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Ragazzi testimoni e missionari in famiglia

Una catechesi fatta dai bambini? E' davvero possibile? 
E' possibile ed è anche sorprendentemente  feconda, purché si capisca bene come e quando attuarla.

Anche in questo tempo di pandemia il Signore è prodigo di regali, che sta a noi cercare, accogliere e far fruttificare. Uno di questi doni è rintracciabile nella possibilità di accendere la catechesi e la preghiera in famiglia, in modo da trasformare lo stoppino quasi spento della fede di tanti genitori in un fuocherello ristoratore, o addirittura in un incendio, capace di illuminare ogni angolo della vita familiare. Perché questo avvenga è necessario però sgombrare prima il campo dalle rappresentazioni sbagliate di Dio: ci sono  ad esempio genitori che credono in un Dio giudice e castigatore, dimenticando la misericordia divina; altri pensano a una divinità lontana e indifferente, altri ancora si rivolgono a Dio  come a un distributore di grazie, al quale girare le spalle se non si viene esauditi o se non se ne ha più bisogno. In ogni caso, per tanti di loro Dio non è rilevante, né per la felicità  né per  la vita della famiglia: occorre quindi far riscoprire la bellezza e la necessità di Dio. 

A questo compito i primi chiamati sono i catechisti,

ai quali è data l’occasione imperdibile di arrivare attraverso i bambini direttamente al cuore dei nuclei familiari affidati alle loro cure. Non si tratta di pretendere che i genitori  partecipino alla catechesi dei figli o a una catechesi a loro dedicata, ma di abilitare i bambini ad essere dei veri catechisti in famiglia, mediante consigli e istruzioni sapienti, a sfondo ludico, da offrire ogni volta in cui si avverte la necessità che alcuni contenuti della nostra catechesi diventino patrimonio irrinunciabile di ogni cristiano, quindi anche dei genitori.  

Mi spiego con un esempio, 

tolto dall’audiomessaggio di una catechista ai suoi ragazzi, durante lo svolgimento della Tappa 2 Tempo 2 del quarto anno della catechesi nella diocesi di Milano.
“Carissimi ragazzi, vi invio questo audiomessaggio perché vi devo affidare due missioni. Prima missione. Dovreste raccontare ai vostri genitori la storia di Elia, che vi ho narrato io, cercando di spiegare bene due contenuti importanti: a) che cosa questo profeta pensava di Dio e perché questa sua visione era sbagliata? b) dove Elia alla fine trova Dio e perché lo trova proprio lì? Se non ricordate questi particolari, riascoltate la spiegazione che vi ho comunicato nel videomessaggio precedente e riguardate le immagini alla p. 22 del catechismo Con Te! Cristiani
Preparatevi bene e diventerete i catechisti dei vostri genitori! Quando mi direte che ci siete riusciti, manderò nella vostra chat l'attestato che vi nomina “catechisti dei genitori”. E' proprio vero che nella vostra famiglia stanno accadendo delle cose meravigliose: a volte sono i genitori a diventare i vostri catechisti, altre volte siete voi a diventare i loro. Questa è una cosa molto bella, perché nel desiderio di Gesù tutti noi siamo degli evangelizzatori, cioè dei portatori della sua Parola.
Seconda missione. Aprite il libro della catechesi Con Te! Cristiani a p. 24 e andate in fondo a sinistra: come vedete c'è il disegno dell'esame di coscienza e... che cosa c'è scritto? C'è una domanda sulla vostra fedele partecipazione alla Messa domenicale. Che cosa risponderete? Voi sapete che la celebrazione eucaristica della domenica è fondamentale, anzi indispensabile nel rapporto con Gesù. Che cosa ne dite di essere voi questa volta a invitare i vostri famigliari a Messa? Provateci con un bacio e un abbraccio e vedrete che sarà un'esperienza molto molto bella. E così sarete i missionari di Gesù!"

Che cosa ha fatto questa catechista?

Ha impostato due attività, che avviano i ragazzi alla pratica della testimonianza e della missionarietà, apprendimento importante per chi si prepara a incontrare lo Spirito Santo nel sacramento della Cresima. Contemporaneamente ha catechizzato i genitori.
La prima esperienza ha infatti lo scopo di focalizzare l'attenzione dei bambini nel cuore del primo comandamento, invogliandoli a riprenderlo e studiarlo per raccontare la vicenda di Elia ai genitori, ma ha anche l'obiettivo di aiutare la famiglia a scoprire il vero volto di Dio, attraverso il racconto dei figli che giocano a fare i catechisti. La seconda attività è voluta soprattutto per quelle famiglie che si vedono poco alla Messa, ma è rivolta a tutti i ragazzi, per non creare discriminazioni. 
Naturalmente l’esperienza sfocerà nella preghiera, intorno al tavolo della Parola, e si tratterà di un momento caldo, leggero, luminoso e divertente, come quelli che si trovano alle pp. 151-163 del libro Comunità e famiglia generano nella fede, del Servizio per la catechesi dell'Arcidiocesi di Milano, Centro ambrosiano. (Per un ampliamento di quest’ultimo discorso, vedi M. Dal Santo, Riti di famiglia, Centro ambrosiano, Milano 2020).

E' raccomandabile impostare attività analoghe con molta frequenza (benché non sempre) anche durante la catechesi in presenza a partire dai primi anni della catechesi. Finché i bambini saranno piccoli, basterà dare loro una bella frase da leggere in famiglia, alla sera durante la cena o durante la preghiera prima di andare a letto; tale frase potrebbe essere ad esempio: "Il Signore perdona sempre", oppure "Il Signore abita  qui, nella nostra famiglia" e così via. Poi si potrà passare a un foglietto con un versetto del Vangelo, magari da mettere sotto il piatto di mamma o papà, come se si trattasse di una bella sorpresa. Ovviamente si parlerà prima con i genitori in modo che siano d'accordo sull'iniziativa. 
Poco per volta costruiremo un tessuto di piccola evangelizzazione, destinato a riscaldare la fede delle nostre famiglie... a patto che ogni attività sia accompagnata dalla nostra incessante preghiera.

Mariarosa T.


Immagine di copertina tratta da Educational illustrations di Sara Ugeletti