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La luna e le stelle

Una storia per ogni lettera dell'alfabeto: la lettera L
Un tempo la luna era così smoderatamente orgogliosa della sua luce d’argento che non faceva altro che parlarne tutto il giorno. Disprezzava le stelle, perché, a suo dire, brillavano molto meno di lei e perciò non servivano a niente. Gli uomini, le donne, i giovani innamorati, i bambini e le bambine guardavano soltanto la sua luce. Naturalmente le stelle erano molto seccate da questo atteggiamento: avevano cercato di far capire alla luna che i suoi modi erano antipatici e urtanti, ma lei non le aveva neanche sentite. 

Un giorno una stellina

si lamentò della situazione con una nuvoletta di passaggio e insieme escogitarono un rimedio. Quando venne la notte, la nuvoletta zitta zitta andò a mettersi davanti alla luna, che era apparsa in tutto il suo splendore e aveva già incominciato come al solito a pavoneggiarsi. La luna si mise a gridare: “Togliti di lì, togliti di lì… non vedi che mi nascondi?” La nuvoletta però fingeva di non capire e continuava ad avanzare, coprendo sempre di più la luna infuriata. 
Vedendo che il cielo inspiegabilmente si oscurava, la gente uscì di casa, guardò verso l’alto e proruppe in altissime esclamazioni di stupore: finalmente tutti si accorgevano della bellezza delle stelle, che punteggiavano il buio come stupende margherite luminose. 
Non vi dico come rimase la luna: si sentì improvvisamente inutile e si vergognò tanto da non voler più uscire a illuminare il cielo. Ci volle tutta la pazienza delle stelle per convincerla che la sua presenza era preziosa, né più né meno come la loro: soltanto insieme riuscivano a formare un bellissimo firmamento, rallegrando il cuore degli uomini che lo guardavano. Finalmente la luna capì di non essere né superiore né inferiore alle stelle e questo la fece sentire proprio bene, in pace con se stessa e con le amiche. 

Tanti ragazzi e tanti uomini sono come la luna:

si ritengono superiori agli altri (e per questo sono molto antipatici), ma poi basta un semplice insuccesso ed eccoli in preda a forti sentimenti d’inferiorità. 
Bisogna sperare che trovino dei buoni amici, capaci di far loro capire che tutti siamo ugualmente preziosi e necessari. 

RIFLETTI: LA FORMA DELLA LUNA NON TI RICORDA LA LETTERA L? 


LA LUNA E LE STELLE – Testo teatrale 

SCENA PRIMA
Personaggi: luna e stelle, poi nuvola.
In mezzo alla scena, c’è la luna (una bambina con una lampada accesa), intorno ci sono le stelle (altre bambine, ciascuna con una pila). Le bambine accendono ad una ad una le loro luci.
Musica allegra. 

Luna: - Io sono la più bella! Nessuna è bella come me! Fatevi in là voi che siete brutte! 
Stelle (in coro): - Uffa! Ecco che ricomincia! 
Prima stella: - Non la finisce più di parlare di se stessa! 
Seconda stella: - Tutte le notti la stessa storia! 
Musica lenta. Ad una ad una le stelle si siedono e rivolgono la luce delle pile verso se stesse. Solo la terza stella rimane in piedi.
Terza stella (cammina fino al centro della scena e fa dei cenni verso l’esterno): - Ehi! Pssst! Vieni qui! Ho bisogno di te !
Nuvola (esce dalle quinte e si avvicina alla terza stella): - Che cosa vuoi?
Terza stella: - Mi faresti un piacere?
Nuvola: - Certo, amica mia! Dimmi che cosa vuoi!
Terza stella: - Vorrei che tu ti mettessi davanti alla luna per oscurarla. Lei si crede la più bella e ci disprezza! Voglio che capisca che anche noi siamo importanti e belle!
Nuvola: - Stai tranquilla, ci penso io, lascia fare a me!
Musica allegra. La nuvoletta accenna a qualche passo di danza e si mette davanti alla luna.
Luna (gridando, prima sorpresa e poi incollerita): - Che cosa succede? Che cosa vuoi tu? Chi sei? Togliti di lì! Togliti di lì! Non vedi che mi stai oscurando? Vai via stupida! Vai via!
Senza dire niente la nuvola continua ad avanzare, finché ha oscurato completamente la luna.
.
SCENA SECONDA
Detti più bambini.
Ad uno ad uno entrano i bambini e si siedono davanti alle stelle.

Primo bambino: - Com’è buio il cielo questa sera!
Secondo bambino: - Come sono belle le stelle!
Terzo bambino: - È vero! Non ce n’eravamo mai accorti!
Quarto bambino: - Dove sarà finita la luna?
Quinto bambino: - Boooh! Che cosa ce ne importa? Il cielo è bello anche senza di lei!
Musica lenta e suggestiva. La nuvola se ne va e si vede la luna accovacciata con la testa sulle ginocchia. Ha messo dietro di sé la lampada. Lentamente anche i bambini escono dal palcoscenico. Le stelle accendono e spengono più volte le loro luci.
Quarta stella: - Luna, vieni con noi a illuminare il cielo!
Luna: No, non ci vengo, io sono brutta e inutile, il cielo è più bello senza di me!
Quinta stella (avvicinandosi alla luna): - Non è vero! Anche tu sei bella come noi!
Sesta stella: - Il cielo senza di te non è più bello!
Settima stella: - Noi siamo tue amiche!
Ottava stella: - Vieni con noi!
Nona e decima stella: alzano delicatamente la luna, la rimettono in piedi e le mettono in mano la lampada.
Luna: - Grazie amiche! Ora ho capito che non sono né più bella né più brutta di voi! Tutte siamo utili e rendiamo più bello il cielo!
Le stelle accennano qualche passo di danza agitando le pile, mentre si chiude il sipario e si sente una voce fuori campo:
Nessuno. è superiore o inferiore agli altri: tutti abbiamo qualità e difetti!
E' IMPORTANTE LAVORARE INSIEME PER COSTRUIRE LE COSE PIU' BELLE!




Completa il racconto inserendo i disegni
LA LUNA E LE STELLE 

LA                       CREDEVA DI ESSERE LA PIù BELLA E

DISPREZZAVA LE                      .

 UN GIORNO UNA                         SI MISE DAVANTI A LEI E LA 

OSCURò.

 I                          USCIRONO DI CASA, GUARDARONO IL                                                                   

 VIDERO CHE LE                         ERANO MOLTO BELLE  E SI

  DIMENTICARONO DELLA                         .  

LA                       SI VERGOGNÒ  TANTO CHE NON VOLEVA PIù

 USCIRE.

LE                       LA CONVINSERO A TORNARE CON LORO,

 PERCHè  LE VOLEVANO BENE. 

LA                       CAPì DI ESSERE BELLA COME LE                     

 E FU  MOLTO FELICE

Mariarosa Tettamanti

immagine di copertina tratta da "ABC Lettering" di Dangerdust