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Prevenire l'abuso: noi e i grandi


Percorso didattico in dieci punti 
per la classe seconda primaria 

Questo percorso ha lo scopo di fornire ai bambini alcuni strumenti culturali e comportamentali per difendersi dagli abusi degli adulti, cercando però nel contempo di non ingenerare in essi  paure e sospetti ingiustificati nei confronti di tutti i "grandi", rovinando così la loro innata fiducia, indispensabile per crescere in modo armonioso e sereno. Per questo le attività iniziano con l'esplorazione del vissuto positivo degli alunni e introducono il problema dando la parola ai bambini in modo leggero e delicato, anche se veritiero e non superficiale. 
Chi si occupa di abuso infantile sa che i profittatori si avvalgono di almeno tre tipi di logica, che inculcano nei bambini di cui abusano: si tratta della vergogna che viene dal senso di colpa e della promessa del premio legato al segreto . "Se sei buono con me  e non dici niente a nessuno ti darò un bellissimo regalo. Se dici qualcosa dirò che la colpa è tua, perché sei un bambino cattivo e i tuoi genitori ti puniranno". Il presente lavoro, avvalendosi di giochi simulativi, di un raccontino fantastico, del disegno e di un gioco relazionale, si occupa anche di questi problemi.
Chi come me ha messo in atto il percorso assicura che i bimbi non sono assolutamente turbati durante le attività, perché contemporaneamente alla scoperta del problema essi vengono messi al corrente delle soluzioni per non incorrervi. Spesso anzi i bambini si sentono sollevati, perché prima di queste attività non riuscivano a capire le frequenti raccomandazioni dei genitori a non fidarsi mai degli sconosciuti, raccomandazioni che generavano talvolta un timore oscuro e disturbante. 
Siccome i pedofili approfittano dell'ingenuità dei piccoli, sarebbe meglio attuare il percorso nei primi anni della scuola primaria. Trattandosi per lo più di giochi e conversazioni, è possibile, con qualche modifica, affrontare un percorso di questo genere anche in oratorio.
Il percorso è stato attuato in gruppi o classi ospitanti bambini disabili, accompagnati da insegnanti di sostegno o da educatori, con buoni risultati. Questi bambini, essendo particolarmente disarmati di fronte alle insidie di adulti senza scrupoli, hanno più bisogno di altri di apprendere strategie difensive in modo ludico e concreto.
  1. Introduzione
  2. L'esperienza positiva
  3. Brutte storie finite bene
  4. Le strategie di difesa
  5. Il problema del segreto
  6. L'esperienza dei bambini
  7. Rinforzo dell'autostima
  8. Riflessione meta-cognitiva
  9. Verifica analogica
  10. Prodotto finale

1. Momento introduttivo: conversazione clinica e brainstorming 

a) Impostiamo una conversazione clinica non strutturata per accertare la presenza dei pre-requisiti: Chi sono gli adulti? Con quali adulti abbiamo a che fare nella nostra vita? Nel caso in cui i bambini dovessero citare persone conosciute in Internet è sempre bene avvisare i genitori.

b) Scriviamo al centro della lavagna o di un cartellone il termine "adulti" e invitiamo ogni bambino a turno a dire la prima parola che pensa. Scriviamo i vocaboli o le frasette dette dai bambini raggruppandoli per contenuti. Alla fine dell'attività, rileggiamo tutte le parole scritte e le commentiamo brevemente.

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In questo caso, il primo raggruppamento riunisce le parole dell'affetto, il secondo quelle che indicano le belle emozioni, il terzo raggruppa i doni materiali. Com'è evidente, le evocazioni delle esperienze espresse dai bambini qui sono tutte positive, ma nel caso in cui emergessero richiami a esperienze negative (ad esempio botte, sangue, male, picchia, violenza, cose brutte, ferite, nomi degli organi genitali, ecc...) si dovrebbe approfondire il discorso individualmente e con molta delicatezza, prima di prendere qualunque iniziativa. Ad esempio ricordo il caso di una bambina che aveva scritto Mio nonno mi fa fare le cose brutte. Ho indagato con leggerezza e ho saputo che le cose brutte erano due: chiederle di mangiare tutta la minestra e cambiare il canale televisivo per vedere un documentario sugli animali invece dei soliti cartoni animati ... e per di più vinceva sempre lei! In caso di dubbio, il proseguimento del percorso potrà chiarire le idee.

2. Esperienze positive

a) L'esperienza della “coccolata”: trasposizione grafica ed eventuale registrazione scritta.
 
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b) Quali esperienze viviamo con gli adulti che si occupano di noi? Fissiamo questi bei momenti disegnando una "vetrata".

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c) Gioco di relazione in due tempi:
  • la mia stella (Gli adulti che si occupano di me mi danno ... Ogni bambino scrive cinque cose belle sulle punte della sua stella);
  • la stella del mio  gruppo (Gli adulti che si occupano di noi ci danno ... Si discutono le scelte individuali e si arriva a una stella condivisa)
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3. Brutte storie finite bene 

a) La maestra introduce il problema e avvia la conversazione: 
Ma è sempre così? 
Tutti gli adulti sono buoni e ci danno cose buone? 

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b) Alcune brutte storie finite bene
La maestra racconta.
  1. Lungo la strada, una bambina viene avvicinata e accarezzata da una sconosciuta che vuole a tutti i costi offrirle un gelato, le mette le braccia sulle spalle e cerca di trascinarla via con lei... la bambina urla e la donna scappa.
  2. Un collega del papà fa tanti complimenti a una bambina, ma la stringe troppo e sempre di più  mettendola a disagio ... la piccola parla con la mamma e tutto si risolve. 
  3. Un vicino di casa invita un bambino a casa sua, gli offre un panino con la nutella e poi gli propone di mascherarsi da Zorro, ma per farlo il bambino deve togliersi i suoi vestiti ... Il bimbo lo fa, perché ha paura dell'uomo grande e grosso, ma poi, appena riesce scappa a gambe levate e racconta tutto al papà, che subito interviene e manda in prigione il cattivo signore.
  4. Un bambino fa vedere a un suo amico un bellissimo smartphone e gli dice che glielo ha regalato il padrone del negozio di giocattoli, però non lo può dire a nessuno perché è un segreto; in cambio lui dovrà fare delle cose che non può dire e se sarà bravo avrà tanti altri regali. L'amico però non è convinto e racconta tutta questa storia alla maestra. Il giorno dopo la maestra parla con i genitori e il giocattolaio viene denunciato ai carabinieri.
  5. Un bambino è a casa da solo. A un certo punto suona il campanello del cancello della sua casa. Lui guarda dalla finestra e vede un signore sconosciuto, che gli dice di aprire perché conosce la sua mamma e inoltre ha un bel regalo da dargli. Il bambino però si ricorda che la mamma gli ha detto di non aprire a nessuno e quindi non apre.
  6. Un bambino si sta cambiando nella cabina di una piscina, quando vede entrare un uomo che gli fa segno di stare zitto. Il bambino però si mette a urlare e subito arriva il bagnino che manda via l'uomo.

4. Le strategie di difesa 

a) Conversazione con appunti murali. Mentre i bambini parlano, la maestra alla lavagna scrive le frasi chiave del discorso: Che cosa hanno fatto i protagonisti delle storielle per difendersi? (Hanno urlato, hanno parlato con i genitori o con la maestra, sono scappati, non hanno aperto il cancello ...).
 
b) Per il consolidamento delle acquisizioni: il teatro della maestra (giochi di simulazione con il coinvolgimento attivo dei bambini.)
 
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5. Il problema del segreto 

  • La maestra legge la storia di Lucia e del segreto cattivo, i bambini seguono la lettura e poi ne parlano insieme.
  • Per assicurarsi che tutti i bambini abbiano capito, la maestra assegna le domande sulla comprensione e chiede ai bambini di riflettere e rispondere.
Storia di Lucia e del segreto cattivo 

Lucia viveva con la sua famiglia in una bella città sul mare ed era una bambina felice. 
Un giorno purtroppo le successe qualcosa di brutto, qualcosa che non poteva raccontare a nessuno. Cominciò a non avere più appetito e divenne magra e pallida come una candelina spenta. I suoi genitori erano molto preoccupati e la portarono dal medico, che le diede un ricostituente. Lucia però non migliorava: il segreto cattivo che aveva nel cuore era diventato una nuvola scura e lei era sempre più triste e ammalata. 
Una mattina la nuvola di Lucia era diventata così grande che traboccò, dilagò e salì nel cielo sopra la città, dove si stese come un grigio mantello. I cittadini la videro al mattino, quando si alzarono dal letto 
e subito si sentirono sgomenti e tristi. “Come mai” si chiedevano “sulla nostra città si è steso questo velo scuro, mentre su tutti gli altri paesi brilla il sole?”. Non c’era risposta a questa domanda, così la tristezza si fece pesante e più nessuno rideva nella città di Lucia. 
Passarono le settimane, finché finalmente un giorno arrivò a casa della bambina la nonna Giovanna, dalla lontana Vallefiorita. Era una vecchia grassa e simpatica e guardò Lucia con occhi sorridenti e tranquilli. Poi la prese in disparte e le disse piano: “Lucia, io credo che tu abbia un segreto cattivo nel cuore. Dovresti parlarne con me”. “Sì” disse semplicemente Lucia, che non ne poteva più di tenersi quel brutto segreto. Accostò la bocca all’orecchio della nonna e disse sottovoce alcune parole. Giovanna annuì lentamente e poi strinse Lucia in un “lungolunghissimo” abbraccio. Allora la nuvola che stava sopra il cuore di Lucia si sciolse e si trasformò in lacrime: scendevano dagli occhi della bimba e finivano sul grembiule della nonna. Anche la cappa grigia sopra la città si dissipò lentamente diventando pioggia e arcobaleno. “Sono io che piango nonna?” chiedeva Lucia e la nonna la stringeva ancora di più con tanto amore, senza farle male. 
Riapparve allora un raggio di sole, timido e non molto sicuro, poi tutto il cielo fu invaso da una luce dorata. I cittadini sentirono il cuore ritornare leggero e la gioia di vivere correre nelle strade della loro città. 
“Com’è possibile nonna?” chiese Lucia. “Non si devono tenere nel cuore i segreti cattivi” rispose a bassa voce la nonna “Fanno cose terribili” e aggiunse: “Vieni, ho bisogno di te per fare una buonissima torta al cioccolato."

✅Verifica della comprensione del testo
Sottolinea la risposa giusta

1) Perché sul cuore di Lucia e sulla sua città si stende una nuvola? 
a. Perché deve piovere, 
b. perché Lucia ha nel cuore un segreto cattivo e non lo dice a nessuno, 
c. perché Lucia è cattiva, 
d. perché il sole si è arrabbiato. 

2) Perché la nuvola ad un certo punto si dissolve? 
a. Perché Lucia è diventata buona, 
b. perché Lucia ha detto il suo segreto alla nonna, 
c. perché è tornato il sole, 
d. perché è arrivato l’arcobaleno. 

3) Questo racconto insegna che ... 
a. è bello vivere in una città sul mare, 
b. quando si è ammalati bisogna andare dal medico, 
c. i segreti cattivi devono essere raccontati ad un adulto di cui ci si può fidare, 
d. la torta al cioccolato è buonissima.

6. L’esperienza dei bambini 

a) Circle time: esperienze belle… meno belle… con consigli… incredibili! Seduti in cerchio i bambini a turno raccontano le esperienze brutte di cui hanno sentito parlare. Al termine del giro delle esperienze la maestra chiude l'attività con poche parole. Nel caso in cui emergessero dei racconti incredibili e spaventosi, si avrà l'accortezza di lasciarli affiorare, ma anche di rassicurare i bambini dicendo che queste cose succedono raramente e quasi mai nella nostra città e comunque stiamo proprio imparando a difenderci.
 
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b) La cassetta dei segreti e dei problemi. I bambini, usando una scatola da scarpe, costruiscono una cassetta delle lettere (vedi disegno), poi scrivono su un foglio le eventuali situazioni non belle vissute con adulti  e imbucano il foglio nella cassetta; in seguito, le maestre troveranno dei momenti per parlare individualmente con i bambini, oppure per intervenire se sarà il caso.

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7. Rinforzo dell'autostima 

a) Io sono bellissimo: auto-ritratto allo specchio. I bambini guardandosi allo specchio disegnano se stessi; la maestra li aiuta a vedere quanto è bello il loro corpo.

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b) Il sacchettino della memoria: gioco di relazione (le istruzioni per questo utilissimo gioco si possono trovare in Arcidiocesi di Milano, Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi, Centro ambrosiano, 
pp. 149 / 150).
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8. Riflessione meta-cognitiva 

Il giardino per la casa della mia vita. Insieme i bambini e la maestra raccolgono ciò che hanno fatto durante il percorso e verbalizzano le principali acquisizioni, accompagnando ognuna di esse con un fiore disegnato e colorato.
  1. 🌷Il mio corpo è bellissimo ed è proprietà privata.
  2. 🌸Le coccole sono belle. 
  3. 🥀Sono tanti gli adulti che si occupano di noi e ci vogliono bene. 
  4. 🌹I grandi ci danno amore, gioia e pace. 
  5. 🌺Non tutti gli adulti sono buoni. 
  6. 💐Si devono dire i segreti brutti ai genitori, alla maestre o alla catechista.  
  7. 🌼Io sono unico e straordinario.
  8. 🌻Di fronte alla proposta di un adulto mi pongo alcune domande: conosco questa persona? Ho voglia di accettare la sua proposta? I miei genitori sanno dove sono? Mi hanno dato il permesso di accettare? Nel caso in cui avessi bisogno di aiuto, potrei chiamare i miei genitori?

9. Verifica analogica senza valutazione

Sottolinea la risposta giusta

1) Sei in piscina. Un signore che non conosci ti invita ad andare nella sua cabina. Che cosa fai?
a. Ci vai.
b. Prendi un coltello e lo ammazzi.
c. Chiami i carabinieri e la polizia.
d. Gli dici NO e ne parli subito con la mamma.

2) Stai passeggiando lungo la strada. Un signore ti fa dei complimenti, ti mette le braccia sulle spalle, ti accarezza e ti stringe il braccio. Che cosa fai?
a. Urli per chiamare aiuto.
b. Lo picchi.
c. Non fai niente.
d. Prendi un’astronave e scappi.

3) Un amico di famiglia ti stringe in maniera esagerata, che non ti piace e ti fa stare male. Tu che cosa fai?
a. Accetti tutto, perché è un amico di papà.
b. Gli dai una pedata
c. Lo ammazzi.
d. Parli con i tuoi genitori.

4) Un signore che conosci bene ti accarezza e ti dice di non dire niente alla mamma. In cambio ti farà un bellissimo regalo. Tu che cosa fai?
a. Ubbidisci: un segreto è un segreto!
b. Prendi il regalo e poi lo picchi con un bastone e scappi.
c. Ne parli subito ai tuoi genitori.
d. Parli male di lui con tutti, così impara!

5) Sei solo in casa e squilla il telefono. Che cosa fai?
a. Non rispondi e lo lasci squillare.
b. Stacchi il telefono.
c. Scappi dalla zia.
d. Chiedi chi parla e gli dici che sarà richiamato.

6) Sei solo in casa e suonano alla porta. Tu che cosa fai?
a. Apri subito e fai entrare il visitatore.
b. Fai entrare il visitatore solo se ti è simpatico.
c. Fai entrare il visitatore solo se lo conosci.
d. Chiedi chi è e gli dici di tornare più tardi, quando ci saranno i tuoi genitori.

10. Prodotto finale 

Costruzione del libretto Noi e i grandi
E' sufficiente unire con una pinzatrice le pagine su cui i bambini hanno lavorato durante il percorso.
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Note finali

1. Su questo argomento esistono libri e video che possono agevolmente essere utilizzati in un percorso come questo. Consiglierei però di non limitarsi all'uso di questi mezzi: è evidente che un intero percorso, con il coinvolgimento diretto e continuo dei bambini, ha maggiori possibilità di creare abitudini difensive serene ed equilibrate, lontane da paure immotivate e generalizzate.
2. Il percorso è finalizzato alla prevenzione, ma potrebbe succedere che dai discorsi dei bambini emergano racconti o allusioni dai quali si potrebbe evincere una violenza in atto. In questo caso gli insegnanti sanno di avere l'obbligo di segnalare la situazione all'ASL o alle forze dell'ordine, chiedendo la secretazione degli atti in modo da mettere al sicuro se stessi e il bambino che ha parlato.
3. E' opportuno che ai genitori venga insegnato a evitare quei comportamenti che potrebbero favorire gli abusi fuori casa: si tratta di non puntare, nell'educazione dei figli, sulle modalità comportamentali legate alla logica del premio e del segreto, così come è consigliabile vigilare su attività come i "pigiama party" che favoriscono, come raccontano le statistiche, la diffusione della pedofilia.
4. Tutti sappiamo che oggi una porta molto usata per gli abusi dei pedofili è la rete Internet. Questo percorso non ne parla, perché è rivolto a bambini ancora piccoli che non dovrebbero usare i mezzi informatici senza sorveglianza. Semmai questo è un discorso da fare ai genitori. Quando sarà il momento di parlarne, sarà più facile se i bambini avranno seguito questo primo percorso.

Mariarosa Tettamanti