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La signorina Vanna Volpi


Una storia per ogni lettera dell'alfabeto: la lettera V

Appena il sole si alzava e cominciava a gettare manciate di polvere dorata sulle foglie del bosco, la signora Conigli si destava e si metteva subito al lavoro. Aveva otto figli ed era perciò molto indaffarata. Doveva preparare il caffelatte per i figli più grandicelli, mandare all’asilo i mezzani e dare il biberon ai piccoli. Suo marito cominciava a lavorare molto presto, perciò non la poteva aiutare. 

Una mattina, proprio mentre stava scaldando il latte per i cuccioli,

suonò il telefono. “Suo marito è caduto da un’impalcatura e si è ferito” disse il capo-cantiere del signor Conigli “l’abbiamo portato all’ospedale. Dovrebbe venire subito” 

La signora si disperò:

chi avrebbe badato ai suoi piccoli, se lei si fosse assentata per andare all’ospedale? Pensò di chiedere aiuto alle sue amiche e cominciò a telefonare. “Mia cara” le disse la signora Rinoceronti “hai dimenticato che domani ci sarà la grande festa di primavera: devo andare dalla sarta a provarmi il vestito”. “Vorrei tanto aiutarti” esclamò la signora Tartarughi “Ma devo stare al sole per abbronzarmi un po’: sono così pallida!” “Ho assolutamente bisogno di una sauna e di un bagno di bellezza” si rammaricò la signora Maialini “non posso proprio aiutarti. Prova a chiamare la signorina Vanna Volpi, è così gentile, forse lei ti aiuterà”. 
La signora Conigli chiamò al telefono la signorina Volpi e le chiese aiuto. “Vengo subito” disse sospirando la signorina e pensò: “Veramente dovrei andare dal parrucchiere, ne avrei così bisogno… Pazienza, mi pettinerò la coda da sola: ora è importante che la signora vada da suo marito, poi si vedrà”.

Andò alla casa dei conigli e si prese cura dei cuccioli.

La povera signora Conigli dovette stare tutto il giorno all’ospedale e tornò molto tardi, portandosi a casa suo marito con due zampe ingessate. La signorina Volpi salutò i piccoli, si pettinò la coda e uscì per tornare a casa. Le ombre della sera stavano cancellando a poco a poco le forme e i colori del bosco. 

“Devo affrettarmi a tornare a casa”

pensò la signorina Vanna e si fermò di colpo, perché aveva visto baluginare una luce strana tra gli alberi. Guardò meglio e scorse una figura luminosa: era la fata del bosco! La fatina alzò la sua bacchetta magica e disse: “Ho visto la tua generosità, signorina Vanna, e voglio premiarti.” Toccò con la bacchetta la coda della volpe e scomparve. 

Il giorno dopo, alla festa di primavera,

la Signorina Volpi fu la più ammirata e la più scintillante di tutte le signore presenti. La punta della sua coda, infatti, era piena di luce e sprigionava stelline. Le signore Rinoceronti, Tartarughe e Maialini morivano d’invidia e assediavano la signorina Volpi perché volevano sapere il nome del suo parrucchiere. “Si chiama Generosità” disse la signorina e si fece una bella risata. 
Mariarosa Tettamanti

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Immagine di copertina tratta da "ABC Lettering" di Dangerdust