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Programmare in catechesi a partire dalla disabilità


Esempio di programmazione in catechesi per un gruppo di bambini che ospita un compagno con disabilità cognitiva.

Sara, Michela, Anna e Giulia sono quattro catechiste della diocesi di Milano che lavorano insieme con un gruppo di dodici bambini di seconda primaria, compreso Francesco, un delizioso piccolino biondo, con un ritardo cognitivo non grave. Oggi si trovano per programmare gli incontri iniziali del primo anno di catechesi: hanno tra le mani il sussidio diocesano Con Te! Figli, la relativa guida e il materiale che hanno scaricato dal sito della diocesi. Non appena aprono il sussidio a p. 4, si accorgono però che Francesco non sarà in grado di scrivere negli spazi ristretti riservati ai bambini. 


Incollano allora sulla pagina un foglio che la copre completamente, scrivono le didascalie necessarie e completano con delle immagini per aiutare il bambino nella comprensione e attivare la memoria iconica: 
La p. 5 può andare bene anche per Francesco, ma invece del termine “dedica” le catechiste scrivono in stampato maiuscolo: MAMMA E PAPÀ SCRIVONO PER ME. 


Le pp. 6 e 7 vanno bene. 


Le catechiste decidono d'introdurre il lavoro con un’allegra autopresentazione dei bambini e di organizzare poi il gioco del “passamano”[1] per raccogliere le firme dei compagni in modo ordinato e divertente. Per scandire i passaggi del gioco le catechiste useranno un tamburello, così tutti sentiranno bene; Giulia starà vicina a Francesco per sorvegliare che l’attività si svolga nel migliore dei modi. Per sopportare senza impazienza i tempi più lunghi di Francesco, i bambini potranno personalizzare la propria firma con dei colori o dei disegnini. Le catechiste valutano la possibilità d’impostare il gioco della tela del ragno[2], ma decidono di non introdurlo perché Francesco non riuscirebbe a tenere il filo di lana tra le manine.
 
Prima del termine dell’ultimo incontro della tappa le catechiste ritirano i sussidi dei bambini: a casa scriveranno con scrittura chiara e sufficientemente grande dei messaggi individualizzati per ognuno di loro nel riquadro a p. 7. Chiederanno al parroco di fare la stessa cosa. 

Prima di salutarsi Sara, Michela, Anna e Giulia decidono di coprire con un foglio la p. 4 del sussidio di tutti i bambini, così ognuno di loro disporrà dello spazio necessario per scrivere, avrà delle immagini per la memoria iconica (la foto del Battesimo, il disegno del proprio santo) e nessuno si chiederà perché Francesco abbia una pagina diversa dalla loro. 
Le due catechiste sono contente: partendo nella loro programmazione dalle potenzialità di Francesco hanno migliorato gli incontri per tutti i bambini. È proprio vero che i piccoli diversamente abili sono risorse preziose per tutti! 

Mariarosa Tettamanti

[1] La tecnica per il gioco del “passamano” è spiegata in Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi, Centro ambrosiano 2018, pp. 151 / 152. 
[2] Si tratta di un gioco molto noto: i bambini si lanciano a turno un gomitolo di lana e, tenendo tra le mani il filo, dicono qualcosa di sé. Al termine si osserva la “ragnatela” che si è formata e si riflette sulla bellezza dello stare insieme per costruire qualcosa di bello che sia il risultato dell’opera di tutti.

Immagine di copertina tratta da Children's book illustration di Kinza Haider