
Una storia per ogni lettera dell'alfabeto: la lettera F.
Filippo, il filo di fumo di via Montenapoleone a Milano, nacque in un piovigginoso pomeriggio di novembre, quando l’avaro signor Ferretti si decise ad accendere il caminetto del suo bel salotto veneziano. Poiché il pezzo di legno da cui uscì era ancora piuttosto verde, il neonato apparve subito di sana e robusta costituzione. Dopo aver emesso il suo primo vagito, che nei fili di fumo assomiglia piuttosto a un sibilo o a un fischio, Filippo si guardò intorno incuriosito.
Come tutti sanno, i fili di fumo crescono rapidamente e hanno una vita intensa ma breve, così Filippo si trovò ben presto ad essere un bambinetto vivace e allegro. Capì immediatamente che avrebbe dovuto andare su per la cappa del camino e cominciò subito a salire saltellando. Arrivato al quarto piano era ormai un ragazzino assennato e quando fu il momento di uscire dal comignolo era diventato un pre- adolescente curioso e irrequieto.
A QUALE LETTERA TI FANNO PENSARE LE CAPRIOLE DEL FILO DI FUMO?
Intanto il popolo dei tetti aveva preparato per lui una bella festa.
Gatti, passeri, merli, cornacchie e piccioni, non appena avevano sentito il fischio che annunciava la nuova nascita, si erano dati da fare e ora aspettavano schierati l’uscita di Filippo.
-Evviva Filippo!- gridarono i gatti.
-Evviva!- risposero alcuni cani dalla strada.
-Evviva Filippo!- cinguettarono i passeri.
-Evviva, evviva!- urlarono le cornacchie e i merli.
-Ma che baccano! E una vergogna!- disse il signor Ferretti che era un po’ duro d’orecchi -Questa gioventù non ha più rispetto per nessuno!-
Filippo si guardò intorno sorpreso ed emozionato: mai si sarebbe aspettato una così bella festa. Mangiò qualche pasticcino, bevve un po’ di champagne e poi cominciò a curiosare qua e là. Conobbe il popolo dei tetti, giocò a rimpiattino coi gatti e s’incantò a guardare giù nella strada.
-Che cosa guardi Filippo?- chiesero i micetti.
-Guardo quelle persone che vanno e vengono- rispose Filippo -ma dove vanno tutti?-
-Ma, forse non lo sanno neanche loro- disse un corvo di passaggio -Vanno, vanno, corrono sempre e non si fermano mai. Fanno proprio pena-
-Eh sì, poveri uomini- aggiunse un passero sospirando -Se la passano proprio male. Chissà chi li obbliga a comportarsi così?-
Intanto era scesa la sera
e Filippo era diventato un adolescente dinoccolato e bisognoso d’affetto. La luna scelse proprio quel momento per apparire nel cielo e la vita di Filippo cambiò di colpo. Come vide quel fiore luminoso sbocciare nel buio della volta celeste, Filippo si sentì portar via da se stesso e rimase lì immobile, a guardare senza parlare. Gli abitanti del tetto capirono subito che qualcosa non andava. Lo chiamarono in tutti i modi -Filippetto, Filippuccio, Filo e perfino Filippaccio- ma Filippo non li sentiva nemmeno. Sembrava stregato.
-Chiamate la vecchia maga, chiamate la civetta, solo lei può fare qualcosa- disse il più anziano dei gatti. La civetta venne chiamata, arrivò, fece tre giri e mezzo intorno a Filippo, brontolò alcune formule strane e scosse la testa. -Contro l’incantesimo della luna, nulla si può fare- sentenziò e naturalmente prima di andarsene si fece pagare.
Finalmente venne il mattino e la luna se andò.
Trasognato Filippo, che nel frattempo era diventato un giovanotto, chiese agli amici, con una voce che non pareva più la sua: - Chi era ? -
-Era la luna, Filippo- risposero i gatti e gli uccelli in coro - E’ troppo lontana dal nostro tetto. Dimenticala e gioca con noi ! - Filippo non voleva darsi pace. Continuava a ripetere che doveva ad ogni costo raggiungere la luna. Cominciò così ad esercitarsi: si allungava a dismisura cercando di arrivare più in alto che poteva.
Verso mezzogiorno al popolo dei tetti venne portata da cinque merli ambasciatori una notizia importante: stava per arrivare il Grande Viaggiatore! Subito il palazzo in cui abitava il signor Ferretti fu in fermento: bisognava preparare il comitato d’accoglienza. Il Grande Viaggiatore era un famosissimo piccione che girava volando il mondo intero; portava le notizie più importanti ai capi-uccello di tutta la terra e affrontava coraggiosamente pericoli di ogni tipo. Era veramente un grande onore poterlo ospitare per una notte.
I gatti lucidarono i loro strumenti musicali, i passeri ripassarono le canzoni, le cornacchie prepararono torte e biscotti, i merli e le gazze ripulirono i tetti. Filippo guardava distratto e non aiutava gli amici: il suo cuore era rimasto con la luna. Nella frenesia dei preparativi, gli amici si dimenticarono di lui.
Finalmente verso sera il Grande Viaggiatore arrivò.
Non appena venne avvistato si diede inizio al concerto e quando l’uccello atterrò sul tetto fu accolto da un caloroso battimani. Il signor Ferretti sentì il baccano, s’infastidì e anche questa volta diede la colpa alla gioventù.
Venne la notte e la luna tornò nel cielo. Filippo, che era ormai un filo di fumo adulto, sembrava fuori di sé dalla gioia. Cominciò a disegnare col suo corpo mille figure diverse nel tentativo di attirare lo sguardo della luna. Una volta si trasformava in un bellissimo fiore, un’altra volta diventava un grande cuore, un’altra volta ancora tracciava il contorno di una stellina, di un uccellino, di un palloncino... Qualche passante si accorse di ciò che stava succedendo e ben presto si formò un capannello di gente col naso all’in su; poi qualcuno disse: -E’ la solita trovata pubblicitaria- e tutti se ne andarono per la loro strada. Nel frattempo la festa era finita e gli abitanti dei tetti erano andati a dormire.
Filippo si sentiva un po’ solo, ma continuava nei suoi esercizi,
finché sentì dietro di sè una voce profonda che diceva: -Non sarà certo con qualche fiorellino o qualche cuore che riuscirai ad arrivare alla luna-. Filippo si fermò e vicino a lui vide il Grande Viaggiatore.
-Le capriole ragazzo mio! Se vuoi avere qualche possibilità, devi imparare a fare le capriole! Forza, avanti, non perdere tempo!- gridò il grande piccione e tutti gli abitanti del tetto si svegliarono. Felice per l’aiuto insperato, Filippo seguì i consigli del suo nuovo allenatore e ricominciò ad esercitarsi. Lavorò a lungo e duramente, finché improvvisamente si alzò un vento fortissimo, che in un baleno lo disperse.
Avanti ragazzo!
gridò il Grande Viaggiatore -Non vorrai lasciarti scoraggiare da un po’ di vento! Riprenditi perbacco! -
-Non ce la farò- pensò Filippo, ma poi, con uno sforzo terribile, si ricompose e ricominciò gli esercizi. Sconfitto il vento si ritirò brontolando. -Tanto non ci arriverai mai- diceva. La verità era che lui si riteneva il più grande amico della luna ed essendo molto geloso non poteva sopportare che qualcun altro l’avvicinasse.
A mezzanotte
il Grande Viaggiatore, vedendo che Filippo era sfinito, lo invitò a riposare un po’ sul tetto. Mentre bevevano un caffè caldo per ristorarsi e riscaldarsi, arrivò un palloncino fuggito il giorno prima dalle mani di un bambino. Nei suoi voli era arrivato vicino ad una nuvoletta, la quale gli aveva confidato che la luna si era accorta di quel filo di fumo che faceva le capriole ed era ansiosa di conoscerlo. La gioia moltiplicò le forze di Filippo che questa volta, con poche capriole, arrivò davvero davanti alla luna.
Dai tetti della città si levarono altissime grida di incitamento e di evviva. I cittadini si svegliarono e imprecarono contro la gioventù. Per fortuna i giovani hanno il sonno pesante, così dormirono e non sentirono niente.
Filippo era ormai diventato vecchio;
la luna l’abbracciò e danzò con lui, fino a quando, sul far del mattino, il nostro amico si dissolse con dolcezza. La sua breve esistenza era durata meno di due giorni e due notti, eppure, dissolvendosi, Filippo pensò che la sua era stata una gran bella vita ed egli non l’avrebbe cambiata per nessuna ragione al mondo. E tu che cosa ne dici? Sei d’accordo con lui?
Se invece la fine di questa storia ti rattrista, puoi inventarne tu una diversa: invece di dissolversi Filippo...
Filippo nacque in un piovigginoso pomeriggio di novembre.
Tu invece? In quale momento del giorno e in quale mese sei nato? In quale anno e stagione? In quale giorno del mese?
Filippo era un neonato sano e robusto.
E tu com’eri da neonato? Guarda le tue fotografie e se vuoi parlane con i tuoi genitori.
Filippo era curioso, vivace, allegro, sveglio, agile, assennato e inquieto.
E tu come sei? Come ti definiresti? Curioso o disinteressato? Vivace o calmo? Allegro o triste? Sveglio o pigro? Agile o lento? Assennato o pazzerello? Inquieto o tranquillo?
Appena arrivato sul tetto, Filippo incontrò gatti, passeri, merli, cornacchie, piccioni e gazze.
E tu chi incontri durante le tue giornate? Chi sono i tuoi amici? Chi sono le persone che hai nel cuore?
I nuovi amici di Filippo prepararono per lui una grande festa.
Pensa a tutte le tue feste di compleanno e a tutte le feste alle quali hai partecipato: sono stati momenti molto belli, da tenere dentro il cuore!
Il Grande Viaggiatore aiutò Filippo ad arrivare fino alla Luna.
Anche nella tua vita ci sono persone che ti aiutano a raggiungere i tuoi obiettivi e a crescere bene: chi sono? Non pensi di doverle ringraziare ogni tanto?
Il Vento cercò di ostacolare Filippo, perché non voleva che arrivasse alla Luna.
Ogni tanto anche a te capita d’incontrare qualcuno che vorrebbe ostacolarti, o forse sei tu che talvolta cerchi di fermare qualche compagno perché sei invidioso?
A un certo punto Filippo si stava scoraggiando perché non riusciva ad avvicinarsi alla Luna.
Capita anche a te di scoraggiarti? Che cosa fai quando ti capita? Lasci perdere tutto o ti fai aiutare e ti riprendi?
Un palloncino aiutò Filippo a ritrovare la gioia e a riprendere gli allenamenti.
Tra tutti i tuoi amici e parenti chi ti aiuta più degli altri nei momenti difficili?
Ecco, per oggi la tua riflessione può finire. Non perdere il quadernino che hai usato, perché ti servirà ancora: sarà il piccolo libro del tuo sé e ti aiuterà a conoscerti nella verità e ad apprezzarti. Mostra ciò che scrivi in questo quadernino a mamma o papà o a qualche adulto di cui ti fidi, così ne parlerete insieme. Soprattutto se hai dei dubbi su di te, non tenere tutto dentro, mi raccomando!
Mariarosa Tettamanti
immagine di copertina tratta da "ABC Lettering" di Dangerdust