua via, perché noi siamo liberi ed è la libertà che rende bella la vita, però cerchiamo di stare sempre dentro questi binari, cioè dentro i comandamenti.
*8. Guardiamoli a p. 31 nel riquadro giallo. Io ora li leggo lentamente e voi li leggete con me. (Leggiamo lentamente i comandamenti). 
Guardate ragazzi, vi devo dire una cosa: i comandamenti vanno saputi a memoria, non c’è cristiano che non li sappia. Non è difficile impararli. Magari un giorno ne studiate tre, il giorno dopo altri tre, poi ancora tre, poi uno, poi tutti insieme.

Preghiera

Nona, decima, undicesima esperienza (guida all'esame di coscienza, preghiera individuale, preghiera familiare)
Audiomessaggio: esame di coscienza
*9. ”Siamo così arrivati alla preghiera, che questa volta prevede due momenti: uno individuale, soltanto vostro, e uno familiare. Entrambi i momenti incominciano con l’esame di coscienza, il quale questa volta riguarderà i comandamenti di cui abbiamo parlato oggi, dal quarto al decimo. Troviamo le domande ai lati delle pp. 26-29 del nostro sussidio.
Quarto comandamento -Onora tuo padre e tua madre- La prima domanda è la solita: ho ubbidito ai miei genitori? Ma poi ce ne sono due più belle: ho ringraziato mamma e papà per ciò che fanno per me? E ancora: Come dimostro il mio affetto per loro? Potremmo fare così: al termine della preghiera familiare, di cui parleremo fra poco, abbracciamo mamma e papà dicendo: “Grazie per ciò che fate per me, vi voglio bene”.
Settimo comandamento -Non rubare-. Abbiamo già detto che non dobbiamo prendere ciò che non è nostro senza permesso, ma se questo dovesse succedere ricordiamoci di restituire ciò che abbiamo preso e di chiedere perdono a Gesù nella confessione. Però chiediamoci anche se abbiamo cura delle cose che abbiamo, invece di sciuparle, buttarle via, romperle, perderle, così i genitori devono continuare a comprarle. E inoltre, rispettiamo le cose degli altri? Ci sono dei bambini che tengono bene le loro cose, ma non quelle degli altri, ma sappiamo tutti che questo non è giusto. La stessa cosa vale per gli oggetti di tutti, come quelli della scuola e dell’oratorio: anche le cose comuni vanno rispettate. Un’altra cosa. Ci sono dei bambini che non sono mai contenti: se la mamma fa il risotto vogliono la pastasciutta, se fa la pastasciutta vogliono il risotto e quando vogliono qualcosa non smettono un solo momento di chiedere… insomma bisogna anche capire che non si può avere tutto!
Sesto -Non commettere atti impuri- Che cosa sono gli atti impuri? Sono azioni che rendono pesante il cuore di chi le fa. Pensiamo ai nostri gesti: sono egoisti, sporcano il cuore, o sono sempre limpidi, belli, luminosi, liberi?
Ottavo -Non dire falsa testimonianza- Qualche volta capita di dire cose non vere, magari per ottenere dei vantaggi o per difendersi, altre volte cerchiamo di imbrogliare per mostrarci diversi da ciò che siamo... però noi sappiamo che questo non ci fa sentire bene: è meglio essere sempre sinceri.
Quinto -Non uccidere- Certamente nessuno di noi uccide qualcuno, però ci sono delle azioni meno gravi che non piacciono a Gesù: ad esempio lasciar sola una persona che ha bisogno, oppure dire a qualcuno delle parole cattive od offensive. C'è poi quell'abitudine terribile sulla quale ci ha messo in guardia il Papa, quando è venuto a Milano: si chiama bullismo e succede quando un ragazzo, seguito da qualche amico poco coraggioso, se la prende con un altro e lo perseguita, cioè lo prende continuamente in giro. Anche l'uso delle droghe è una disobbedienza al quinto comandamento, perché mette in pericolo la vita. Gesù era mite, dolce, non offendeva nessuno, amava la vita: impariamo da Lui! 
Primo messaggio scritto
*10. Ora che hai capito bene che cosa dicono i comandamenti alla tua vita, sei pronto per organizzare la tua preghiera. Prima cerca in casa tua un luogo non disturbato, poi raccogliti nel silenzio e, dopo aver tracciato il segno della croce e aver chiesto l’aiuto di Gesù perché ti illumini, interroga il tuo cuore e incomincia l’esame di coscienza, leggendo le domande del libro e chiedendoti in che cosa hai sbagliato.
In seguito vai alla p. 27 del libro, dove ci sono dei puntini: Signore ti ringrazio per… ti chiedo perdono… ti prego per… Termina queste frasi: per che cosa vuoi ringraziare il Signore? Per che cosa vuoi chiedere perdono? Che cosa ti ha detto l’esame di coscienza a questo proposito? Che cosa vuoi chiedere a Gesù? Per chi vuoi pregare?
Secondo messaggio scritto
*11. Al termine di questo momento di preghiera individuale puoi incominciare ad organizzare la preghiera di famiglia, che potrà svolgersi in questo modo: segno della croce; qualche minuto di silenzio per l’esame di coscienza che ognuno farà da solo senza dire niente agli altri; lettura a voce alta delle preghiere che hai scritto a p. 27 del tuo libro della catechesi; lettura a voce alta dei suggerimenti che trovi in fondo a p. 26, in modo che ognuno possa scegliere, nel silenzio del suo cuore, il proprio frutto di vita; lettura insieme della preghiera che trovi in alto a p. 31 (Signore, guidaci lungo il cammino…); abbraccio con i ringraziamenti (come dicevo prima); benedizione di mamma e papà sulla fronte.

Vita nella Chiesa

Dodicesima esperienza (rievocazione)
Audiomessaggio
*12. “Concludo rimandandovi alla parabola della pecorella smarrita di cui abbiamo parlato quando ci preparavamo alla prima confessione. Ricordate quella pecorella che si era allontanata non solo dal suo pastore, ma anche dalle sue compagne del gregge, e poi era stata cercata, raccolta e riportata nell’ovile? Ecco, quando noi pecchiamo non ci allontaniamo soltanto da Gesù, che è il nostro buon pastore, ma anche dalla nostra comunità. Allora è bello chiedere perdono al Signore, perché subito Lui ci riporta, non solo al suo abbraccio, ma anche alla nostra comunità.
Bene ragazzi, per oggi abbiamo finito. Spero che queste attività e le cose che abbiamo detto vi piacciano, siete tutti nel giardino del mio cuore insieme ai vostri genitori”.

Osservazioni

Per trasformare la nostra catechesi in modo da renderla adatta all’ambiente, al clima affettivo e ai ritmi incalzanti delle nostre famiglie, abbiamo apportato alcune modifiche:
1. abbiamo unificato il racconto relativo al re Davide, perché il suo peccato sfociasse immediatamente nella consapevolezza e nel perdono, come esempio e conforto per le coppie irregolari delle nostre parrocchie;
2. abbiamo spezzato e cambiato la successione dei contenuti, rendendoli così più leggeri, più adatti ai mezzi digitali, meglio assimilabili e più sostenibili nei tempi familiari;
3. non abbiamo rinunciato al gioco simulativo della merenda dei popoli, ma l’abbiamo trasformato in una simulazione di gioco, sostituendo anche il tipo di materiale utilizzato;
4. abbiamo inserito una domanda da porre a mamma e papà (“Perché vi siete messi insieme?”), in modo da avviare il racconto di una bella memoria familiare, aiutando i genitori a recuperare ed esplicitare le motivazioni della loro unione;
5. abbiamo aggiunto un gesto di affetto e di ringraziamento da parte dei bambini verso i genitori;
6. abbiamo suggerito un momento di preghiera familiare strettamente connesso al percorso effettuato.
Com’è evidente, non è importante la tipologia dei mezzi tecnologici usati per raggiungere i ragazzi e le famiglie, quanto la fedeltà al principio del coinvolgimento familiare e il rispetto delle scelte temporali delle famiglie. I mezzi sono solo strumenti: vanno adeguati al Messaggio, mai confusi con il fine.


Mariarosa T.

Immagine di copertina tratta da Educational illustrations di Sara Ugolotti