Passa ai contenuti principali

Insegnanti e genitori a confronto

Suggerimenti per il colloquio degli insegnanti con i genitori

Il colloquio con i genitori è uno dei banchi di prova più temuti dagli insegnanti: spesso vengo interpellata dalle colleghe che desiderano dei consigli. Naturalmente ogni colloquio, come del resto ogni bambino e ogni genitore, è un caso a sé e quindi un discorso generale non è mai opportuno. Ci sono però alcuni punti fermi da non dimenticare. Li riporto, seguiti da un esempio di comunicazione corretta durante un colloquio tra insegnanti e genitori: 

 1 - DARE SPAZIO ALL’ASCOLTO

 2 - INCOMINCIARE CON IL POSITIVO.

 3 – STARE AI FATTI.

 4 – EVITARE DI ESPRIMERE GIUDIZI NEGATIVI.

 5 – PARLARE CON CHIAREZZA, SENZA SCONTI INUTILI E SENZA ENFATIZZARE I PROBLEMI.

– DARE DELLE INDICAZIONI CONCRETE

 7 – MANTENERE I RUOLI

 8 – TENERE CONTO DEI POSSIBILI SENSI DI COLPA

(E QUINDI TROVARE ELEMENTI GRATIFICANTI E RASSICURANTI)


Ecco un esempio di comunicazione durante il colloquio. In questo caso le insegnanti, che hanno da poco accolto la bambina nella loro sezione, sospettano un'ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder), ma ovviamente non ne parlano con i genitori, perché la diagnosi non è di loro competenza. Saranno eventualmente gli operatori sanitari e sociali scelti dai genitori a formularla e a iniziare il trattamento con la collaborazione della scuola.

INCOMINCIARE CON IL POSITIVO
"La vostra bambina è molto intelligente ed estremamente sensibile; è attirata dai suoi compagni, che le vogliono molto bene". 

PARLARE CON CHIAREZZA, SENZA SCONTI E SENZA ENFATIZZARE
"É anche molto vivace, non riesce a stare ferma, e questo le impedisce a volte di imparare come dovrebbe e potrebbe, perché, come spesso succede, la vivacità è causa di distrazione e diminuisce molto i tempi di attenzione". 

STARE AI FATTI
"La bimba capisce tutto molto in fretta, ma spesso, dopo aver incominciato bene il suo lavoro, si perde e sbaglia, oppure non porta a termine il compito assegnato". 

EVITARE DI ESPRIMERE GIUDIZI NEGATIVI
"Questo non succede per colpa sua: il calo di attenzione non dipende da lei, è qualcosa che la prende alla sprovvista. Si tratta di un problema che hanno molti bambini, forse perché viviamo in un tipo di società che chiede molto e marcia a ritmo accelerato".

TENERE CONTO DEI SENSI DI COLPA PARENTALI E ASSUMERE UNO STILE INCORAGGIANTE
"Voi state facendo del vostro meglio per seguirla, soprattutto se si tiene conto del fatto che lavorate entrambi. La bimba vi è molto affezionata".

DARE DELLE INDICAZIONI CONCRETE, MANTENENDO I RUOLI
"Finché rimane alla scuola dell’infanzia, i suoi problemi sono sotto controllo, ma alla scuola primaria sono destinati ad aumentare, perché lì l’ambiente è più strutturato e le richieste molto più elevate; quindi, se non facciamo niente per lei, rischiamo di metterla in una situazione di serio disagio.
È pertanto necessario acquisire il parere di qualche specialista, per avere delle indicazioni e poterla aiutare nel modo migliore. Esistono nella nostra zona diversi centri specializzati per questi problemi. Noi possiamo darvi l’indirizzo e il numero di telefono dell’ATS. Voi poi ci farete sapere come vi state muovendo e, se sarà necessario, saranno gli operatori stessi a chiamarci per parlare con loro, ma sempre in vostra presenza. Potrebbero bastare  due incontri, come è successo a tanti altri bambini". 

DARE SPAZIO ALL’ASCOLTO
Continuando a rassicurarli, lasciamo che i genitori parlino a ruota libera, dando voce a tutti i loro timori.

Mariarosa Tettamanti

Immagine di copertina tratta da Stock royalty free con ID: 1557301412